I colpi di scena possono sempre arrivare e, per definizione, sono inattesi. Giusto pochi giorni fa si era parlato della discussa lista Campania civica, nata per iniziativa del senatore di Gal Vincenzo D'Anna e con l'idea di sostenere Vincenzo De Luca, candidato di centrosinistra alla presidenza della regione Campania. Ora questo orizzonte sembra improvvisamente lontanissimo, dopo le dichiarazioni di due giorni fa di alcuni esponenti di Scelta civica, in particolare di un gruppo di parlamentari che di fatto sconfessa la partecipazione del partito all'operazione targata D'Anna.
I dubbi sono più che legittimi, in seguito all'intervento del coordinamento regionale campano di Sc, condiviso coi deputati Antimo Cesaro, Angelo Antonio D'Agostino e Luciano Cimmino. Il comunicato emesso si preoccupa di smentire "nel modo più categorico le fantasiose ricostruzioni giornalistiche in merito alle modalità di partecipazione e alla composizione della lista di Scelta Civica in vista delle ormai imminenti elezioni regionali"; la selezione delle candidature avverrebbe attraverso un "severissimo codice etico" e, a monte, vi sarebbe una partecipazione alle regionali "con propri candidati" con la definizione di "un accordo politico-programmatico con altre forze politiche - socialisti, repubblicani, liberali - che vorranno condividere un processo di rinnovamento e di discontinuità nella politica campana".
Il testo si è chiuso con la condanna dell'uso "strumentale dell'aggettivo 'civico', usato spesso in modo inappropriato come qualifica di esperienze politiche assai distanti dalle proposte nazionali e locali del movimento politico Scelta Civica per l'Italia. Nessuno ha fatto il nome di D'Anna, ma equivocare era francamente difficile: del resto, sempre due giorni fa una nota ufficiale del partito ha affermato categoricamente che "qualsiasi accostamento giornalistico tra Scelta Civica in Campania e ambienti ‘cosentiniani’ rasenta la pura e semplice fantascienza, come peraltro i fatti dimostreranno nel volgere di pochi giorni”.
Gli effetti elettorali di questa posizione sono ancora da determinare. Da una parte, Scelta civica vedrà se correre da sola (ma probabilmente non ha le forze per farlo, pur potendosi presentare senza firme) o se inserire alcuni candidati nella lista di Centro democratico, sempre a sostegno di De Luca. Dall'altra, c'è il gruppo di D'Anna, tutto meno che contento di questa novità. Giusto ieri lui è intervenuto con una lettera al direttore del Mattino, lamentando come la sua amicizia con Cosentino sia utilizzata, ora da destra, ora da sinistra, "contro di me come una clava quasi che essa amicizia possa essere, di per se stessa, una chiamata in correità, ammesso che Cosentino sia riconosciuto, un giorno, colpevole di qualcosa". Nello stesso testo nega, proprio come fa il segretario campano di Scelta civica, Giovanni Palladino, l'esistenza di una "corrente cosentiniana" e non risparmia una stoccata allo stesso partito fondato da Monti, ritenuto un "contenitore vuoto", nonché "partito praticamente estinto sul piano nazionale, diretto da improbabili dirigenti a caccia di 'strapuntini' governativi, praticamente inesistente in Campania".
Il fatto è che la presenza della "pulce" di Scelta civica sul logo di Campania civica avrebbe garantito alla lista voluta da D'Anna di non dover raccogliere le sottoscrizioni necessarie per presentarsi nelle varie circoscrizioni. Lo stesso D'Anna, peraltro, non ha la possibilità di esentare direttamente la lista: lui, eletto al Senato in Forza Italia, è espressione del gruppo Grandi autonomie e libertà, che però non è un partito e non ha un suo simbolo (e, in ogni caso, non troverebbe facilmente sponda per appoggiare una coalizione avversa al centrodestra). A questo punto, alla raccolta delle firme c'è solo un'alternativa: stringere accordi con un partito rappresentato al Parlamento italiano o con un gruppo presente in consiglio regionale, ma gli spazi sono evidentemente limitati. Salterà fuori una "pulce" in zona Cesarini?
Il testo si è chiuso con la condanna dell'uso "strumentale dell'aggettivo 'civico', usato spesso in modo inappropriato come qualifica di esperienze politiche assai distanti dalle proposte nazionali e locali del movimento politico Scelta Civica per l'Italia. Nessuno ha fatto il nome di D'Anna, ma equivocare era francamente difficile: del resto, sempre due giorni fa una nota ufficiale del partito ha affermato categoricamente che "qualsiasi accostamento giornalistico tra Scelta Civica in Campania e ambienti ‘cosentiniani’ rasenta la pura e semplice fantascienza, come peraltro i fatti dimostreranno nel volgere di pochi giorni”.
Gli effetti elettorali di questa posizione sono ancora da determinare. Da una parte, Scelta civica vedrà se correre da sola (ma probabilmente non ha le forze per farlo, pur potendosi presentare senza firme) o se inserire alcuni candidati nella lista di Centro democratico, sempre a sostegno di De Luca. Dall'altra, c'è il gruppo di D'Anna, tutto meno che contento di questa novità. Giusto ieri lui è intervenuto con una lettera al direttore del Mattino, lamentando come la sua amicizia con Cosentino sia utilizzata, ora da destra, ora da sinistra, "contro di me come una clava quasi che essa amicizia possa essere, di per se stessa, una chiamata in correità, ammesso che Cosentino sia riconosciuto, un giorno, colpevole di qualcosa". Nello stesso testo nega, proprio come fa il segretario campano di Scelta civica, Giovanni Palladino, l'esistenza di una "corrente cosentiniana" e non risparmia una stoccata allo stesso partito fondato da Monti, ritenuto un "contenitore vuoto", nonché "partito praticamente estinto sul piano nazionale, diretto da improbabili dirigenti a caccia di 'strapuntini' governativi, praticamente inesistente in Campania".
Il fatto è che la presenza della "pulce" di Scelta civica sul logo di Campania civica avrebbe garantito alla lista voluta da D'Anna di non dover raccogliere le sottoscrizioni necessarie per presentarsi nelle varie circoscrizioni. Lo stesso D'Anna, peraltro, non ha la possibilità di esentare direttamente la lista: lui, eletto al Senato in Forza Italia, è espressione del gruppo Grandi autonomie e libertà, che però non è un partito e non ha un suo simbolo (e, in ogni caso, non troverebbe facilmente sponda per appoggiare una coalizione avversa al centrodestra). A questo punto, alla raccolta delle firme c'è solo un'alternativa: stringere accordi con un partito rappresentato al Parlamento italiano o con un gruppo presente in consiglio regionale, ma gli spazi sono evidentemente limitati. Salterà fuori una "pulce" in zona Cesarini?
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