venerdì 18 marzo 2016

Simboli fantastici (14): Gattini marò per la Rete, quello di cui avevate bisogno

Nessuno si azzardi mai a dichiarare fuorilegge la fantasia: in politica, a non averne, si finisce a gambe all'aria o, più semplicemente, ci si annoia da morire. Così, di fronte alla notizia di due soggetti politici nascenti per mano di Mario Adinolfi (Il Popolo della Famiglia) e di Francesco Facchinetti (ma lui non vuole sentir chiamare "politica" la sua iniziativa, perché "la politica al giorno d'oggi non risolve le cose ma le peggiora"), si può reagire con perplessità, sconforto o - molto meglio - con uno scatto orgoglioso di creatività. 
Se ne è fatto carico Benito Karimov, nome di battaglia di uno che non ha peli sulla lingua (e se li ha... lasciamolo dire a lui) e che ha un angolo tutto suo sul sito (Non) si sevizia un paperino, "blog d’opinione pensato per turbare gli imbecilli, e soprattutto per dire la nostra sui tristi abusi dell’ignoranza popolare, sulle squallide espressioni di demagogia in JPG, sui fascismi religiosi e sulle le balle medicali e fintoscientifiche che affollano la rete". Una volta compreso che "la moda è lanciare partiti e movimenti a caso partendo da un’idea fumosa ma accattivante e, soprattutto, comprensibile al popolo della rete", il Karimov ci si è buttato a capofitto e, il 3 marzo, ha provveduto lui stesso a lanciare l'idea per un nuovo partito, Gattini Marò per la Rete
Il programma è adeguatamente fumoso e "svariegato" [omaggio dell'autore di questo pezzo a Palmiro Cangini, notabile assessore di Roncofritto che avrebbe avuto cittadinanza assicurata in questo spazio], in bilico tra lo sberleffo e la boutade serissima, ma il simbolo c'è eccome: titolo sufficiente, questo, per un passaggio meritato nella rubrica "Simboli fantastici". Passaggio che consiste in una "intervista deficiente" (colpa dell'intervistatore, mica dell'intervistato) in cui si analizza il contrassegno e quel poco di programma che già c'è: per le interviste serie e i passaggi in televisione, è solo questione di tempo.  


