Avevano detto che il simbolo sarebbe stato scelto dai napoletani e così è stato: Napoli in comune, uno dei gruppi - si è parlato di una vera e propria infornata di liste - che sosterranno la ricandidatura a sindaco di Luigi De Magistris, tra il 20 e il 23 marzo ha messo in votazione quattro alternative grafiche per il proprio contrassegno (il primo giorno, domenica, si è votato nel gazebo di Piazza Dante, nei giorni successivi si è utilizzata una procedura di voto online). La scelta della maggioranza, alla fine, è caduta sul cerchio rosso che contiene la dicitura "Napoli in Comune A SINISTRA" e, tra la seconda e la terza riga, la stilizzazione di una bandiera rossa al vento, appena messa in evidenza da un'ombra e dalla sua duplicazione bianca, retrostante.
Quasi un votante su due ha scelto questa raffigurazione (per l'esattezza, il 47%, anche se non ci sono dati assoluti sul numero dei votanti). Certo, le alternative in gioco avevano alcuni elementi comuni e, probabilmente, indefettibili: si trattava della denominazione e del fondo rosso, caratteri imprescindibili della "comunità politica di donne è uomini" che si è riconosciuta nel percorso esplicitato nel documento A Sinistra per rafforzare la sfida del cambiamento. Visto il titolo appena citato, non stupisce che l'opzione meno votata (ha raccolto solo l'8% dei consensi) fosse l'unica che non conteneva il riferimento esplicito alla sinistra, come a voler dire che i potenziali elettori della lista vogliono che sia ben chiaro da quale parte stiano.
Sono andate un po' meglio le versioni che contenevano anche il nome di De Magistris: quella solo testuale ha ottenuto il 20%, quella con anche la bandiera è arrivata al 25%, pur essendo graficamente più "affollata" e avendo costretto a ridurre le dimensioni di tutti gli elementi del contrassegno.
Anche sommando questi due risultati, tuttavia, si ottiene un consenso sempre minore rispetto alla proposta risultata vincitrice: segno, questo, che per i napoletani che hanno partecipato al voto non era fondamentale l'indicazione personale del candidato sindaco. Per riconoscersi bastavano il nome. la parola "Sinistra" e la bandiera: il vessillo, ovviamente, non è uno qualunque, ma quello di Syriza, il partito greco guidato da Alexis Tsipras che da più di qualcuno in Italia è guardato come esempio interessante.
Certo, graficamente forse ci si è complicati la vita proprio con la bandiera e con le font piuttosto sottili, che nella stampa delle schede rischiano di non avere un'ottima resa. Eppure, quella bandiera rossa con la parola "Sinistra" scritta sotto ha messo in moto qualche ingranaggio della memoria: dalla redazione, infatti, Arturo Famiglietti ha ripescato l'immagine elaborata nel 1991 da Andrea Rauch (che in seguito avrebbe disegnato il simbolo dell'Ulivo) in seguito a una ricerca condotta assieme allo storico di araldica e simbologia Alessandro Savorelli: l'idea, ironica ma non troppo, era di rielaborare due icone 'sacre' per i movimenti progressisti - scriveva nel 2008 Gianni Sinni su Social Design Zine - quali la bandiera rossa e la colomba della pace di Picasso. Ridendo e scherzando, il risultato grafico rimane a tutt'oggi d'impatto: chissà come mai nessuno ha pensato di riprenderlo in mano, anche solo per un attimo...
Quasi un votante su due ha scelto questa raffigurazione (per l'esattezza, il 47%, anche se non ci sono dati assoluti sul numero dei votanti). Certo, le alternative in gioco avevano alcuni elementi comuni e, probabilmente, indefettibili: si trattava della denominazione e del fondo rosso, caratteri imprescindibili della "comunità politica di donne è uomini" che si è riconosciuta nel percorso esplicitato nel documento A Sinistra per rafforzare la sfida del cambiamento. Visto il titolo appena citato, non stupisce che l'opzione meno votata (ha raccolto solo l'8% dei consensi) fosse l'unica che non conteneva il riferimento esplicito alla sinistra, come a voler dire che i potenziali elettori della lista vogliono che sia ben chiaro da quale parte stiano.
Sono andate un po' meglio le versioni che contenevano anche il nome di De Magistris: quella solo testuale ha ottenuto il 20%, quella con anche la bandiera è arrivata al 25%, pur essendo graficamente più "affollata" e avendo costretto a ridurre le dimensioni di tutti gli elementi del contrassegno.
Anche sommando questi due risultati, tuttavia, si ottiene un consenso sempre minore rispetto alla proposta risultata vincitrice: segno, questo, che per i napoletani che hanno partecipato al voto non era fondamentale l'indicazione personale del candidato sindaco. Per riconoscersi bastavano il nome. la parola "Sinistra" e la bandiera: il vessillo, ovviamente, non è uno qualunque, ma quello di Syriza, il partito greco guidato da Alexis Tsipras che da più di qualcuno in Italia è guardato come esempio interessante.
Immagine tratta da sdz.aiap.it |
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