sabato 11 settembre 2021

Bologna, simboli e curiosità sulla scheda

Tra i capoluoghi di regione chiamati a rinnovare la propria amministrazione c'è anche Bologna, con la certezza che dopo il voto del 3 e del 4 ottobre la guida della città cambierà: Virginio Merola, infatti, conclude il suo secondo mandato e non si è potuto ricandidare. 
Alle elezioni parteciperanno otto aspiranti alla carica di sindaco, con il sostegno di 19 liste: nel 2016 c'era un candidato in più, ma due liste in meno. Essendosi svolto il sorteggio delle posizioni sulla scheda, è il momento di dare uno sguardo ai simboli che elettrici ed elettori potranno trovarsi davanti ai seggi e in cabina elettorale.
 

Stefano SERMENGHI 

1) ItalExit per Bologna 

L'estrazione a sorte ha indicato come primo candidato alla carica di sindaco Stefano Sermenghi, già primo cittadino di Castenaso. Lui potrà contare sul sostegno di due liste e il sorteggio ha collocato "in alto a sinistra" ItalExit per Bologna: anche il soggetto politico di Gianluigi Paragone, dunque, entra nella competizione cittadina, con il suo esagono tricolore con una freccia bianca in primo piano, che contiene il riferimento alla città. Il simbolo è quello di un progetto politico nazionale, ma nella parte superiore dell'esagono figura comunque l'espressione "lista civica", come a volersi inserire in modo efficace anche in una competizione elettorale locale (adattando il programma a quella dimensione).  
 

2) Bfc - Bologna Forum civico

La seconda lista a sostegno di Sermenghi è Bologna Forum civico - Insieme per Bologna, realtà civica distinta e distante dai poli che ha iniziato a lavorare molti mesi fa per costruire un programma e cambiare il governo cittadino. Tra i promotori figurano l'ex consigliere comunale e regionale (ex M5S) Giovanni Favia, l'ex consigliere regionale leghista Manes Bernardini (nel 2016 avversario di Merola con la lista Insieme Bologna) e Carlo Monaco, già assessore della giunta Guazzaloca: lo stesso Sermenghi, che ha guidato dieci anni Castenaso come dem, ha abbandonato il Pd sulle orme di Renzi, per poi avvicinarsi a Fratelli d'Italia, alla Lega (sostenendo Borgonzoni alle regionali) e poi ad alcuni esponenti forzisti, senza però aderire al partito. Nel simbolo spiccano le iniziali del nome (un po' "tagliate"), con due foglioline spuntate dalla "C"; sullo sfondo c'è la mappa del centro cittadino. 

Luca LABANTI 

3) Movimento 24 agosto - Equità territoriale

Seconda candidatura individuata dal sorteggio è quella di Luca Labanti, avvocato cinquantenne che si presenta sostenuto dal Movimento 24 agosto - Equità territoriale, il progetto politico promosso da Pino Aprile verso la fine del 2019. La fascia centrale rossa del contrassegno - anche troppo "fitta" - riprende il simbolo ufficiale del soggetto politico (ove M24A sta, appunto, per Movimento 24 agosto, giorno del 2019 in cui si è tenuto l'incontro di avvio, mentre la E e la T "bruciate" e incastrate richiamano la parte più visibile del nome), ma il segmento superiore parla di "Equità per Bologna". Non si parla infatti solo di questione meridionale (quindi di equità tra territori), ma di equità per tutti, innanzitutto all'interno dello stesso territorio: il riferimento è in particolare all'accesso al welfare, all'assistenza e a ogni altro servizio per chi vive in una comunità.

Addolorata (detta Dora) PALUMBO 

4) Sinistra unita per Bologna

In terza posizione sulla scheda elettorale si trova la candidatura di Addolorata Palumbo, geologa e funzionaria della Regione, eletta in consiglio comunale nel 2016 con il M5S, abbandonato in corrispondenza della nascita del governo giallo-verde. La sostiene un'unica lista, Sinistra unita per Bologna, nata - come lo stesso simbolo testimonia, per l'intenzione dichiarata di far emergere le singole identità politiche - dall'impegno comune soprattutto del Partito della rifondazione comunista e del Partito comunista italiano. Se buona parte del cerchio è tinta di rosso, non sfugge in alto il disegno delle due Torri di Bologna e il pensiero - per chi ha buona memoria - non può non andare alla Lista Due Torri che dagli anni '50 per decenni alle amministrative sostituiva il simbolo del Pci.

