Ammettiamolo, in buona parte ci era sfuggito. Non ci eravamo accorti - noi, drogati di politica che cerchiamo di non perdere dettagli per altri insignificanti sulla vita pubblica del nostro paese - che alle ultime regionali, in Veneto, nella lista del Pd che sosteneva Alessandra Moretti c'era anche un certo Lorenzo Damiano. Particolare trascurabile, dite voi? Non esattamente: lo avessimo saputo, per esempio, saremmo stati edotti del fatto che costui era ed è tuttora il presidente di Pescatori di pace, un "movimento Cattolico di liberi cittadini, uomini e donne, residenti in Italia ed all'estero che condividono i valori del Cristianesimo e della Chiesa, della dignità umana, della centralità della famiglia, della libertà, della ricerca della pace in ogni sua forma, della responsabilità, dell'uguaglianza, della giustizia, della legalità, della solidarietà e della sussidiarietà".
Vi siete ripresi da questo elenco interminabile? Bene, giusto in tempo per sapere che quel movimento era nato durante un pellegrinaggio a Medjugorje ("È stato benedetto dalla Madonna", disse Damiano durante la campagna elettorale per le regionali), tant'è che l'effigie di Maria ha accompagnato anche i manifesti elettorali dello stesso presidente. Nello stesso lancio di agenzia - AdnKronos - si leggeva che lo scopo, già allora, era "evangelizzare la politica, dire che il Paradiso esiste, [...] riportare al centro i valori cristiani": traduzione inevitabile, secondo Damiano, era "basta con questa ideologia gender, il genitore 1 e il genitore 2, l’affitto di uteri, le adozioni gay, i matrimoni gay, le unioni civili".
Veniva già allora da chiedersi cosa mai c'entrasse con la Moretti e con la sinistra una posizione simile (già più compatibile, al più, erano l'idea di chiudere alle 16 le aziende, per permettere ai genitori di curare i figli o gli anziani - spiegarlo agli imprenditori sarebbe stato più difficile - o l'istituzione di un assessorato "alla pace e alla carità" ... della Città di Dio?). Ora, guardando su internet, si scopre che i Pescatori di pace hanno un loro sito e una pagina Facebook: spulciando le informazioni, ecco emergere che il riferimento politico è cambiato. In successione, infatti, si vedono foto di Damiano alla presentazione del Popolo della Famiglia di Mario Adinolfi e, udite udite, vari scatti in cui il presidente del movimento è l fianco di Domenico Scilipoti Isgrò (sì, aveva il doppio cognome ma noi l'abbiamo sempre trascurato). Proprio lui, Scilipoti, ora eletto in Forza Italia, e che agli occhi di Damiano è "l'unico politico italiano che ha avuto e, ancor di più oggi, l'ardore di Testimoniare una Nuova politica di Amore e di Pace", risultando indubbiamente utile nel progetto di una "Nuova Evangelizzazione della politica nel nome del Cristo Vivente", così come il movimento si propone.
C'è stato nei giorni scorsi anche un incontro con il candidato sindaco di Forza Italia (e anche della rotondiana Rivoluzione cristiana) Guido Bertolaso, che alle sue spalle aveva il simbolo del movimento: un globo piatto, ombreggiato in blu, che porta in sovrimpressione - oltre al nome - una barca a vela sul mare increspato. La barca di Pietro, evidentemente, quella di uno dei primi "pescatori di uomini" che questa volte vorrebbe portare dei "pescatori di pace". E' molto probabile che l'emblema non finisca sulle schede elettorali: raccogliere mille firme non è una passeggiata e non è detto che il logo sia riconosciuto dai cittadini, ma di certo la campagna elettorale per le amministrative rappresenta per Damiano e il suo gruppo un'occasione di visibilità e di "esportazione" del progetto. Basterà per far andare la barca al largo e gettare le reti?
Speriamo proprio che sta barca affondi prima di prendere il largo...
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