Sorprese poche, a ben guardare, nel simbolo che Fratelli d'Italia adotterà a Roma, per sostenere la corsa a sindaca della propria leader Giorgia Meloni: le osservazioni che si possono fare riguardano, al più, le soluzioni grafiche che sono state adottate.
Le proporzioni del contrassegno sono più o meno quelle di altri emblemi partitici che circolano: due terzi dello spazio sono riservati alla grafica politica tradizionale, mentre il terzo rimanente (nella parte bassa) è dedicato al nome di chi è candidat* al Campidoglio. Vista però la particolare struttura composita del marchio politico di Fdi - che ha la "pulce" di Alleanza nazionale nella parte più bassa e certamente lì non poteva continuare a stare anche questa volta - i grafici hanno fatto la scelta di spostare il "bollino" di An giusto in centro (o quasi, essendo leggermente spostato verso il basso), per coprire il nodo tricolore di corde che accompagna il partito della Meloni dall'inizio; per l'esattezza, anzi, in questo l'emblema torna all'antico, perché da quando era stato inserito il simbolo di An nel 2014 le corde procedevano in modo lineare, con i colori sempre nella stessa posizione (come se, dunque, il loghino di An non avesse celato alcun nodo), mentre ora le tinte sono invertite proprio come nei primi disegni, direttamente mutuati dalle ultime campagne di Alleanza nazionale.
Risultato inevitabile di questa gestione degli spazi è l'emergere netto dell'espressione "Meloni sindaco" (nera su bianco), con il patronimico della candidata assai più evidente - e anche di poco più grande - rispetto al nome del partito. Il risultato finale, a dispetto delle proporzioni alterate rispetto al consueto, sembra comunque più gradevole dell'inserimento del cognome giallo tentato alle elezioni europee del 2014, una soluzione per fortuna abbandonata in fretta.
Al di là delle elezioni romane, è facile notare con il rapporto tra Fratelli d'Italia guidata da Meloni e la Lega Nord a guida Salvini sia sempre più stretto e non riguardi soltanto il livello nazionale o le grandi città come Roma e Milano: anche nei centri minori, infatti, i due partiti si trovano a collaborare e, magari, a presentare liste federate con i loro emblemi in vista. Accadrà per esempio a Casina, paese montano della provincia di Reggio Emilia, in cui una lista guidata da Alberto Bizzocchi - Liberiamo Casina - schiererà nel contrassegno elettorale le miniature dei due simboli della Lega e di Fdi. In un primo tempo si era parlato della presenza anche della "pulce" di Forza Italia, ma stando alle ultime notizie - condite da varie polemiche - non ci sarà. In un'epoca in cui i simboli di partito, nelle realtà più piccole, sono quasi sempre tenuti nascosti o comunque in secondo piano, colpisce sempre quando qualcuno sceglie di metterli in evidenza; vedere affiancati i loghi di Lega e Fdi, in ogni caso, più che una sorpresa è una conferma.
Le proporzioni del contrassegno sono più o meno quelle di altri emblemi partitici che circolano: due terzi dello spazio sono riservati alla grafica politica tradizionale, mentre il terzo rimanente (nella parte bassa) è dedicato al nome di chi è candidat* al Campidoglio. Vista però la particolare struttura composita del marchio politico di Fdi - che ha la "pulce" di Alleanza nazionale nella parte più bassa e certamente lì non poteva continuare a stare anche questa volta - i grafici hanno fatto la scelta di spostare il "bollino" di An giusto in centro (o quasi, essendo leggermente spostato verso il basso), per coprire il nodo tricolore di corde che accompagna il partito della Meloni dall'inizio; per l'esattezza, anzi, in questo l'emblema torna all'antico, perché da quando era stato inserito il simbolo di An nel 2014 le corde procedevano in modo lineare, con i colori sempre nella stessa posizione (come se, dunque, il loghino di An non avesse celato alcun nodo), mentre ora le tinte sono invertite proprio come nei primi disegni, direttamente mutuati dalle ultime campagne di Alleanza nazionale.
Risultato inevitabile di questa gestione degli spazi è l'emergere netto dell'espressione "Meloni sindaco" (nera su bianco), con il patronimico della candidata assai più evidente - e anche di poco più grande - rispetto al nome del partito. Il risultato finale, a dispetto delle proporzioni alterate rispetto al consueto, sembra comunque più gradevole dell'inserimento del cognome giallo tentato alle elezioni europee del 2014, una soluzione per fortuna abbandonata in fretta.
Al di là delle elezioni romane, è facile notare con il rapporto tra Fratelli d'Italia guidata da Meloni e la Lega Nord a guida Salvini sia sempre più stretto e non riguardi soltanto il livello nazionale o le grandi città come Roma e Milano: anche nei centri minori, infatti, i due partiti si trovano a collaborare e, magari, a presentare liste federate con i loro emblemi in vista. Accadrà per esempio a Casina, paese montano della provincia di Reggio Emilia, in cui una lista guidata da Alberto Bizzocchi - Liberiamo Casina - schiererà nel contrassegno elettorale le miniature dei due simboli della Lega e di Fdi. In un primo tempo si era parlato della presenza anche della "pulce" di Forza Italia, ma stando alle ultime notizie - condite da varie polemiche - non ci sarà. In un'epoca in cui i simboli di partito, nelle realtà più piccole, sono quasi sempre tenuti nascosti o comunque in secondo piano, colpisce sempre quando qualcuno sceglie di metterli in evidenza; vedere affiancati i loghi di Lega e Fdi, in ogni caso, più che una sorpresa è una conferma.
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