Dopo il Veneto, la Puglia è la piazza più delicata per le prossime elezioni regionali, se non altro perché è lì, in quello che da sempre è il feudo di Raffaele Fitto, che si consuma lo scontro più grande tra i sostenitori dell'europarlamentare ed ex presidente della regione e il resto di Forza Italia, allineata sulle posizioni di Silvio Berlusconi. Proprio oggi, come è noto, è stata lanciata dal coordinatore forzista Luigi Vitali la possibile candidatura di Adriana Poli Bortone: un ritorno al passato, visto che aveva già corso nel 2010, con le insegne del suo partito Io Sud e dell'Udc. Oggi "Poli Adriana in Bortone", come da manifesti delle candidature, con Io Sud ha aderito al progetto di Fratelli d'Italia, anche se la sua nuova casa politica – per bocca della sua leader Giorgia Meloni – resta ancora vicino al candidato governatore della prim'ora, Francesco Schittulli, ancora sostenuto da Fitto.
Mentre si aspetta di capire con quale schieramento il centrodestra contenderà la presidenza della regione al Pd Michele Emiliano (del quale non è ancora nota la composizione della coalizione che lo sosterrà), si è ufficialmente messa in moto la macchina di Dario Stefàno, senatore di Sel che certamente sosterrà lo stesso Emiliano (non essendo riuscita a prevalere con lo stesso Stefàno alle primarie regionali del centrosinistra).
Proprio oggi è stato presentato il simbolo di "Noi a sinistra per la Puglia", lista che dunque apparirà sulla scheda a sostegno dello stesso Emiliano, accanto a quella del Pd e delle altre forze che lo appoggeranno. "Noi a sinistra per la Puglia - ha scritto il senatore - si nutrirà di tutte quelle belle e significative esperienze che hanno dato vita alla Puglia Migliore, a quella straordinaria Regione apprezzata e corteggiata da tutto il mondo". Il messaggio pubblicato parla di "piattaforma aperta alle idee, all'impegno, all'entusiasmo, alle energie e alle ambizioni di una terra del Sud che in questi 10 anni non si è arresa", di "coraggio e speranza" per continuare a dare corpo a "politiche d'avanguardia".
Di certo la scelta di campo è nettissima, anche sul piano grafico. Il rosso del fondo e che tinge la parola "sinistra" è inequivocabile, si pone come messaggio universale per identificare in modo chiaro da che parte la lista ha scelto di stare, cioè da quella che il rosso l'ha sempre usato. Poi c'è il "Noi", altra parola che suonerebbe molto di sinistra storicamente, in antitesi a un "io" decisamente individuale e, in confronto, troppo egoistico e personalistico.
Il condizionale, però, è d'obbligo, visto che – come è noto – è probabile che a fianco del contrassegno di Forza Italia (a prescindere dal candidato che sarà sostenuto) ci sia anche l'emblema di Noi con Salvini, al suo debutto ufficiale. L'uso del "noi" da parte di Stefàno, quindi, serve anche a non lasciare al centrodestra l'uso di una parola che ha altre radici.
È pure vero che, almeno sulla carta, un problema di confondibilità potrebbe porsi. Dal 2005, la legge elettorale pugliese – ora all'art. 8, comma 17, lettera e) – riproduce quasi per intero l'art. 14 del t.u. Camera e, in particolare, tra gli "elementi di confondibilità", inserisce le "espressioni letterali". Per gli uffici elettorali circoscrizionali e per quello regionale, proprio la presenza della parola "noi", peraltro con la stessa evidenza grafica, tanto nel simbolo legato a Salvini (se decidesse di presentare il suo progetto politico anche in Puglia), quanto in quello promosso da Stefàno potrebbe creare confondibilità e uno dei due potrebbe saltare: a rigore di logica toccherebbe a "Noi a sinistra", essendo nato dopo rispetto all'altro emblema. Gli stessi uffici, però, potrebbero propendere per la non confondibilità, se individuassero elementi importanti di differenziazione: in particolare, la resa della scritta "Noi" (giallo e tutto maiuscolo per Salvini, bianco e minuscolo per Stefàno) e il colore di fondo (blu sfumato per Salvini, rosso per Stefàno).
