Tra le forze che si misureranno alle prossime elezioni amministrative di Cagliari, ce n'è una che - al di là degli aspetti simbolici, comunque interessanti, di cui si dirà dopo - merita particolare attenzione, per la sua origine e per il progetto che propone ai cittadini. DemoDiretta non è solo una delle tante liste che faranno parte della coalizione di Piergiorgio Massidda (già parlamentare di Forza Italia e Pdl, ma stavolta si presenta con una connotazione civica, oltre che con un gran numero di liste): si concepisce, innanzitutto, come strumento di partecipazione dei cittadini. In senso letterale.
Il gruppo che ha iniziato quest'avventura è composto interamente da persone che hanno deciso di allontanarsi dal MoVimento 5 Stelle, all'indomani della mancata concessione del simbolo ufficiale da parte dello staff di Beppe Grillo. Dopo un periodo di decantazione - e dopo che qualcuno aveva verificato la possibilità, poi non concretizzatasi, di mettere in rete tutti coloro che, nel tempo, erano fuoriusciti dal MoVimento - hanno pensato di rimettersi in gioco con un nuovo progetto, per portare avanti idee che erano già in embrione nel M5S, ma potevano essere meglio concretizzate in un altro modo.
"Attenzione però - precisa Massimo Turella, tra i fondatori di questa esperienza, insieme ad Alessandro Polese, Roberto De Santis, Nicola Di Cesare e Antonio Massoni - qui non si fanno paragoni con l'esperienza del MoVimento, non ci sono rimpianti, spiriti di rivalsa o di vendetta. Semplicemente, abbiamo preso atto di come quell'esperienza non fosse più positiva, essendosi rivelata diversa da quella che credevamo, e abbiamo cercato un'altra strada per cercare di ottenere risultati concreti a partire dai territori".
DemoDiretta, come si diceva, non partecipa da sola alle elezioni, ma come parte di una coalizione: si tratta di una sostanziale novità, visto che fin qui la scelta di una corsa solitaria è stata un elemento costante per il M5S, ma anche per gran parte delle liste dei fuoriusciti. "Cagliari è una città bellissima - continua Turella - ma sta morendo, massacrata da anni di immobilismo, soldi buttati, vassallaggio nei confronti di Roma: si tratta di mettersi d'impegno per cambiare le cose. Lo facciamo aderendo alla coalizione di Piergiorgio Massidda, che non è un personaggio nuovo ma può fare cose buone per Cagliari, anche grazie a noi che siamo realmente nuovi".
Il gruppo che ha iniziato quest'avventura è composto interamente da persone che hanno deciso di allontanarsi dal MoVimento 5 Stelle, all'indomani della mancata concessione del simbolo ufficiale da parte dello staff di Beppe Grillo. Dopo un periodo di decantazione - e dopo che qualcuno aveva verificato la possibilità, poi non concretizzatasi, di mettere in rete tutti coloro che, nel tempo, erano fuoriusciti dal MoVimento - hanno pensato di rimettersi in gioco con un nuovo progetto, per portare avanti idee che erano già in embrione nel M5S, ma potevano essere meglio concretizzate in un altro modo.
"Attenzione però - precisa Massimo Turella, tra i fondatori di questa esperienza, insieme ad Alessandro Polese, Roberto De Santis, Nicola Di Cesare e Antonio Massoni - qui non si fanno paragoni con l'esperienza del MoVimento, non ci sono rimpianti, spiriti di rivalsa o di vendetta. Semplicemente, abbiamo preso atto di come quell'esperienza non fosse più positiva, essendosi rivelata diversa da quella che credevamo, e abbiamo cercato un'altra strada per cercare di ottenere risultati concreti a partire dai territori".
DemoDiretta, come si diceva, non partecipa da sola alle elezioni, ma come parte di una coalizione: si tratta di una sostanziale novità, visto che fin qui la scelta di una corsa solitaria è stata un elemento costante per il M5S, ma anche per gran parte delle liste dei fuoriusciti. "Cagliari è una città bellissima - continua Turella - ma sta morendo, massacrata da anni di immobilismo, soldi buttati, vassallaggio nei confronti di Roma: si tratta di mettersi d'impegno per cambiare le cose. Lo facciamo aderendo alla coalizione di Piergiorgio Massidda, che non è un personaggio nuovo ma può fare cose buone per Cagliari, anche grazie a noi che siamo realmente nuovi".
Il punto centrale del programma di DemoDiretta - anzi, da cui il gruppo stesso prende il nome - in realtà, è uno strumento che, partendo da Cagliari e dalla Sardegna, potenzialmente potrebbe essere esportato ovunque. "DemoDiretta - spiega Turella - è innanzitutto una piattaforma del tutto gratuita che consente a ogni cittadino di esprimere il proprio parere su qualunque tipo di questione: è sufficiente essere in possesso della firma digitale e si potrà firmare petizioni, partecipare a consultazioni indette dall'amministrazione comunale o da altri soggetti. Il voto, con questo sistema, è facile da esprimere, è assolutamente certificato e non può essere manipolato da nessuno".
