La sfida che si prepara a Napoli con le prossime amministrative avrà diversi profili di interesse. L'attenzione di molti sarà rivolta al comportamento di Bassolino, così come al duello tra De Magistris (a proposito, quante liste avrà?) e la candidata del centrosinistra Valente, nonché al confronto tra tutti questi e l'aspirante sindaco del MoVimento 5 Stelle. C'è almeno un altro motivo, tuttavia, per cui guardare con interesse alla competizione partenopea: valutare, cioè, il comportamento degli elettori che finora hanno votato M5S e che sulla scheda - salvo sorprese - si troveranno a dover scegliere tra il simbolo del MoVimento e quello da poco creato di Napoli libera in Movimento.
E' questo il nome, infatti, che si è dato il gruppo che fa capo a coloro che a febbraio sono stati espulsi dal M5S per avere partecipato "a un gruppo - si leggeva nella mail con cui si comunicava il provvedimento di espulsione - realizzato allo scopo di manipolare il libero confronto per la formazione del metodo di scelta del candidato sindaco e della lista per le elezioni amministrative di Napoli nel 2016".
"Il nome scelto - spiega il portavoce di Napoli libera, Luca Capriello - rappresenta la nostra storia più recente, essendo appunto la denominazione del gruppo nato su Facebook alla fine del 2015 per discutere liberamente tra noi di ciò che, alla presenza del 'facilitatore' Roberto Fico, non era possibile discutere, soprattutto sulle modalità di formazione della lista alle elezioni comunali".
La versione del MoVimento 5 Stelle, va da sé, trova Capriello in totale disaccordo: "Per chi non vive le dinamiche interne dei M5S - precisa - tutti sembrano uniti dietro al logo, ma non è mai stato così. La 'narrazione' esterna sul Movimento è di cittadini disinteressati alle scelte propriamente politiche che lasciano all'assemblea alcune scelte; eppure, in tutta l'Italia è esistito ed esiste uno zoccolo più o meno duro di dissidenti interni, che hanno posto domande a chi guidava il M5S, senza ricevere risposta. Con sempre più nitidezza, abbiamo individuato una 'non-struttura' ombra che orientava e manipolava ogni scelta politica; per quanto riguardava Napoli, prima abbiamo pubblicamente e garbatamente chiesto di condividere con Fico le modalità di scelta dei candidati, volendo marcare una differenza rispetto ai partiti e far abituare una comunità molto eterogenea a scelte più complesse, una volta che si fosse eventualmente arrivati all'amministrazione. Esperito inutilmente quel tentativo, siamo passati al gruppo, con il risultato di essere espulsi: a quel punto abbiamo proseguito sulla via dell'associazione, presentata il 26 marzo al PalaPartenope".
Quell'associazione potrebbe trasformarsi facilmente in una lista civica, operazione facilitata dalla scelta di un simbolo tondo e, potenzialmente, già pronto per la scheda elettorale. "Il logo - spiega Capriello - è stato concepito e realizzato in house: non abbiamo coinvolto in alcun modo esterni, quell'immagine è tutta frutto di un lavoro di gruppo". Alla base dell'intera grafica sembra esserci un concetto di fondo: "la storia non si cancella, ma si può arricchire". L'elemento di continuità maggiore - si vede a occhio nudo - sono le stelle, che però sono sei e non cinque. "La storia in effetti non si cancella, tutto quello che è stato condensato nella Carta di Firenze - sulle cinque stelle, ossia acqua pubblica (beni comuni), mobilità, sviluppo, connettività e ambiente, ndb - non va disperso, era e resta il nostro punto di riferimento, ha improntato e impronterà la nostra azione e, tra l'altro, anche il nostro stile di vita". E la sesta stella? "Quella rappresenta la democrazia partecipata e diretta, innanzitutto come aspetto interno: riassume infatti il malessere che non solo noi abbiamo vissuto in questi anni all'interno dei 5 Stelle; c'è poi il profilo esterno, per cui vorremmo ristrutturare tutto il sistema, intervenendo innanzitutto sulla rappresentanza, concepita secoli fa".
Le stelle, peraltro, hanno una posizione piuttosto diversa rispetto al simbolo del M5S: si trovano al di sopra della N rossa di "Napoli libera". Una N piuttosto particolare, visto che ha una gamba curva a destra che può farla somigliare a una M: in realtà, quella N è una stilizzazione del Vesuvio (con il profilo del Monte Somma e del Gran Cono) e infatti le stelle nascono proprio dalla bocca del vulcano, riconoscibile da tre lapilli. Per evitare che il disegno possa confondersi con una M, sarebbe già pronta una versione del simbolo con la pendice destra del Vesuvio più sottile, così che la N emerga con più efficacia. Nessuna modifica allo studio, invece, per la L di "libera", che somiglia abbastanza a quello stesso versante del Vesuvio.
