Quando si sbaglia, bisogna ammetterlo, senza remore (ed essendo grati a chi nota l'errore e, con delicatezza, lo fa notare). Non più tardi di quattro giorni fa avevo scritto della comparsa del Movimento Italia sociale, dicendo che esso "altro non è che l'evoluzione del Movimento idea sociale fondato da Pino Rauti" e guidato da Raffaele Bruno, citato più volte come attuale leader del partito. In realtà, probabilmente - come mi ha fatto notare l'amico Massimo Bosso, che mi ha segnalato un "comunicato" in materia - le cose stanno diversamente.
In quel testo si parla di una riunione della segreteria nazionale del Mis a Seregno - probabilmente l'11 aprile - cui hanno partecipato tra l'altro i segretari di varie regioni (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Puglia) e diverse province, ma non il segretario nazionale Bruno, "senza dare nessuna giustificazione o motivazione valida per la sua assenza alla Segreteria Nazionale". Quell'assenza, peraltro, si inquadrava in un clima di contestazione verso lo stesso segretario, a proposito della "gestione politica, amministrativa e morale del Movimento": era in particolare stata chiesta la rendicontazione finanziaria per il 2014, che già nelle settimane precedenti non sarebbe stata prodotta dallo stesso Bruno (che aveva anzi contestato l'apposita convocazione della segreteria).
Il comunicato dà anche conto di "una serie di attacchi ingiuriosi ed offensivi da parte di alcuni militanti molto vicini al Segretario Nazionale Raffaele Bruno nei confronti dei membri della Segreteria Nazionale" (consumatasi sulla rete) e di uno scontro legato alla presenza elettorale del Mis nei comuni di Seregno e Pietrasanta, oltre che di vari altri "comportamenti, atteggiamenti e azioni non consoni ad un Segretario Nazionale di un Movimento Politico".
Da tutto questo, sarebbero scaturite le dimissioni "dal Mis rappresentato da Raffaele Bruno" dei segretari regionali e provinciali e gli altri dirigenti presenti alla riunione di Seregno (oltre ai militanti legati alle federazioni lì rappresentate), non ritenendosi più in linea con il partito. Il giorno dopo è arrivata la citata riunione in un albergo milanese, per firmare ufficialmente atto costitutivo e statuto del Movimento Italia sociale, con Gianfrancesco Tassani alla presidenza e Walter Boz alla segreteria.
Il Movimento Italia sociale, dunque, non è affatto in continuità giuridica con il Movimento idea sociale, anche se il progetto politico alla base quasi certamente ha le stesse radici. La sigla è la stessa, ma l'Italia non va confusa con l'idea. Anche se proprio per ragioni confusorie il secondo emblema - quello del Movimento Italia sociale - rischia di saltare o, per lo meno, di dover essere modificato (anche per le ragioni viste nel post di pochi giorni fa): tempo qualche giorno e si vedrà.
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