La lista SìAmo Terracina protagonista del post precedente dà lo spunto per parlare di altri casi in cui il cuore è stato in qualche modo dominante nella grafica elettorale. I casi di questo tipo, va detto, sono essenzialmente di rilevanza locale, mentre è più difficile che a livello regionale o nazionale si tenti l'uso di quel fregio; quando ci si è provato, del resto, i risultati visivi non sono stati esaltanti, per usare un eufemismo. Si pensi, ad esempio, ai Popolari con Emiliano alle ultime regionali in Puglia o, più indietro, a Innamorati dell'Italia di Diego Volpe Pasini; è andata leggermente meglio con la Rivoluzione cristiana di Gianfranco Rotondi, ma solo perché il cuore utilizzato è lo stesso già sperimentato dal Ppe (tutt'altro discorso per il cuore più famoso di tutti, quello del Partito dell'Amore di Mauro Biuzzi e Moana Pozzi: il suo nucleo grafico nacque come opera d'arte e, come tale, non si discute).
Per trovare lo stesso giochetto di parole utilizzato a Terracina, peraltro, è il caso di fare un salto indietro di un anno e di percorrere svariati chilometri, fino a Vercelli: si tratta della stessa consultazione in cui uno degli sfidanti, Remo Bassini, aveva tentato per la prima volta di creare "l'ultrasimbolo", cioè un tema grafico che si sviluppava in due emblemi affiancati (progetto rovinato solo dal sorteggio, che ha invertito l'ordine delle liste). Tra i candidati alla poltrona di primo cittadino c'era anche Alberto Perfumo, che si presentava sostenuto da due liste. Arrivato terzo al primo turno, al ballottaggio si apparentò con la candidata del centrosinistra Maura Forte e contribuì alla sua definitiva affermazione al secondo turno.
La lista principale legata a Perfumo - che non a caso alla fine portò a casa 5 consiglieri - proponeva nel nome praticamente la stessa formula vista a Terracina: a SiAmo Vercelli mancava giusto l'accento, ma il legame affettivo e comunitario si percepiva comunque. E, non fosse bastato il messaggio contenuto nel nome pennarellato, provvedeva un cuore bianco contornato di rosso - frutto di varie pennellate e con tanto di ombra tra il pallido e lo sfumato - a rafforzare l'idea, senza avvalersi di alcun altro elemento grafico. Simbolo un po' didascalico e non bellissimo, ma quasi coraggioso: basta scorrere il bestiario degli emblemi nati negli ultimi anni per rendersi conto che il "bianco fondo" fa paura quasi a tutti.
A Vercelli più ancora che a Terracina, peraltro, aveva senso parlare di "un'esagerazione d'amore": l'altra lista a sostegno di Perfumo, infatti, si chiamava SiAmo i giovani, nome inevitabilmente legato al fatto che tutti i candidati avevano meno di 25 anni. Stesso gioco di parole (scritto con una font manoscritta da pennarellino) e tornava anche il cuore - stavolta addirittura al posto della "o" di "SiAmo" - in colore verde elettrocardiogramma (ovviamente immaginando di vederlo su un monitor e non stampato su carta): proprio quell'idea, infatti, viene ripresa nella parte inferiore dell'emblema, con il tracciato che delinea il profilo della basilica di Sant'Andrea, emblema di Vercelli, e la domanda "Senti il battito?", quasi a voler sottolineare che la città pulsa (anche) grazie agli under 25.
Non mancò chi accolse con qualche perplessità questo secondo fregio: a rigore, duplicare "SiAmo" e il cuore su un altro simbolo poteva essere inaccettabile, portando gli elettori a confondersi. La commissione elettorale, tuttavia, non eccepì nulla, probabilmente perché i due contrassegni erano parte della stessa coalizione e una qualche forma di collegamento grafico poteva essere tollerata; a scongiurare la confusione, del resto, provvedevano i colori, soprattutto lo sfondo tinta sabbia, leggermente sfumato, che col bianco aveva poco a che fare.
Grazie a Massimo Bosso per avermi suggerito dove e cosa guardare
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