lunedì 27 aprile 2015

Forza Italia senza Berlusconi, almeno sul simbolo

La notizia non è certa, anzi sì, sarebbe perfino "certificata": sarebbe stato lo stesso Silvio Berlusconi  a decidere di togliere il proprio nome dal contrassegno di Forza Italia che tra pochi giorni dovrà essere presentato per le elezioni regionali e comunali di fine maggio. La scelta sarebbe arrivata una settimana fa dopo un dibattito interno al partito, tra i "conservatori" (che volevano tenere il cognome lì dove stava) e i "prudenti", interessati soprattutto a evitare che un eventuale (o probabile, a seconda dei previsori) risultato insoddisfacente di Fi lasciasse cadere qualche altro calcinaccio anche sul nome scritto sotto alla bandierina. 
La scelta finale, fatta dallo stesso Berlusconi, è stata interpretata dai più come mossa "in attesa della piena riabilitazione politica", quella che secondo l'ex Cavaliere potrebbe arrivare da Strasburgo. In campagna elettorale qualche apparizione è comunque possibile e perfino prevista, specie in Liguria e in Campania (e forse anche in Puglia e Toscana), pur evitando le piazze per non esporsi a minacce terroristiche: insomma, la faccia almeno in parte potrebbe mettercela, ma il nome meglio di no, per non farsi troppo male.
La scelta di non mettere il proprio cognome sul contrassegno, però, suona anche come un tentativo di tornare all'antico. Non si dimentichi, infatti, che il suo nome l'ex Cav l'aveva sfoderato solo a partire dal 2001 e nemmeno con Forza Italia, ma con il simbolo della Casa delle Libertà, in cui apparve per la prima volta la dicitura "Berlusconi presidente". Lo stesso elemento sarebbe tornato più tardi con l'emblema del Pdl, al punto che nelle varie realtà locali spesso al cognome di Berlusconi è stato sottoposto quello della persona di volta in volta candidata a sindaco, presidente della provincia o della regione, quasi a lasciar intendere un impegno personale per la migliore riuscita della campagna elettorale.
Non era avvenuto così invece all'inizio: la bandiera di Forza Italia, disegnata da Cesare Priori, non conteneva alcun nome e non era proprio previsto, perché si voleva piuttosto occupare tutto lo spazio possibile del cerchio con il vessillo varato proprio nel 1994. La bandierina è rimasta, sia pure con qualche ritocco (guardare bene le curve delle finte onde da vento e il progressivo venir meno delle ombre della scritta che, come ha raccontato lo stesso creatore al nostro sito, "impastava il tutto e faceva perdere in leggibilità"), mentre il nome è stato aggiunto nel 2014, quando in molti i nomi dal simbolo avevano iniziato piuttosto a toglierli (Sel soprattutto, ma il Pd era stato il primo). In fondo, quindi, si prova a lasciare qualcosa che in generale ha funzionato; se poi il risultato dovesse essere cattivo, si vedrà. Anche perché cambiare un simbolo non è cosa semplice, ma è fattibile; cambiare leader dopo una sconfitta è molto più delicato.

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