mercoledì 15 aprile 2015

Campania, prove di scaramucce in salsa tricolore

Con il passare dei giorni, gli schieramenti in campo alle prossime regionali sono sempre più definiti: accanto alle forze maggiori, così, c'è sempre maggiore certezza sul numero di simboli che correranno a sostegno dei vari candidati. Spesso si tratta di conferme, a volte di sorprese e, non di rado, si assiste a ritorni più o meno prevedibili. In Campania, per esempio, lo schieramento di centrodestra a favore del governatore uscente Stefano Caldoro sembra fissato ormai da giorni. A fare la parte del leone, ovviamente, il partito del presidente, dunque Forza Italia, Area popolare (più probabile la lista unitaria rispetto alla corsa separata di Ncd e Udc), Fratelli d’Italia, ma anche il progtto più legato al candidato stesso, dunque Caldoro presidente.
I colori sono quelli del partito catch-all di matrice berlusconiana: c'è il blu carta da zucchero a marcare una circonferenza di contorno in rilievo, con l'impressione della terza dimensione, e c'è il tricolore a forma di fascia/arcobaleno che si sovrappone allo stesso bordo blu. Proprio quell'elemento rischia di provocare un contenzioso all'ato della presentazione dei contrassegni: non appena è stato presentato l'emblema di Campania Civica, infatti, pare che qualcuno dell'entourage di Caldoro – secondo Retenews24 – abbia preannunciato al coordinatore regionale di Scelta Civica Giovanni Palladino un ricorso per ostacolare il simbolo della lista di Enzo D'Anna (a sostegno di Vincenzo De Luca) proprio a causa del tricolore.
È possibile che la combinazione cromatica giochi qualche scherzo: in fin dei conti, il bordo è quasi dello stesso colore (di spessore diverso) e il tricolore ha le bande nella medesima posizione, anche se l'arco ha l'interno in basso per Caldoro, mentre lo ha in alto Campania Civica. Il tricolore però ormai è un elemento presente in tutte le salse e volerlo censurare non sembra  facile (il nome Caldoro in rosso, poi, spicca molo). Volendo proprio parlare di somiglianze, peraltro, bisognerebbe riesumare un altro emblema di origine campana - almeno per quanto riguarda il radicamento avellinese del suo referente – ossia il primo fregio di Alleanza di centro per la libertà (poi solo Adc) dell'ex notista del Tg1 Francesco Pionati. 
A completare il quadro delle alleanze a favore di Caldoro dovrebbero esserci le liste del Pri (con il ritorno dell'edera sulle schede), dei Popolari per il Sud mastelliani e di Noi Sud: il partito, nato nel 2010 legato ad Arturo Iannaccone, continua ora a operare avendo come presidente l'ex ministro Vincenzo Scotti e come legale rappresentante il senatore Antonio Milo di Gal. E questo, nonostante pochi mesi dopo la nascita del movimento proprio Iannaccone (che oggi invece guida il movimento Autonomia Sud - Noi per il Sud e si colloca, per quanto se ne sa, nel centrosinistra) avesse duramente polemizzato con Milo e Scotti.
Alla corte di Vincenzo De Luca, invece, accanto alla già citata Campania Civica, è stata ormai ufficializzata la lista di Centro democratico. Abbandonato definitivamente l'arancione che era stato di Diritti e libertà, Cd non fa altro che aggiungere nel suo emblema il riferimento al candidato presidente. Con De Luca ci sarà anche una lista dell'Italia dei valori: la cosa interessante è che le liste conterranno anche alcuni esponenti dei Repubblicani democratici, il soggetto politico nato nel 2001, radicato soprattutto in Campania e che faceva essenzialmente riferimento a Giuseppe Ossorio. In lista, in particolare, dovrebbe esserci anche lui. 

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