Chi potrebbe avere ragione? Interpretando in modo rigoroso la disposizione, la confondibilità potrebbe essere contestata. Considerato però che "Noi" è parola di uso comune e tutt'altro che infrequente in ambito politico (molte liste civiche se ne avvalgono), sarebbe meglio passarci sopra e affidarsi piuttosto agli elementi distintivi dei due segni. Poi, magari, non protesterà nessuno...
Mentre si aspetta di capire con quale schieramento il centrodestra contenderà la presidenza della regione al Pd Michele Emiliano (del quale non è ancora nota la composizione della coalizione che lo sosterrà), si è ufficialmente messa in moto la macchina di Dario Stefàno, senatore di Sel che certamente sosterrà lo stesso Emiliano (non essendo riuscita a prevalere con lo stesso Stefàno alle primarie regionali del centrosinistra).
Proprio oggi è stato presentato il simbolo di "Noi a sinistra per la Puglia", lista che dunque apparirà sulla scheda a sostegno dello stesso Emiliano, accanto a quella del Pd e delle altre forze che lo appoggeranno. "Noi a sinistra per la Puglia - ha scritto il senatore - si nutrirà di tutte quelle belle e significative esperienze che hanno dato vita alla Puglia Migliore, a quella straordinaria Regione apprezzata e corteggiata da tutto il mondo". Il messaggio pubblicato parla di "piattaforma aperta alle idee, all'impegno, all'entusiasmo, alle energie e alle ambizioni di una terra del Sud che in questi 10 anni non si è arresa", di "coraggio e speranza" per continuare a dare corpo a "politiche d'avanguardia".
Di certo la scelta di campo è nettissima, anche sul piano grafico. Il rosso del fondo e che tinge la parola "sinistra" è inequivocabile, si pone come messaggio universale per identificare in modo chiaro da che parte la lista ha scelto di stare, cioè da quella che il rosso l'ha sempre usato. Poi c'è il "Noi", altra parola che suonerebbe molto di sinistra storicamente, in antitesi a un "io" decisamente individuale e, in confronto, troppo egoistico e personalistico.
Il condizionale, però, è d'obbligo, visto che – come è noto – è probabile che a fianco del contrassegno di Forza Italia (a prescindere dal candidato che sarà sostenuto) ci sia anche l'emblema di Noi con Salvini, al suo debutto ufficiale. L'uso del "noi" da parte di Stefàno, quindi, serve anche a non lasciare al centrodestra l'uso di una parola che ha altre radici.
È pure vero che, almeno sulla carta, un problema di confondibilità potrebbe porsi. Dal 2005, la legge elettorale pugliese – ora all'art. 8, comma 17, lettera e) – riproduce quasi per intero l'art. 14 del t.u. Camera e, in particolare, tra gli "elementi di confondibilità", inserisce le "espressioni letterali". Per gli uffici elettorali circoscrizionali e per quello regionale, proprio la presenza della parola "noi", peraltro con la stessa evidenza grafica, tanto nel simbolo legato a Salvini (se decidesse di presentare il suo progetto politico anche in Puglia), quanto in quello promosso da Stefàno potrebbe creare confondibilità e uno dei due potrebbe saltare: a rigore di logica toccherebbe a "Noi a sinistra", essendo nato dopo rispetto all'altro emblema. Gli stessi uffici, però, potrebbero propendere per la non confondibilità, se individuassero elementi importanti di differenziazione: in particolare, la resa della scritta "Noi" (giallo e tutto maiuscolo per Salvini, bianco e minuscolo per Stefàno) e il colore di fondo (blu sfumato per Salvini, rosso per Stefàno).
Chi potrebbe avere ragione? Interpretando in modo rigoroso la disposizione, la confondibilità potrebbe essere contestata. Considerato però che "Noi" è parola di uso comune e tutt'altro che infrequente in ambito politico (molte liste civiche se ne avvalgono), sarebbe meglio passarci sopra e affidarsi piuttosto agli elementi distintivi dei due segni. Poi, magari, non protesterà nessuno...
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