D'accordo, il Veneto ha quasi tutti gli occhi della politica puntati addosso, ma alle prossime regionali altri test non saranno meno importanti. Si prenda quello della Campania, ad esempio, che ripropone di fatto – almeno per i due protagonisti – il confronto già visto nel 2010 tra Stefano Caldoro (allora Nuovo Psi, ora Forza Italia) e Vincenzo De Luca (Pd). La novità più clamorosa, al momento, sembra quella dei "fittiani" (e forse non solo loro) schierati proprio con De Luca, ma la loro lista "Campania civica" sarà presentata solo lunedì, per cui occorre aspettare prima di poterne analizzare il simbolo.
Non è necessario attendere, invece, per parlare dei Davvero-Verdi (almeno così sembra leggersi il nome), una lista che, a quanto pare, si propone come casa comune degli ambientalisti (e non solo) della Campania, al fianco di De Luca. Una lista che "mette insieme – così scrive Massimo Del Mese nel suo sito Politica(de)mente – il Sole che Ride, il mondo ecologista del Pd campano e diverse associazioni e militanti storici del mondo ecologista".
Il nome, "Davvero-Verdi", rischierebbe di far pensare a formazioni già viste, a partire dai "Verdi Verdi" di Maurizio Lupi (che, in qualche caso, si presentarono come "Verdi Veri"), ma ovviamente qui l'orizzonte politico è diverso. Il simbolo, in effetti, risulta dall'accostamento – graficamente non felicissimo, ma si è visto decisamente di peggio – di due emblemi. In alto, su fondo bianco, c'è l'associazione "Davvero - Ecologia & Diritti", fondata dal deputato Michele Ragosta, già Sel e ora Pd (come l'ex capogruppo vendoliano a Montecitorio Gennaro Migliore): che il gruppo sia vicino al Pd lo testimoniano, senza dubbi, il rametto dell'Ulivo e la "D" di "Davvero", nel disegno fatto da Nicola Sorto. In basso, ovviamente su fondo verde, trovano spazio le insegne dei Verdi, con il tradizionale sole sorridente a fianco del nome, nella font usata da oltre un quarto di secolo dalla formazione ora guidata da Angelo Bonelli. I Verdi, peraltro, hanno riottenuto da poco rappresentanza in Parlamento: a fine gennaio, infatti, anche se pochi se ne sono accorti, ha aderito il senatore Bartolomeo Pepe, eletto in Parlamento col MoVimento 5 Stelle e uscito poco più di un anno fa per formare la componente Movimento X assieme ad altri ex compagni di gruppo.
Proprio questa particolarità, tra l'altro, dovrebbe consentire al cartello elettorale di presentarsi in tutte e cinque le circoscrizioni provinciali senza il bisogno di raccogliere le firme: l'art. 3, comma 2 della legge regionale n. 4/2009, che regola le elezioni in Campania, precisa infatti che sono esentate dalla raccolta delle sottoscrizioni, oltre alle liste corrispondenti a "gruppi costituiti in Consiglio regionale nella legislatura in corso alla data della indizione delle elezioni", anche le liste "espressione di partiti rappresentati nel Parlamento italiano". La disposizione, nel suo essere scarna, sembra chiara: non si parla di gruppi, né di partecipazione alle elezioni con il simbolo che si vuole utilizzare, per cui potrebbe essere sufficiente il collgamento della lista ai Verdi di cui il senatore Pepe, che pure è parte del gruppo misto, è ufficialmente espressione (come risulta dal sito del Senato).
Pare che l'accordo tra i due gruppi non sia piaciuto troppo ad alcuni esponenti verdi avellinesi e salernitani – lo si legge sempre sul blog di Del Mese – ma la macchina ormai è avviata e ci vorrà qualche giorno per completare gli elenchi dei candidati. Non si tratta di un colpo di scena – ci vuole altro per ottenerli – ma è pur sempre uno dei tasselli che aiuteranno a completare il puzzle delle regionali. Per i pezzi più succulenti, c'è ancora tempo.
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