Prima di tutto un'ammissione necessaria: mi ero sbagliato. Giusto pochi giorni fa, alla notizia del ritiro della candidatura di Corrado Passera a sindaco di Milano e del suo sostegno a Stefano Parisi attraverso una lista civica, avevo immaginato che il simbolo di questa non avrebbe contenuto né il nome di Parisi (in base a un accordo che in qualche modo era stato stretto all'interno della coalizione, specialmente con Berlusconi), né simboli partitici, "nemmeno quello di Milano unica". Alla fine, invece, nel simbolo presentato ieri sono apparsi tanto il nome di Parisi, quanto la scritta "Milano unica": tutto questo, probabilmente, è stato frutto di una rapida evoluzione che si è consumata nelle ore precedenti l'annuncio.
In realtà, già domenica qualcuno aveva fatto notare che la costruzione del simbolo di quella lista civica a favore di Parisi non sarebbe stata una passeggiata. Alessandra Ghisleri di Euromedia Research, ad esempio, aveva ricordato che, "dal punto di vista del consenso, un simbolo in più sulla scheda, se incarna una proposta nota, rappresenta un valore che altrimenti rischia di perdere concretezza", rischio che si poteva correre se Passera fosse stato del tutto assente dalla grafica elettorale di Sala, "soprattutto dopo una campagna elettorale fortemente concentrata sulla persona quale è stata quella di Corrado Passera".
Lo stesso articolo che citava la Ghisleri, scritto per il Corriere da Marco Cremonesi, ricordava l'accordo che impediva a Parisi di "utilizzare il proprio nome sulla sua lista civica" (a differenza di quanto sarebbe comunque avvenuto con gli emblemi di Forza Italia, Milano popolare e Fratelli d'Italia), aggiungendo che l'idea iniziale era di indicare invece il nome del capolista, l'ex sindaco di centrodestra Gabriele Albertini; l'emersa opportunità di dare peso grafico anche a Passera avrebbe affidato ai creativi la difficile risoluzione del "rebus di un marchio per la lista Parisi che citi Albertini e Passera ma non Parisi".
Quel rebus doveva essere troppo difficile da risolvere, al punto che qualcosa nella partita del nome si è sbloccato nelle ore successive: secondo i media (lo scrive, ad esempio, Andrea Senesi sul Corriere) sarebbe stato Berlusconi in persona a consentire l'inserimento del nome di Parisi, per evitare "il paradosso" del nome del candidato sindaco mancante solo sulla sua lista personale, specie se sul logo ci fosse stato (anche) il riferimento ad Albertini: un paradosso, probabilmente, più forte della "paura di vedere cannibalizzato il voto a Forza Italia" che aveva portato l'ex presidente del consiglio a quella richiesta.
Quando alla fine il simbolo è stato presentato, Gabriele Albertini lo si è visto in carne e ossa, ma non sull'emblema in questione. Si è scelta la dicitura generica (ma quasi personalizzata) di Lista civica Parisi, conservando dell'immagine coordinata utilizzata fin qui dal candidato sindaco tanto il triangolino tricolore (che nasconde in parte la parola "Civica", come nelle grafiche nascondeva un pezzo del cognome), quanto il colore giallo carico, che tinge il fondo del cerchio, sul quale si legge in filigrana la mappa del centro storico di Milano. In alto è stato inserito lo slogan "Io corro per Milano", già varato alla fine di febbraio; in basso, invece, è stato inserita l'espressione "per una Milano unica", con le ultime due parole in netta evidenza. Si tratta, ovviamente, del riferimento alla forza politica di Corrado Passera, declinata in chiave locale, senza una citazione diretta del leader (che non è candidato).
Le amministrative di Milano potevano essere la prima vera occasione di visibilità per il partito di Passera; il fatto che sul contrassegno della lista Parisi - cui Italia unica partecipa assieme ad alcuni candidati di Fare per Fermare il declino - non appaia il simbolo ma solo il nome, può rappresentare piuttosto un test, un esperimento per vedere l'effetto che fa, con la possibilità di presentare il simbolo originale in future competizioni elettorali dopo un primo radicamento territoriale consolidato dal voto milanese.
In realtà, già domenica qualcuno aveva fatto notare che la costruzione del simbolo di quella lista civica a favore di Parisi non sarebbe stata una passeggiata. Alessandra Ghisleri di Euromedia Research, ad esempio, aveva ricordato che, "dal punto di vista del consenso, un simbolo in più sulla scheda, se incarna una proposta nota, rappresenta un valore che altrimenti rischia di perdere concretezza", rischio che si poteva correre se Passera fosse stato del tutto assente dalla grafica elettorale di Sala, "soprattutto dopo una campagna elettorale fortemente concentrata sulla persona quale è stata quella di Corrado Passera".
Lo stesso articolo che citava la Ghisleri, scritto per il Corriere da Marco Cremonesi, ricordava l'accordo che impediva a Parisi di "utilizzare il proprio nome sulla sua lista civica" (a differenza di quanto sarebbe comunque avvenuto con gli emblemi di Forza Italia, Milano popolare e Fratelli d'Italia), aggiungendo che l'idea iniziale era di indicare invece il nome del capolista, l'ex sindaco di centrodestra Gabriele Albertini; l'emersa opportunità di dare peso grafico anche a Passera avrebbe affidato ai creativi la difficile risoluzione del "rebus di un marchio per la lista Parisi che citi Albertini e Passera ma non Parisi".
Quel rebus doveva essere troppo difficile da risolvere, al punto che qualcosa nella partita del nome si è sbloccato nelle ore successive: secondo i media (lo scrive, ad esempio, Andrea Senesi sul Corriere) sarebbe stato Berlusconi in persona a consentire l'inserimento del nome di Parisi, per evitare "il paradosso" del nome del candidato sindaco mancante solo sulla sua lista personale, specie se sul logo ci fosse stato (anche) il riferimento ad Albertini: un paradosso, probabilmente, più forte della "paura di vedere cannibalizzato il voto a Forza Italia" che aveva portato l'ex presidente del consiglio a quella richiesta.
Quando alla fine il simbolo è stato presentato, Gabriele Albertini lo si è visto in carne e ossa, ma non sull'emblema in questione. Si è scelta la dicitura generica (ma quasi personalizzata) di Lista civica Parisi, conservando dell'immagine coordinata utilizzata fin qui dal candidato sindaco tanto il triangolino tricolore (che nasconde in parte la parola "Civica", come nelle grafiche nascondeva un pezzo del cognome), quanto il colore giallo carico, che tinge il fondo del cerchio, sul quale si legge in filigrana la mappa del centro storico di Milano. In alto è stato inserito lo slogan "Io corro per Milano", già varato alla fine di febbraio; in basso, invece, è stato inserita l'espressione "per una Milano unica", con le ultime due parole in netta evidenza. Si tratta, ovviamente, del riferimento alla forza politica di Corrado Passera, declinata in chiave locale, senza una citazione diretta del leader (che non è candidato).
Le amministrative di Milano potevano essere la prima vera occasione di visibilità per il partito di Passera; il fatto che sul contrassegno della lista Parisi - cui Italia unica partecipa assieme ad alcuni candidati di Fare per Fermare il declino - non appaia il simbolo ma solo il nome, può rappresentare piuttosto un test, un esperimento per vedere l'effetto che fa, con la possibilità di presentare il simbolo originale in future competizioni elettorali dopo un primo radicamento territoriale consolidato dal voto milanese.
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