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Karimov, prima domanda d'obbligo: un altro partito? Ce n'era davvero bisogno?
Certo. Perché il nostro è un movimento diverso. Il nostro elettorato è il Popolo dei Probiviri Tuttologi, composto da gente onestissima che ne sa pochissimo ma un po' di tutto, che sono quelli che manderemo in parlamento; il Popolo è aiutato da un team di esperti (ognuno con la sua carica: Esperto di Dire le Cose su Facebook, Esperto di Immigrati Clandestini, Esperto di Liberare i Marò, etc) che sono quelli che diventeranno Ministri una volta che avremo vinto le elezioni.
Lei ha in mente "un movimento apolitico, apartitico e aperitivico": perché non concentrarsi direttamente sugli aperitivi? Non avrebbero meritato un partito anche loro?
Ci abbiamo pensato. Avevamo vagliato l'idea di un partito dedicato all'aperitivo in tutto e per tutto, chiamato Partito Preprandiale Italiano, ma l'idea di rivedere il PPI in parlamento era troppo anche per noi. Voglio dire, le cose da celebrare sarebbero tante: i panini fatti bene, le veline, il calcio, trovare parcheggio il sabato sera. Abbiamo deciso di occuparci un po' di tutto, alla fine, che è quello che al Popolo dei Probiviri Tuttologi fanno meglio, dando ovviamente qualche indicazione di massima sulle priorità. Non vorrei ripetermi, ma come diceva Churchill, "prima i marò".
Il legame gattini-marò... quale sarebbe? Mi sfugge qualcosa o le ragioni del felino nel simbolo sono altre?
"Bisogna essere duri senza mai perdere la tenerezza". Abbiamo fatto nostra questa celebre frase di Galeazzo Ciano e abbiamo deciso di affiancare ad una battaglia di onore e civiltà come quella per la restituzione dei nostri marò l'uso, come motore propulsivo del consenso per il nostro movimento, di qualcosa che potesse unire gli italiani: siccome "il movimento del batacchio e della pipilla" era troppo criptico (e comunque ricordava troppo marcatamente le abitudini di un noto leader del centrodestra) abbiamo ripiegato su un concetto universale derivato dal Buddismo Soka Gakkai: l'Amore Incondizionato per i Gattini.
Il filo spinato è un segno della detenzione dei marò o è quello che servirebbe a isolare gli stati musulmani e zingarosi?
Entrambi. Svariati studi scientifici solo di poco inventati hanno dimostrato senza ombra di dubbio che c'è una correlazione fra l'aumento delle scie chimiche e la debordante invasione negroide di cui siamo vittime. Secondo i nostri esperti, un bel giro di filo spinato intorno agli stati che ci stanno sulle palle risolverebbe il problema. Fra le altre cose, se avessimo dato prima un po' di filo spinato agli indiani sono convinto che ci avrebbero pensato due volte prima di rapire ingiustamente i nostri ragazzi, colpevoli solo di essersi difesi dai terroristi che oltre a essere pericolosissimi erano anche truccati da pescatori e i pescatori, si sa, emettono un odore nauseabondo. Voglio dire: voi cosa avreste fatto al loro posto? Anzi, a dimostrazione che il nostro esercito è uno dei migliori, vorrei porre l'accento su come i nostri marò siano stati abilissimi a centrare i nemici al primo colpo mentre stavano anche turandosi il naso.
Vi ritenete apartitici, ma l'arco tricolore fa molto Ncd e Pdl, insomma tende decisamente a (centro)destra. Non è che, in fondo in fondo, vi piazzate proprio lì?
Destra e sinistra sono categorie superate. No, scherzo, questa frase non è mia, è di Salvini. Chi dice che destra e sinistra non esistono è una persona di destra, che oltretutto si vergogna di quello che è. Certo, anche io mi vergognerei, se fossi fascista (o se, in generale, avessi mai votato un partito in una coalizione che includesse Gasparri). Ma qui non stiamo parlando di me, ma del movimento Gattini Marò per la Rete, che ovviamente non è né di destra né di sinistra. Quindi sì, si piazza proprio lì, ma più che fra Ncd e Pdl direi fra M5S e Lega: dovendo fare la destra, almeno facciamola bene.
Un gatto, un tricolore, il filo spinato, la rete, i vaccini, il ritorno alla lira ... non lo avrete riempito troppo, questo povero contrassegno?
Il nostro Esperto di Dire le Cose su Facebook ha suggerito di mettere uno slogan direttamente nel simbolo, con concetti popolari, alla portata di tutti. In vista delle elezioni però potrei decidere di mettere il mio nome sul contrassegno, sono convinto che veder scritto "Benito" sul simbolo rassicurerebbe molto un'ampia fetta del nostro elettorato.
Come sarà la vostra lira? Rinnoverete il disegno o riproporrete l'ultimo in uso (ovviamente cartamoneta in fotocopia, per risparmiare)?
La novità della Nuova Lira della Rete è che verrà emessa sotto forma di JPG e potrà essere stampata da chiunque, comodamente a casa propria. Noi la chiamiamo "la Rivoluzione Ovvia", mi chiedo perché mai nessuno l'abbia fatto prima, è un concetto così semplice: se ti servono soldi, te li stampi. Fine dei problemi per tutti e, soprattutto, fine delle banche, di Equitalia, e dei poteri forti.
Ai vostri sostenitori promettete, come omaggio, "la maschera antigas ufficiale del Movimento autografata da Povia". Che ce ne facciamo di una maschera antigas, ufficiale per giunta? Da cosa ci dovrebbe proteggere?
Innanzitutto serve per proteggere i Probiviri dalle Scie Chimiche. Non vogliamo che il nostro Popolo sia un esercito di zombi controllati dal governo dei politici, dai servizi segreti deviati e dagli scienziati malvagi della vivisezione. In secondo luogo, serve a proteggere l'identità dei nostri sostenitori, una specie di maschera di Anonymous ma decisamente più figa e dark, in linea con la moda del momento.
Tra i punti del vostro programma c'è "condannare a morte Ernesto Equitalia, fondatore della società omonima e criminale" Dove l'avete trovato? E, soprattutto, che faccia ha?
Vive in un palazzo d'oro seduto su un trono di proprietari di piccole e medie imprese morti. Ha una faccia malvagia, una specie di incrocio fra Renzi, La Russa e Satana.
A proposito di faccia, con quel berretto un po' così quella bestiola non sembra nemmeno un gatto. Sta soffrendo tanto?
Assolutamente no. E anche se fosse, è un Gattino Marò, non si lamenterebbe mai: un duro, seppur dolcissimo a vedersi... "Bisogna essere duri senza mai perdere la tenerezza", vi ricordate Galeazzo Ciano, no?

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