Alle elezioni, è ovvio, i bambini non votano, ma il sospetto è che, in certe parti d'Italia, i piccoli potrebbero divertirsi molto a guardare le schede e i manifesti, per i motivi più diversi. Si prenda Milano, per esempio: nell'attesa che i loro genitori sbrighino le operazioni di voto e li vengano a riprendere nei corridoi delle sedi di seggio, i bimbi potrebbero divertirsi a giocare con i colori e a vedere gli effetti delle loro combinazioni. Merito essenzialmente del simbolo di Noi, Milano, cioè la lista "civica" (e "personale") di Beppe Sala: il logo è stato presentato giusto ieri e andrà ad affiancarsi a quello del Pd e agli altri segni distintivi delle liste della coalizione di centrosinistra.
Per chi lo guarda, l'emblema dà inevitabilmente una sensazione di déjà vu, e non può essere altrimenti. Lo slogan è proprio lo stesso utilizzato da Sala nella campagna delle primarie (con tanto di polemiche per la somiglianza del nome con una lista civica e del simbolo con quello di Ncd), la stessa in cui era stato impiegato per la prima volta il segno del "fumetto", che nel nuovo simbolo contiene le parti testuali ed è stato replicato più volte con i tre colori primari, le cui sovrapposizioni si tingono delle varie combinazioni cromatiche possibili. Anche questo, ovviamente, non è un tema nuovo, ma è una sorta di "biglietto da visita" per Sala: tutti quanti, infatti, hanno subito notato che lo stesso gioco cromatico era alla base del marchio di Expo 2015 ed era quasi naturale che chi è stato amministratore delegato di Expo 2015 Spa e (dal 6 maggio 2013) commissario del governo per l'Expo si fregiasse di qualche rimando grafico a quell'esperienza.
I colori, però, sembrano piacere anche a qualche avversario di Sala. Che dire, ad esempio, di Basilio Rizzo, 33 anni di esperienza in consiglio comunale a Milano, eletto l'ultima volta nella lista "Sinistra per Pisapia" e che vorrebbe portare avanti il disegno politico iniziato con quell'amministrazione? Anche il simbolo della lista di sinistra è stato presentato da poco ed è così descritto da Alessandro Braga per Radio Popolare: "Uno spicchio rosso, con la scritta 'Sinistra e Costituzione', il nome 'Milano in Comune', con tre semicerchi colorati (arancione, verde e viola) e sotto, bianca in campo rosso, la scritta 'Basilio Rizzo sindaco'".
La "lunetta" rossa, per chi ha buona memoria, era la stessa che spuntava negli anni 2000 a destra del simbolo di Rifondazione comunista, con la scritta "sinistra europea". I tre semicerchi colorati - che un po' ricordano la lunetta appena vista, un po' sembrano onde sonore che partono dal nome della lista e si propagano - sono meno giustificati, ma si possono spiegare in ottica oppositiva a Sala: se lui ha schierato i colori fondamentali, Rizzo ha impiegato i colori secondari, che risultano dalla mescolanza di quelle stesse tinte, come a dire che il lavoro della lista - e, in realtà, la stessa Milano - è frutto della somma di vari apporti individuali, senza che i componenti originari si possano più distinguere. Tutta roba su cui un bambino potrebbe arrovellarsi a lungo, facendo mille domande una dopo l'altra.
La "lunetta" rossa, per chi ha buona memoria, era la stessa che spuntava negli anni 2000 a destra del simbolo di Rifondazione comunista, con la scritta "sinistra europea". I tre semicerchi colorati - che un po' ricordano la lunetta appena vista, un po' sembrano onde sonore che partono dal nome della lista e si propagano - sono meno giustificati, ma si possono spiegare in ottica oppositiva a Sala: se lui ha schierato i colori fondamentali, Rizzo ha impiegato i colori secondari, che risultano dalla mescolanza di quelle stesse tinte, come a dire che il lavoro della lista - e, in realtà, la stessa Milano - è frutto della somma di vari apporti individuali, senza che i componenti originari si possano più distinguere. Tutta roba su cui un bambino potrebbe arrovellarsi a lungo, facendo mille domande una dopo l'altra.
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