Tempo per definire e schierare le truppe ce n'è ancora: se alle regionali si voterà il 31 maggio, all'inizio del mese si dovranno depositare candidature e firme in tribunali e corti d'appello. Di sfide importanti ce ne saranno diverse, ma gli occhi - manco a dirlo - sono puntati soprattutto sul Veneto, specialmente dopo il "caso" legato a Flavio Tosi.
Ed è proprio una delle liste a sostegno dell'attuale sindaco di Verona (ed ex leghista) a svelare per prima le sue insegne, con il simbolo presentato via Twitter dall'account dello stesso primo cittadino scaligero. Si tratta, a ben guardare, della lista più facile da immaginare, anche se non era del tutto scontata. Più volte, infatti, si era parlato nei giorni scorsi di una declinazione della "Lista Tosi" già sperimentata a Verona alle amministrative, quindi una formazione "di stretta osservanza tosiana", che proiettasse il carattere civico (spruzzata di vari tocchi carismatici e un po' leaderistici) in una dimensione regionale.
Di certo, come avevamo anticipato qui, sarebbe stato ben difficile riproporre gli stessi colori della formazione veronese, come pure lo stemma cittadino. Alla fine, l'emblema diffuso da Tosi mantiene l'idea dello stemma centrale - chiaramente stavolta è il leone di San Marco, che non mancherà di certo anche nel fregio leghista - così come la font del contrassegno, in particolare quella con cui è scritto il cognome (che, tra l'altro, sembra guadagnare in evidenza). Come il segno veronese, poi, quello della nuova lista tosiana è bipartito e il alto resta il colore giallo. La parte bassa del cerchio si tinge di grigio, che assieme al giallo è la tinta della fondazione di Tosi "Ricostruiamo il paese": ai giornali era stato precisato che quel soggetto non avrebbe presentato un suo simbolo e così è, ma nel contrassegno diffuso sembra esserci almeno un altro richiamo, cioè il segmento centrale bianco che cresce da sinistra a destra, proprio come il fascio di luce del faro che simboleggia la fondazione.
Ci sarà da vedere quali altre liste saranno a sostegno della candidatura di Tosi, ma nel frattempo è bene non perdere di vista anche gli altri schieramenti, per valutare a dovere l'offerta politica. Così si può scoprire che a sinistra si cerca di mettere insieme le forze, sperando di portare a casa qualcosa. Ci prova la lista Ven[e]to Nuovo, definita sul Mattino di Padova da Albino Salmaso come raggruppamento della "sinistra ecologista, della difesa dei diritti del lavoro e dello stop ai project financing". La lista sostiene Alessandra Moretti e il contrassegno comprende in sé quelli di Sel, dei Verdi Europei (legati a Luana Zanella e a vari comitati ambientalisti) e della "Sinistra veneta". Si apprende che quest'ultimo emblema, chiaramente ispirato nella grafica a quello della lista Tsipras (ma dalla grafia davvero troppo sottile per essere seriamente vista nelle miniature sulle schede) che dietro quella "pulce" ci sarebbe il gruppo di Pierangelo Pettenò e Sebastiano Bonzio distaccatosi da Rifondazione comunista dopo che il congresso aveva sancito la vittoria di una linea politica più "intransigente".
Accanto all'adozione dello Tsipras' style, colpisce l'esordio - salvo errore - dei Verdi Europei senza alcuna traccia di sole che ride, così come lo stratagemma grafico legato al nome della lista. I giochi di parole, in fondo, sono sempre coraggiosi, perché è difficile renderli graficamente: i promotori della lista ci provano, mettendo la "e" (rossa, per l'occasione, come la circonferenza esterna) tra parentesi quadre e, per dare l'idea del vento, si affidano a una serie di elementi curvilinei verdi sovrapposti, come foglie mosse dall'aria. A dire la verità, l'effetto è piuttosto quello di una grafica da erboristeria o negozio salutista, ma la resa non è così drammatica e si può apprezzare lo sforzo. Tanto la valutazione finale toccherà agli elettori: loro, a quanto se ne sa, non dovrebbero mettere la croce in base all'estetica dei contrassegni...
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