sabato 8 agosto 2020

Fava e Pini: "Rivogliamo il simbolo della Lega Nord per le amministrative"

Chi l'ha detto che la politica nel mese di agosto va in vacanza? Quest'anno, complici anche le elezioni regionali e amministrative previste per il 20 e 21 settembre, no di certo. Ma non si tratta solo di preparare le liste e raccogliere firme: ci sono anche questioni di non poco conto legate all'essenza stessa dei partiti, di quelli che operano e anche di quelli che sopravvivono, in un modo o nell'altro.
Non ha mancato di generare interesse, in questo senso, la chiusura - il 4 agosto - del primo tesseramento valido per tutto il territorio italiano della Lega per Salvini Premier. Molti hanno interpretato quell'evento come la "morte" la "fine" della Lega Nord; in realtà non è esattamente così, visto che - come era stato dichiarato pubblicamente al congresso del 21 dicembre 2019 da Roberto Calderoli - la Lega Nord dovrà per forza continuare a esistere, se non altro per tentare le varie vie di ricorso possibili, in sede europea, nel tentativo di reagire alle sentenze che hanno creato in capo al partito l'obbligo di restituire i noti 49 milioni di euro di finanziamento pubblico e, comunque, per continuare l'opera di restituzione che era stata concordata con i magistrati, con versamenti a cadenza bimestrale.
Se però la Lega Nord continua a esistere, qualcuno tra i soci ordinari militanti (quelli cioè che hanno diritto di voto attivo e passivo all'interno del partito) si è posto una domanda: perché non presentarsi alle elezioni amministrative con il simbolo della Lega Nord? Si sono fatti portatori di quest'istanza, in particolare, due ex parlamentari leghisti, Giovanni Fava per la Lombardia e Gianluca Pini per la Romagna e si sono rivolti direttamente al commissario federale della Lega Nord (anzi, Lega Nord per l'Indipendenza della Padania: il nome ufficiale è ancora questo) Igor Iezzi, deputato dal 2018, che ricopre quella carica nel Carroccio dopo le dimissioni di Matteo Salvini, per l'incompatibilità tra la segreteria di quel movimento e la guida della distinta Lega per Salvini Premier. "Quello della Lega Nord al momento è un caso più unico che raro - dice Fava, appositamente intervistato per I simboli della discordia -. Non ho mai sentito prima di un partito che continua a esistere e, come attività unica o prevalente, concede l'uso del suo simbolo a un altro partito, senza partecipare alle elezioni. Per questo abbiamo cercato di muoverci a modo nostro." 
Gianni Fava - deputato per tre legislature dal 2006 al 2013, poi assessore lombardo all'agricoltura, sfidante di Matteo Salvini alla segreteria della Lega Nord nel 2017 e spesso incaricato di presentare contrassegni e liste del Carroccio - rivendica di essere stato tra coloro che, già da mesi, avevano rinnovato la loro iscrizione alla Lega Nord: "In base allo statuto, modificato al congresso del 21 dicembre 2019, l'iscrizione alla Lega Nord come socio ordinario militante è normata dal regolamento del partito, precisando che spetta al consiglio federale stabilire l’importo delle eventuali quote associative: nell'ultima versione del regolamento, che risale al 2015, si legge all'articolo 4 che i soci ordinari militanti hanno l'obbligo di rinnovare la tessera entro il 31 marzo di ogni anno, pena decadenza. Poiché da almeno due anni il consiglio federale non fissa alcun importo delle quote e, allo stesso tempo, non ci risulta che sia stato modificato il regolamento del partito, io e altri militanti storici come Gianluca Pini abbiamo deciso di iscriverci comunque alla Lega Nord entro il 31 marzo, ritenendo che fosse tuttora valida l'ultima delibera in materia del consiglio federale che aveva stabilito in 50 euro la quota per i soci ordinari militanti. Lo abbiamo fatto perché non volevamo permettere che la Lega Nord sostanzialmente si svuotasse e, venuti meno quasi tutti gli iscritti, fosse fatta morire per consunzione. Conosco almeno una cinquantina di persone che ha deciso di fare così".
Nelle scorse settimane, in effetti, anche Fava ha ricevuto la tessera della Lega Nord per il 2020: "Il fatto è che mi risulta che la tessera sia stata mandata a tutti coloro che erano militanti nel 2019, in automatico e gratuitamente. Questa scelta fa pensare: da una parte, mi viene da dire che così il gruppo vicino a Salvini si è cautelato, perché a un eventuale congresso cui avessero potuto partecipare solo coloro che avevano scelto di rinnovare la tessera nelle forme consuete avrebbe potuto finire in minoranza; dall'altra, mi domando se concedere a tutti gratuitamente la tessera, anche in base allo statuto che ha reso solo eventuale la quota, sia una mossa corretta vista la mole di denaro che il partito si è obbligato a versare allo Stato. Nel frattempo, partita la campagna di tesseramento per la Lega per Salvini Premier, tutti i militanti della Lega Nord sono stati informati che la tessera della Lega Nord, con la firma di un modulo, poteva valere anche per la Lega per Salvini Premier. Ora, nella mia sezione storica della Lega Nord, cioè quella di Pomponesco dove sono stato sindaco, mi risulta che nessuno sia passato alla Lega per Salvini Premier, come buona parte della sezione di Viadana".
