mercoledì 5 agosto 2020

Falci e martelli, i simboli del Pci (e non solo) alle prossime regionali

Il simbolo per il Veneto
Si è ricordato più volte nelle settimane scorse che il taglio sensibile al numero di sottoscrizioni richieste per presentare liste in questo appuntamento elettorale produrrà una notevole proliferazione di liste, alle elezioni regionali come a quelle amministrative. Lo si è già cominciato a vedere, in effetti, con le anticipazioni di questi giorni (soprattutto in Campania e Puglia), ma è interessante notare anche come certi partiti dal nome e dal simbolo storici, ma assenti dalle aule parlamentari, stiano cercando di cogliere l'occasione per essere presenti con loro candidature sulle schede elettorali. Tra i soggetti politici interessati c'è sicuramente anche il Partito comunista italiano, che probabilmente avrà in queste elezioni l'occasione più importante di mostrare il proprio emblema da quando, nel 2016, è stato rifondato (non era purtroppo riuscita la raccolta firme per le elezioni europee del 2019).
Ovviamente la situazione può ancora cambiare, ma il Pci guidato da Mauro Alboresi sembra intenzionato a correre da solo in Toscana, mentre in altre regioni si sta lavorando per presentare liste insieme ad altre forze politiche omogenee. A volte lo storico simbolo della doppia bandiera con falce, martello, stella e tricolore non si vedrà: è il caso - già analizzato su queste pagine - della Campania, in cui il Pci concorrerà alla presentazione della lista Terra insieme ad altre forze politiche della stessa area, pur rinunciando del tutto alla propria visibilità. Altrove, invece, il simbolo si vedrà, sia pure in diversi modi e composizioni grafiche, a seconda delle altre forze che parteciperanno alle liste.
In Veneto, per esempio, si sta lavorando a candidature comuni insieme a Rifondazione comunista. Nel simbolo prevalgono decisamente il verde e il rosso, usati come colore di fondo; nel segmento rosso, in alto a destra, sono state inserite le parole d'ordine della lista, cioè Solidarietà ambiente lavoro. Risulta interessante la fusione grafica dei due simboli realizzata in basso a sinistra: la struttura di base è quella del fregio del Prc (i due archetti irregolari verdi e rossi, la parola "Rifondazione" in maggiore evidenza in alto), ma in basso c'è la sigla del Pci nello stesso carattere usato nel simbolo ufficiale; quanto alle bandiere centrali, sono appunto due e sventolanti come nel simbolo del Pci, ma inclinate e con una sola asta rossa come quella del Prc (che invece è un romboide schematico).
In Puglia, invece, la miniatura del simbolo del Pci è ospitata all'interno di un contrassegno che contiene pure gli emblemi di Rifondazione comunista (questa volta è quello ufficiale e integrale, con la "lunetta" della Sinistra europea) e di Risorgimento socialista, in una delle sue pochissime apparizioni. Il fondo qui è tutto rosso, anche se appare leggermente sfumato (difficile capire se e quanto la sfumatura sarà percettibile sulle schede elettorali stampate); se la parte inferiore è dedicata ai simboli - con un effetto che fa un po' troppo "biliardo", ma per lo meno le miniature si leggono chiaramente - quella superiore ospita il nome della lista, simile a quello visto in Veneto, Lavoro ambiente Costituzione
Se ancora non si sa cosa accadrà in Liguria, se dunque il Pci cercherà di presentare una propria lista, occorre dare conto di una possibile candidatura nelle Marche di una lista denominata semplicemente Comunista!, con una bandiera convessa - che ha un accenno di asta, ma fine com'è dà piuttosto l'idea di uno stuzzicadente - sulla quale falce, martello e stella diventano bianchi, con una leggera ombra. Pur non essendoci dubbi sulla collocazione ideale, è evidente che non si è di fronte a un simbolo di partito; è altrettanto evidente, però, che se la lista sostiene la candidatura a presidente di Fabio Pasquinelli, segretario regionale del Pci, il colore utilizzato per i segni comunisti rimanda piuttosto al Partito comunista di Marco Rizzo, mentre il Pci non ha alcuna visibilità. A quanto si è capito, si è fatta una scelta d'area ma formalmente indipendente dai rispettivi partiti (e pare che a livello nazionale il Pci abbia scelto di non sostenere quella corsa elettorale). C'è comunque ancora tempo per chiarire meglio la situazione.

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