sabato 9 aprile 2016

Lega a Roma e Passera a Milano: illazioni simboliche

Sarà pure retorico dirlo, ma è la verità: "Partita finisce quando arbitro fischia": la massima coniata dal venerato maestro Vujadin Boškov colpisce nel segno anche quando si parla di contrassegni elettorali. Ora che si conosce la data delle elezioni (il 5 giugno 2016), si può dire con assoluta certezza che i documenti per la presentazione delle candidature dovranno essere presentati nelle rispettive segreterie comunali tra le ore 8 del 6 maggio e le ore 12 del 7 maggio. L'esame del materiale depositato - simboli compresi - da parte della (sotto)commissione elettorale circondariale competente, dovrà concludersi entro l'8 maggio e, in caso di rilievi da parte dell'organo, ci sarà tempo entro il 10 maggio per presentare un nuovo emblema (che entro quel giorno dovrà essere vagliato). 
Fino al 7 (se va tutto bene) o, al più, fino al 10 maggio, dunque, il panorama simbolico delle prossime elezioni amministrative potrà subire cambiamenti: certo, alcune liste scontente potrebbero ricorrere alla giustizia amministrativa, spostando ulteriormente in là il termine, ma si tratta di casi limite (che, tra l'altro, non fanno la felicità delle tipografie che devono stampare schede e manifesti). In questo mese, obiettivamente, può ancora accadere di tutto: si possono far nascere nuove liste, farne sparire altre ed elaborare grafiche più o meno fantasiose.
Ogni notizia può scatenare l'immaginazione dei notisti politici, come la candidatura di Irene Pivetti come "capolista della Lega" a Roma. "Della Lega - nota acutamente Giovanni Bucchi su Formiche.net - non di Noi con Salvini (e nemmeno della Lega Nord, il Capitano è stato attento a non pronunciare la parola Nord)". Il Capitano, ovvio, è Matteo Salvini, il quale in conferenza stampa non avrebbe parlato a caso; da più parti, del resto, si è detto di problemi organizzativi di Noi con Salvini nella Capitale. Anche per questo, Bucchi pensa che la Pivetti sarà "la capolista di un’unica lista che dovrebbe riportare entrambi i nomi e un simbolo pensato appositamente per questa tornata elettorale romana". 
Per qualcuno la tentazione di immaginare un emblema ad hoc è stata forte: Il Tempo, accanto al pezzo di Carlantonio Solimene e accompagnato dalla scritta Sarà così?, ha pubblicato un "marchio" ibrido, basato sulla grafica di Noi con Salvini, ma con la parola "Lega" - gialla, enorme - a sostituire le prime due parole del nome e l'indicazione, in basso e in rosso, della città di Roma. Che si possa trattare di una boutade (pur non del tutto infondata) escogitata da qualcuno lo suggerisce l'uso della font Helvetica per la parola "Lega", non coerente con il resto della grafica (e nemmeno con quella tradizionale del Carroccio); resta però la curiosità di vedere cosa inventerà lo staff di comunicazione leghista per dare un contributo significativo alla candidatura di Giorgia Meloni.
Quasi impossibile che sia vero...
Altri simboli, invece, hanno tutto il tempo di tramontare, ad esempio quello - piuttosto anonimo - che accompagnava la corsa a sindaco di Corrado Passera, che pur era stato tra i primissimi ad annunciare la sua discesa in campo verso Palazzo Marino. Giusto oggi, infatti, l'ex ministro ha fatto sapere che sosterrà Stefano Parisi, per aiutarlo a vincere fin dal primo turno. 
Interpretando le frasi del comunicato ufficiale, nel quale Passera spiega di dare vita "con Stefano Parisi a una lista civica comune" e Parisi sottolinea che "Corrado Passera costituisce un grande valore aggiunto per la nostra coalizione e per la lista civica", sembra di capire che non dovrebbe essere presentato un simbolo di partito (nemmeno quello di Milano unica, per esempio), ma appunto un emblema diverso, che magari colori in chiave liberale la "lista del sindaco" che - stando alle solite indiscrezioni - in qualche modo Parisi si sarebbe impegnato a non presentare solo con il proprio nome. Non è affatto detto che il contrassegno somigli alla grafica utilizzata in queste settimane da Passera, ma in fondo non è nemmeno impossibile; in ogni caso, grafici e strateghi del marketing politico hanno tutto il tempo di cambiare idea...

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