Fabio BATTISTINI 

5) Il Popolo della famiglia

Quarto candidato alla carica di sindaco a Bologna è Fabio Battistini, imprenditore e attivo nell'associazionismo, proposto dalla coalizione di centrodestra. In questo caso le formazioni che sono parte della compagine sono cinque. La prima a essere stata sorteggiata è Il Popolo della famiglia: non si tratta della prima candidatura bolognese, essendosi già presentata la lista nel 2016 (unica formazione in appoggio a Mirko De Carli: il simbolo ottenne l'1,23%). Sulle schede il Pdf apparirà identico a cinque anni fa, non essendo stato cambiato o ritoccato né allora né oggi il simbolo (con aggiunte o specificazioni territoriali): si vedrà se la corsa in coalizione sarà più vantaggiosa o comporterà un calo di voti. 
 

6) Lega

Seconda lista della coalizione di centrodestra è quella della Lega, cioè la forza politica che più di altre avrebbe premuto perché fosse Battistini il candidato da sostenere con Forza Italia, Fratelli d'Italia e altri soggetti di quell'area. Già nel 2016 la Lega (Nord), superando il 10%, era stato il partito più forte della compagine che aveva sostenuto la candidatura di Lucia Borgonzoni alle comunali (e alle regionali del 2020 è arrivata oltre il 18%). Il simbolo schierato è quello coniato alla fine del 2017 per le elezioni su scala nazionale, quindi con Alberto da Giussano sotto alla parola "Lega" e, nel segmento inferiore blu, l'espressione "Salvini premier" (senza riferimenti al territorio): per il partito di Matteo Salvini queste elezioni bolognesi saranno un altro test certamente rilevante. 
  

7) Fratelli d'Italia

La coalizione di centrodestra in appoggio a Battistini prosegue con la lista di Fratelli d'Italia, partito che nel 2016 si era dovuto accontentare del 2,4%, ma quasi certamente da questo nuovo voto può aspettarsi - guardando alle tendenze nazionali - una crescita significativa. Cinque anni fa il simbolo era ancora quello della prima versione grafica, con il nodo tricolore nascosto dal simbolo di Alleanza nazionale (messo a disposizione dalla Fondazione An alla fine del 2013 e concesso sine die due anni dopo): ora di quell'esperienza è rimasta solo la fiamma (senza base e, ovviamente, senza riferimenti ad An) all'interno del simbolo di Fdi, sormontato dal nome di Giorgia Meloni (che, evidentemente, si ritiene possa richiamare voti in qualunque territorio).


8) Battistini sindaco - Bologna ci piace

A sostegno di Battistini non poteva mancare, accanto alle liste legate ai partiti, anche una formazione civica legata più strettamente al candidato. Si spiega così la presentazione della lista Battistini sindaco - Bologna ci piace, legata all'omonima associazione già nata lo scorso aprile: gran parte delle candidature proviene dal mondo delle professioni. Il simbolo, oltre a mettere in luce il nome del candidato (è l'unico della coalizione a contenerlo, a ben guardare), richiama in blu - parte dei colori bolognesi, ma la tonalità è troppo chiara e manca ogni traccia di rosso... - una caratteristica della città nota a livello mondiale: i portici, sotto cui attardarsi e fermarsi a parlare (anche di politica, perché no).
 

9) Forza Italia - Unione di centro 

Ultima formazione della compagine di centrodestra è quella che unisce Forza Italia e Unione di centro (partito, quest'ultimo, che nel 2016 non era esplicitamente presente sulle schede elettorali). Anche cinque anni fa Fi aveva presentato la scritta "Berlusconi per Bologna", ma allora era stata impiegata una variante del simbolo usato alle europee nel 2014, con il cognome del fondatore di Forza Italia sotto alla bandierina e il riferimento territoriale in alto. Stavolta la base è il contrassegno elettorale del 2018, con la bandierina in alto: il tricolore tuttavia è stato ridotto per far stare al di sotto la stessa espressione di testo citata (a costo di schiacciarla molto) e per riservare il segmento inferiore all'Udc, non troppo facile da leggere nei cerchi di 3 centimetri di diametro previsti sulle schede.

