giovedì 23 aprile 2015

L'ulivo del Popolo toscano a fianco di Rossi

Con Enrico Rossi non c'è solo il Pd. A sostenere il governatore della Toscana uscente, come è già noto da tempo, è prevista anche un'altra lista, denominata Il popolo toscano - Riformisti 2020, lo stesso nome del gruppo presente in consiglio regionale che fino aIla metà di febbraio si chiamava Toscana civica riformista e comprendeva gli ex Idv Marco Manneschi, Marta Gazzarri e Giuliano Fedeli. Fin da allora era chiaro che una lista a sostegno di Rossi - l'unica oltre al Pd - sarebbe stata denominata in quel modo, pur essendo aperta alla partecipazione anche di altre forze politiche. Dall'inizio, peraltro, si sapeva che erano della partita anche Gianluca Lazzeri (Più Toscana) e Marco Carraresi (Udc).  
A metà marzo il progetto politico è stato presentato meglio, con il sostegno esplicito anche del Partito socialista italiano e di alcune forze civiche. Sono stati gli stessi partecipanti a questa realtà a definire "Il popolo toscano" come "movimento animato da realtà civiche, rappresentanti politici, rappresentanti istituzionali, associazioni e cittadini comuni".   
A rappresentare graficamente il raggruppamento, "un ulivo dalle varie sfumature verdi", realizzato con una tecnica che ricorda lo stencil, che sembra quasi avere radici nella base-segmento rosso che occupa la parte inferiore del cerchio, contornato di verde nell'area superiore. Al confronto della grafica, nemmeno sgradevole, la dicitura "riformisti 2020" praticamente sparisce; il nome più evidente, "il popolo toscano", emerge meglio benché sia tratteggiato in negativo (o, forse, proprio per questo). 
Di fatto non c'è alcun simbolo tradizionale (anche se l'ulivo rimanda per forza di cose all'Ulivo centrosinistra, ma il disegno è tutto diverso), ma solo un riferimento territoriale - la pianta di ulivo, in fondo, è un simbolo della Toscana, anche se non solo di quella regione - e anche in questo si vede il tentativo di non creare "la sommatoria di etichette, se pure gloriose, ma un nuovo modo di fare politica, arricchita da esperienze diverse". L'operazione, bisogna dirlo, non è certo una novità: il tentativo di dare coloritura solo "civica" a varie realtà politiche nascondendo i segni di parte (quando le parti in realtà ci sono) è ormai in atto da vari anni, soprattutto a livello locale. Nelle regioni la tendenza è più recente, ma ha iniziato comunque a prendere piede: vedremo questa volta come andrà

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