martedì 19 aprile 2016

Sosteniamo Milano con Emanuelli (e una strana "pillola" blu)

Vietato pensare che, in terra meneghina, se la giochino solo Sala, Parisi e il M5S Gianluca Corrado (del quale si parla ben poco, ma c'è). A puntare alla poltrona di sindaco di Milano ci sono varie altre persone, come il radicale Marco Cappato e Basilio Rizzo (per la sinistra), ma c'è anche chi dai partiti e dal loro sostegno si tiene ben lontano. Come Massimo Emanuelli, per esempio. Cresciuto professionalmente prima davanti ai microfoni delle radio libere, poi anche tra carta stampata, scuola e spettacolo, Emanuelli si presenta come candidato sindaco di Sosteniamo Milano, una lista civica, "anzi, siamo l'unica vera lista civica, le altre che si dichiarano tali sono composte da professionisti della politica, mentre qui ci sono solo cittadini: artisti, giornalisti, disabili, studenti, insegnanti, impiegati, commercianti, avvocati, architetti, medici, pensionati, giovani, anziani". 
Il gruppo intende perseguire scelte non connotate politicamente, ma "derivanti solo da buon senso, competenza e professionalità: a ogni problema cercheremo sempre una soluzione logica, mai ideologica". Prima traduzione del buon senso sarebbe il rispetto del principio del costo standard, per rivedere ogni spesa del comune e, indirettamente, "soffocare tutte quelle organizzazioni di parassiti che si frappongono tra i lavoratori ed il Comune". Che significa? "Se per cambiare un rubinetto, comprare un bus, pulire un’aula o far mangiare un profugo il costo medio verificato da un 'competente' è 100 - chiarisce il candidato sindaco - il Comune metterà a disposizione 100: ciò farà morire di morte naturale tutti gli intermediari". 
Le proposte di buon senso si tradurrebbero, tra l'altro, nel mettere a disposizione asili nido sufficienti per i residenti, facilitare il primo impiego ai giovani, ricreare le scuole civiche, integrare meglio aziende, scuole e università; e poi, ancora, rafforzare il sostegno e le possibilità lavorative per tutte le persone diversamente abili, ripristinare sicurezza e legalità e anche aiutare chiunque abbia bisogno di accoglienza, ma sempre nel rispetto del canone dei costi standard. "Milano ha sempre aperto le porte a tutti - spiega Emanuelli - ma se un rifugiato politico 'costa' 35 euro al giorno, deve riceverne altrettanti la nonnina che oggi vive con una pensione sociale di 490 euro al mese. E quei soldi devono andare direttamente ai bisognosi, non ai gruppi di parassiti di ogni specie che ingrassano sulle disgrazie altrui". 
"Buon senso e competenza" figurano anche nel simbolo scelto per la lista: al suo interno, le prime tre lettere di "Sosteniamo Milano" sono evidenziate in rosso, quasi per sottolineare che la città è in uno stato di emergenza, da Sos appunto. "Per certi versi è così, a causa delle scelte fatte dalle amministrazioni precedenti, motivate da troppa ideologia e poco buon senso", spiega Sergio Zanetti, capolista e responsabile delle relazioni esterne. "Certe decisioni, di Pisapia come della Moratti, sembravano spinte da linee politiche più che pratiche: lo si è visto sul traffico, su Expo, su tante cose. Alcune sono state dannose, se non addirittura suicide: l'attenzione all'ambiente, per dire, è di buon senso, ma pedonalizzare certe strade e piazze in nome del dio-bicicletta le ha desertificate per il commercio. Per far sparire un negozio bastano pochi mesi di chiusura al traffico, per riaprirlo ci vogliono anni".
Al di là del nome della lista e del candidato, però, è innegabile che nel simbolo risalti soprattutto l'elemento grafico centrale, a costo di lasciare perplessi o di scandalizzare gli osservatori. Impossibile che passi inosservata quella che ha tutta l'aria di essere la famosa pillola blu, un esemplare di Viagra debitamente marcato con la citata sigla Sos. E' davvero così o è tutto un gigantesco abbaglio? "Beh - ammette Zanetti, non senza un accenno di sorriso, anche perché l'emblema l'ha creato lui - la nostra intenzione era proprio di suscitare più interesse e interrogativi rispetto al solito Duomo stilizzato, alle mani che si stringono o alle frecce. Siamo arrivati a questa grafica tra il trasgressivo e il sorridente con un ragionamento piuttosto semplice: secondo noi Milano va 'tirata su' e occorre una medicina, da lì pensare alla pillola che 'solleva' per antonomasia è stato facile...".
Certamente la scelta è destinata a suscitare curiosità e perplessità, ma tutto è stato messo in conto: "Abbiamo rischiato critiche e prese in giro - riconosce il creatore del logo - ma questo, per assurdo, può darci più visibilità e aiutarci a far conoscere il nostro programma, che è serio quanto dev'esserlo quello di una lista civica: quel curioso oggetto, magari, attira l'attenzione anche sulle nostre bandiere del buon senso e della competenza, scritte in piccolo ma presenti. Non abbiamo mezzi adatti per contrastare Pd, Lega e M5S, al massimo possiamo permetterci la guerriglia, dando uno shock che permettesse a qualcuno di accorgersi di noi: al di là di quattro bigottoni che comunque non ci avrebbero votato, nel far sorridere qualcuno è più facile farsi vedere. Del resto, la nostra non è nemmeno un'idea tanto nuova: la 500X della Fiat, nella pubblicità, non era frutto di una pillolina di Viagra?" 
Eppure, proprio in quello spot, la pillola blu era esagonale, forse per evitare grane di qualche tipo con le case farmaceutiche produttrici, anche se il riferimento era chiarissimo ugualmente: come la si mette in questo caso? "In effetti anche noi abbiamo leggermente alterato la pillola nelle proporzioni, proprio per risparmiarci guai legali - conclude Zanetti - e comunque nella descrizione ufficiale abbiamo parlato di un rombo tridimensionale, se poi qualcuno lo interpreta come 'pillola dell'amore', beh, è libero di farlo...", E se poi, in questa vicenda, qualche azienda farmaceutica dovesse sentirsi lesa e volesse diffidare la lista perché cambi simbolo, di certo Sosteniamo Milano avrebbe più pubblicità che danno...

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