Marta COLLOT 

10) Potere al popolo!

Subito dopo i simboli della coalizione di centrodestra, il sorteggio ha collocato la candidatura di Marta Collot, veneta di origine, bolognese di studi: in Emilia-Romagna è già nota per essersi candidata alla presidenza della Regione per Potere al popolo! nel 2020. E proprio per la stessa forza politica si ripropone ora come aspirante sindaca (nota: le uniche due donne candidate alla guida della città sono tutte sostenute da forze politiche di estrema sinistra). Il simbolo di Pap è rimasto lo stesso della precedente corsa elettorale di Collot, a sua volta identico a quello coniato per le elezioni politiche del 2018: si tratta inevitabilmente di un esordio alle elezioni comunali, da tenere monitorato insieme ai risultati delle altre forze di sinistra a Bologna.
 

Federico BACCHIOCCHI 

11) Partito comunista dei lavoratori

Alla candidatura di Collot segue un'altra proposta di estrema sinistra: Federico Bacchiocchi si presenta infatti sostenuto dalla lista del Partito comunista dei lavoratori. Si tratta di una forza politica già nota ad elettrici ed elettori di Bologna (nel 2016, per esempio, si era candidato Ermanno Lorenzoni, ottenendo poco più dell'1%). Il simbolo schierato oggi sulla scheda è esattamente identico a quello votato cinque anni fa, con falce e martello di colore rosso sul globo azzurro tagliato da meridiani e paralleli. Con quello del Pcl, dunque, sono due i contrassegni che contengono falce e martello (il che, a Bologna, un po' non stupisce e un po' fa riflettere): come si è visto, la lista Sinistra unita ne contiene addirittura due esemplari piuttosto simili, ma di dimensioni inevitabilmente ridotte, mentre quella del Pcl è in primo piano, ben visibile.

Matteo LEPORE 

12) Partito democratico

Dopo Potere al popolo! e Pcl, è il turno della coalizione che ha scelto di appoggiare Matteo Lepore, per dieci anni assessore delle giunte guidate da Merola e candidato del centrosinistra. Può contare sull'appoggio di sette liste (la sua è la coalizione più nutrita di questo voto). Il sorteggio ha indicato come prima quella del Partito democratico, cioè la forza politica cui l'aspirante sindaco appartiene: nel 2016 ottenne oltre il 35% e si confermò il primo partito della città (anche se il dover andare al ballottaggio fu comunque una sorpresa). Ora il Pd torna e, proprio come cinque anni fa, propone il proprio simbolo nazionale giusto un po' ristretto, per fare posto in basso a un segmento rosso (ovviamente...) che contiene il riferimento al candidato sindaco. Capolista è la docente di letteratura inglese Rita Monticelli; tra i nomi noti in lista, quello di Mattia Santori (già animatore delle "Sardine").
 

13) Coalizione civica per Bologna - Coraggiosa ecologista solidale

Nel 2016 la lista Coalizione civica per Bologna non faceva parte della compagine di centrosinistra che appoggiava Merola: sostenendo il candidato Federico Martelloni ottenne poco più del 7% e riuscì a entrare in consiglio grazie ai voti di chi era attento al programma di "manutenzione fisica e civile" della città proposto, con un civismo collocato nettamente a sinistra. Ora la lista sostiene Lepore (e capolista è la consigliera uscente Emily Clancy), ma la sua immagine è pressoché identica, con la statua del Nettuno che domina la parte superiore; in basso, in compenso, trovano spazio gli aggettivi "coraggiosa ecologista e solidale", che ricordano molto quelli usati dalla lista Emilia-Romagna coraggiosa alle regionali (al posto di "solidale" c'era "progressista"). Non stupisce dunque il sostegno di Elly Schlein (e di Vasco Errani) a questo progetto.

14) Matteo Lepore sindaco

Terza lista della coalizione di centrosinistra è la formazione più legata al candidato alla guida del comune. Matteo Lepore sindaco schiera come capolista Roberto Grandi (già  presidente dell'Istituzione Bologna Musei). Il simbolo, che riprende alcuni motivi della campagna delle primarie che hanno nettamente indicato la persona da candidare, contiene un evidentissimo segmento rosa (schierato come segno contro ogni discriminazione) e un arco turchese in alto, inserito appositamente per richiamare (sia pure in modo meno immediato rispetto alla scelta grafica fatta da Battistini) i portici del centro, di recente riconosciuti come patrimonio dell'umanità Unesco.
 