Il sistema, cui ha lavorato soprattutto Alessandro Polese, era già allo studio da circa un anno; l'avvicinarsi del voto amministrativo ha dato al gruppo nuova spinta per arrivare a quello che potrebbe essere il primo tassello di una rivoluzione. "Il nostro primo obiettivo, ovviamente, è cercare di entrare in consiglio comunale per 'istituzionalizzare' il metodo DemoDiretta - chiarisce Turella - se però, da lì, un altro comune o un diverso ente fosse interessato a quella piattaforma, sarebbe un'ottima notizia e il raggio potrebbe allargarsi. Penso del resto che quel sistema sia il futuro: anche votare, in questo modo, diventerebbe molto più facile e meno costoso, nel giro di qualche anno sarebbe sufficiente dotare tutti di firma digitale e si potrebbero rivoluzionare le elezioni. Introdurre questo sistema per le consultazioni su temi determinati, tra l'altro, permetterebbe di avere un rapporto molto più stretto tra elettori ed eletti: non si violerebbe il divieto di mandato imperativo, ma il parlamentare sarebbe molto più responsabilizzato e cambierebbe idea con più difficoltà".
Per distinguersi sulla scheda, DemoDiretta ha adottato un contrassegno particolare, impossibile da confondere: centro di tutto è la stilizzazione di una folla "triangolare" di sagome umane, vista di fronte, con la figura in primo piano messa in evidenza col colore. "L'idea - precisa ancora Turella - era di dare il senso della partecipazione del singolo all'interno della comunità: pur essendo in mezzo a tanti, cioè, la persona può essere speciale, ma non perché è diversa, migliore o peggiore... semplicemente perché ha un valore di per sé ed è giusto che lo esprima". Sopra a quel disegno c'è il nome del movimento/sistema, scritto su due righe e a due colori, con la stessa lettera che, ruotata di 180 gradi, può essere una "D" o una "a": "in qualche modo la lettera è vista a specchio, qualcosa che può ricordare il rapporto speculare tra eletto e cittadini, tra rappresentanti e base, qualcosa che oggi invece per noi non c'è".
In questo caso, peraltro, al nucleo centrale del simbolo si accompagna un QR Code che, se letto da un apparecchio mobile collegato alla rete, apre direttamente il sito di DemoDiretta. Sarebbe la prima volta che un codice simile finirebbe sulle schede elettorali, anche se in effetti un precedente mancato ci sarebbe. Un precedente nient'affatto casuale, se si considera che il primo emblema a contenere il QR Code era quello del Nuovo Movimento Sardegna: si trattava appunto della lista civica messa in campo all'inizio del 2014 dagli attiVisti sardi cui non era stato riconosciuto il simbolo del M5S, dopo che l'ufficio elettorale regionale aveva negato loro l'uso di un contrassegno che contenesse allo stesso tempo la parola "Movimento" e cinque disegni simili a stelle. Ancora meno si può parlare di caso se si considera che colui che concepì due anni fa quell'emblema, Antonio Massoni, è parte della squadra di DemoDiretta.
Ora, a dividere il simbolo dalle schede elettorali c'è solo la raccolta di firme, che verrà completata in questi giorni. Cagliari si prepara dunque ad accogliere su manifesti e schede il simbolo più moderno mai visto: certo in cabina elettorale il QR Code non rimanderà ad alcun sito - nessuno smartphone dovrebbe entrare lì dentro - ma servirà comunque per farsi riconoscere meglio.
Per distinguersi sulla scheda, DemoDiretta ha adottato un contrassegno particolare, impossibile da confondere: centro di tutto è la stilizzazione di una folla "triangolare" di sagome umane, vista di fronte, con la figura in primo piano messa in evidenza col colore. "L'idea - precisa ancora Turella - era di dare il senso della partecipazione del singolo all'interno della comunità: pur essendo in mezzo a tanti, cioè, la persona può essere speciale, ma non perché è diversa, migliore o peggiore... semplicemente perché ha un valore di per sé ed è giusto che lo esprima". Sopra a quel disegno c'è il nome del movimento/sistema, scritto su due righe e a due colori, con la stessa lettera che, ruotata di 180 gradi, può essere una "D" o una "a": "in qualche modo la lettera è vista a specchio, qualcosa che può ricordare il rapporto speculare tra eletto e cittadini, tra rappresentanti e base, qualcosa che oggi invece per noi non c'è".
In questo caso, peraltro, al nucleo centrale del simbolo si accompagna un QR Code che, se letto da un apparecchio mobile collegato alla rete, apre direttamente il sito di DemoDiretta. Sarebbe la prima volta che un codice simile finirebbe sulle schede elettorali, anche se in effetti un precedente mancato ci sarebbe. Un precedente nient'affatto casuale, se si considera che il primo emblema a contenere il QR Code era quello del Nuovo Movimento Sardegna: si trattava appunto della lista civica messa in campo all'inizio del 2014 dagli attiVisti sardi cui non era stato riconosciuto il simbolo del M5S, dopo che l'ufficio elettorale regionale aveva negato loro l'uso di un contrassegno che contenesse allo stesso tempo la parola "Movimento" e cinque disegni simili a stelle. Ancora meno si può parlare di caso se si considera che colui che concepì due anni fa quell'emblema, Antonio Massoni, è parte della squadra di DemoDiretta.
Ora, a dividere il simbolo dalle schede elettorali c'è solo la raccolta di firme, che verrà completata in questi giorni. Cagliari si prepara dunque ad accogliere su manifesti e schede il simbolo più moderno mai visto: certo in cabina elettorale il QR Code non rimanderà ad alcun sito - nessuno smartphone dovrebbe entrare lì dentro - ma servirà comunque per farsi riconoscere meglio.
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