Il simbolo sarebbe già completo di per sé, con gli elementi descritti contenuti in una circonferenza azzurra: "Il Vesuvio serve a rivendicare le origini - spiega Massimo Acciaro, un altro dei fondatori - e 'Libera' in riferimento a Napoli si riferisce alla liberazione dalla mala gestio della res pubblica e dai poteri forti che da secoli ne impediscono di fatto la rinascita socioculturale ed economica". Sotto alla grafica descritta, tuttavia, c'è la dicitura "in Movimento", curiosamente - e forse in modo non troppo efficace - proposta in due font diverse, una corsiva e una molto più panciuta (Cooper Black). "Abbiamo mantenuto la parola 'Movimento' - spiega ancora Capriello - non certo per creare confondibilità, ma per una questione di identità. Da quel concetto veniamo e, anche se è stata decisamente rimpicciolita, la parola era giusto tenerla". Graficamente ricorda qualcosa anche l'indirizzo freenapoli.it appoggiato in fondo alla circonferenza blu: al momento il sito non si vede, ma l'indirizzo è stato acquistato e nei prossimi giorni le pagine web saranno visitabili.
Mancano ancora alcune settimane prima della chiusura della raccolta di firme e della presentazione delle liste, quindi è sempre più probabile che sulle schede possa finire anche l'emblema di Napoli libera. Più difficile è dire se sarà esattamente così come è adesso, perché è probabile che il MoVimento 5 Stelle provi a opporsi alla grafica del simbolo - se venisse ammesso in prima battuta - ritenendola per qualche verso confondibile con il proprio contrassegno: potrebbe rivolgersi alla commissione elettorale circondariale e, dovesse andare male, al Tar. Come potrebbe andare a finire, nel caso?
Il problema, va detto, non è dato dalle stelle in sé, né dalla parola "Movimento": come è noto, si tratta di segni o di parole assolutamente generiche, di cui nessuna forza politica può vantare il monopolio; la font della parola e il disegno delle stelle, così come la loro disposizione, del resto, sono del tutto diversi rispetto a quelli noti del M5S. Al più il problema potrebbe essere dato dalla coesistenza delle stelle e della parola "Movimento", per cui la confondibilità potrebbe essere data dai due elementi combinati. Qualcosa di simile è accaduto con il caso del Nuovo Movimento Sardegna, ma è anche vero che la condizione qui è almeno in parte diversa: queste elezioni non sono regionali ma comunali, contesto in cui solitamente il metro di giudizio sulla confondibilità è meno severo, al punto che simboli il cui impatto grafico era decisamente affine a quello del M5S sono stati ammessi dagli organi competenti. Di certo, un eventuale contenzioso sull'emblema darà certamente maggiore visibilità alla battaglia di Napoli libera.
Mancano ancora alcune settimane prima della chiusura della raccolta di firme e della presentazione delle liste, quindi è sempre più probabile che sulle schede possa finire anche l'emblema di Napoli libera. Più difficile è dire se sarà esattamente così come è adesso, perché è probabile che il MoVimento 5 Stelle provi a opporsi alla grafica del simbolo - se venisse ammesso in prima battuta - ritenendola per qualche verso confondibile con il proprio contrassegno: potrebbe rivolgersi alla commissione elettorale circondariale e, dovesse andare male, al Tar. Come potrebbe andare a finire, nel caso?
Il problema, va detto, non è dato dalle stelle in sé, né dalla parola "Movimento": come è noto, si tratta di segni o di parole assolutamente generiche, di cui nessuna forza politica può vantare il monopolio; la font della parola e il disegno delle stelle, così come la loro disposizione, del resto, sono del tutto diversi rispetto a quelli noti del M5S. Al più il problema potrebbe essere dato dalla coesistenza delle stelle e della parola "Movimento", per cui la confondibilità potrebbe essere data dai due elementi combinati. Qualcosa di simile è accaduto con il caso del Nuovo Movimento Sardegna, ma è anche vero che la condizione qui è almeno in parte diversa: queste elezioni non sono regionali ma comunali, contesto in cui solitamente il metro di giudizio sulla confondibilità è meno severo, al punto che simboli il cui impatto grafico era decisamente affine a quello del M5S sono stati ammessi dagli organi competenti. Di certo, un eventuale contenzioso sull'emblema darà certamente maggiore visibilità alla battaglia di Napoli libera.
Nessun commento:
Posta un commento