15) MoVimento 5 Stelle

Nel 2011 e nel 2016 il MoVimento 5 Stelle aveva partecipato in autonomia alle elezioni comunali di Bologna, candidando a sindaco in entrambi i casi Massimo Bugani (superando cinque anni fa il 16% e ponendosi come seconda forza politica della città). Questa volta il M5S - in ossequio alla collaborazione che si è creata a livello nazionale con il Pd - ha accettato di fare parte della coalizione di centrosinistra Bugani c'è ancora, ma solo come capolista. Il simbolo ha subito via via soltanto piccole modifiche: se all'inizio c'era il sito Beppegrillo.it, sostituito nel 2016 da Movimento5stelle.it, questa volta in basso c'è il segmento rosso con il riferimento all'anno 2050 come orizzonte cui tendere.
 

16) Partito socialista italiano - Volt

La quinta lista che fa parte della coalizione a sostegno di Matteo Lepore è quella che unisce il Partito socialista italiano e Volt. Il simbolo dei socialisti occupa la parte sinistra, ma non è racchiuso in un cerchio (così da permettere di ingrandire il garofano e la sigla del partito, nonché di evitare l'effetto "bicicletta"... anche se, probabilmente, è più giusto dire che la circonferenza si è estesa fino a comprendere tutti gli altri elementi); a destra c'è l'emblema di Volt, con la scritta bianca su fondo viola. Subito sotto, la dicitura "laici europei riformisti" chiarisce ulteriormente il target della lista; per il resto, l'arco in alto e il segmento rosa in basso richiamano chiaramente l'immagine del simbolo della lista di Lepore.
 

17) Europa Verde - Verdi

Penultima delle sette liste presentate in appoggio alla candidatura di Lepore è Europa Verde - Verdi. Il simbolo impiegato è esattamente quello approvato a livello nazionale all'assemblea fondativa di questo progetto politico, con il girasole dell'European Green Party e, sotto, il nome "Europa Verde" con il Sole che ride (e, in alto a destra, il riferimento ai Verdi). Nel 2016 la Federazione dei Verdi aveva partecipato alle elezioni autonomamente, sostenendo la candidatura di Matteo Badiali (in seguito divenuto co-portavoce del partito con Elena Grandi), salvo poi convergere su Merola al ballottaggio; questa volta il centrosinistra si presenta più completo fin dall'inizio.
 

18) Anche tu Conti

Ultima formazione presentata in appoggio a Matteo Lepore è Anche tu Conti, ove la C è rigorosamente maiuscola: il riferimento infatti è a Isabella Conti, sindaca di San Lazzaro di Savena e sfidante di Lepore alle primarie, sostenuta da Italia viva. La lista - con Maria Caterina Manca come capolista, contenente anche almeno un esponente di +Europa, Marco Cardona - non era affatto scontata, alla luce delle polemiche legate a quella consultazione (che peraltro hanno lasciato strascichi anche nella composizione della lista del Pd, nella quale non figurano gli assessori che avevano sostenuto Conti). Il simbolo, che riprende anche in questo caso le grafiche della campagna delle primarie, oltre ad avere il cognome di Isabella Conte in evidenza, ha il fondo arcobaleno sfumato.
 

Andrea TOSATTO 

19) Movimento 3V

L'ultima candidatura presentata e ammessa, seguendo l'ordine del sorteggio, è quella di Alberto Tosatto, di origine genovese: si presenta come candidato sindaco del Movimento 3V, dunque Vaccini Vogliamo Verità. La partecipazione del soggetto politico alle elezioni amministrative, oltre a consentire una visibilità anche locale alle battaglie per la libertà di scelta terapeutica e la dignità umana, fa adottare ai singoli gruppi che presentano le liste programmi calati nelle esigenze emerse dai territori. Il simbolo è quello che si sta imparando a conoscere e che sembra ormai avere acquisito un assetto definitivo, con la sigla "3V" al centro come elemento fondamentale, le parole "Verità" e "Libertà" sopra e sotto e una spessa circonferenza rossa a racchiudere tutto.

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