Proprio sulla base di questa situazione, cioè di militanti della Lega Nord che continuano a non volersi affiliare al nuovo partito, è nato il ragionamento elettorale per cui si diceva: "Quei militanti - continua Fava - non vogliono candidarsi con il simbolo della Lega per Salvini Premier: a Viadana a settembre si vota, vorremmo sostenere una candidata civica locale, Alessia Minotti, e non il nome proposto dal centrodestra, ma la lista non è ancora pronta quando mancano solo due settimane alla presentazione delle candidature. Quei militanti vogliono partecipare alle elezioni, ma vogliono essere messi nella condizione di farlo con il simbolo del loro partito, la Lega Nord: diversamente, perché dovrebbe continuare a esistere? Per concedere con propria delibera ai rappresentanti di un altro partito il proprio simbolo, come sta accadendo ogni volta che questo partito si presenta alle elezioni anche nel comune più sperduto?" 
Su questa base, Fava e Pini si sono rivolti al commissario federale del partito, inviandogli una lettera via e-mail, facendo tra l'altro leva proprio sul "mai domo spirito autonomista" che l'invio delle tessere da socio ordinario militante ha "orgogliosamente risvegliato" in molti aderenti. Quei militanti avrebbero appunto chiesto a Fava - anche come rappresentante dell'area che non aveva vinto il congresso nel 2017 - di farsi portatore della proposta al vertice del partito perché autorizzi in forma scritta quegli stessi militanti all'uso del simbolo della Lega Nord alle elezioni amministrative. "Del resto - chiarisce Fava - lo statuto continua a prevedere la possibilità di partecipare alle elezioni e farlo è un modo per concorrere a raggiungere lo scopo sociale indicato all'art. 1 dello stesso statuto, cioè il conseguimento dell’indipendenza della Padania attraverso metodi democratici e il suo riconoscimento internazionale quale Repubblica Federale indipendente e sovrana''. Nella lettera Fava rimarca la centralità di quello scopo sociale nell'attività del partito e "gli obblighi morali prima che legali dei Dirigenti rispetto a tale scopo nonché la responsabilità sociale di chi riveste ruoli dirigenziali nei confronti delle istanze della base rappresentata dai militanti" e sottolinea l'urgenza di una risposta, anche per poter provvedere a sottoporre in tempo utile le liste - composte solo da soci ordinari militanti - allo stesso commissario federale.
Fava ovviamente intende utilizzare il simbolo della Lega Nord con la "pulce" - piuttosto grande, in verità - della Lega lombarda, che fino alla fine del 2017 era stato sempre utilizzato nelle elezioni regionali e amministrative relative alla Lombardia (ovviamente con il riferimento alla Padania in basso, visto che è tuttora nel nome del partito): "Per me la scelta è naturale - spiega - visto che le liste sarebbero presentate in Lombardia, Pini utilizzerebbe quello con il riferimento alla Romagna: si tratta comunque di simboli che, da statuto, sono nella piena disponibilità della Lega Nord".
La lettera di Fava e di Pini è datata 6 agosto e non è dato sapere se arriverà una risposta da Iezzi e di che natura sarà: per ora c'è solo l'"Auguri!" pronunciato da Matteo Salvini al termine di un comizio a chi gli chiedeva un parere su questa richiesta (che ha provocato la pronta reazione di Gianluca Pini su Facebook). "I vertici si stanno prendendo una bella responsabilità nei confronti dei militanti, in qualunque modo si esprimano: se non si potrà correre con il simbolo del proprio partito, una spiegazione dovranno darla". Resta da capire come si muoveranno i militanti richiedenti in caso di risposta negativa da parte del commissario Iezzi o qualora non arrivi alcuna risposta: non è dato sapere, al momento, se lasceranno perdere o se tenteranno comunque di presentare una lista, con un simbolo diverso o addirittura proprio con quello della Lega Nord (anche se la ricusazione in quel caso sarebbe quasi certa). Di sicuro si tratta di una situazione delicata, difficile da derubricare come mero folclore o come questione di una sola parola (quel "Nord" che sostanzialmente differenza il simbolo della Lega Nord da quello della Lega per Salvini Premier, mentre entrambi hanno la statua di Alberto da Giussano): tocca semplicemente attendere e vedere come andrà a finire. 

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