mercoledì 20 maggio 2015

L'Umbria che ha già vinto sulle schede

La “foglia di maria” di Alternativa riformista meritava un’attenzione a parte, non occuparsene era impossibile, ma sbaglierebbe chi pensasse di non avere altre sorprese interessanti dall’universo simbolico tra cui gli elettori dell'Umbria saranno presto chiamati a scegliere. Perché di vero universo si tratta, se si pensa che una delle regioni meno estese in Italia vede ai nastri di partenza otto candidati e addirittura sedici liste, a suo modo un piccolo record. 
A occhio e croce, verrebbe da dire che protagonista di questa tornata elettorale sarà proprio l'Umbria, o per lo meno la sua sagoma. Appare infatti su ben cinque emblemi, quasi secondo una logica di par condicio: due volte a sostegno della presidente uscente Catiuscia Marini, addirittura tre per il principale sfidante Claudio Ricci. Lui, infatti, può contare - oltre che sulla sua lista nata da più tempo, Per l'Umbria popolare (dal cui simbolo peraltro sono sparite le iniziali Ap di Area popolare, come sembrava in un primo tempo) - anche su un raggruppamento personale - Ricci presidente - fatto di molti professionisti, imprenditori e altre persone della società civile, tutte alla prima candidatura.
I colori, tanto per cambiare, sono sempre gli stessi, quelli della bandiera più il quarto colore nazionale, il blu/azzurro che fa tanto Italia e centrodestra (meglio se con sfumature cattoliche). Non sfugge alla logica tricolore, oltre che ovviamente Forza Italia, nemmeno l'emblema di Cambiare in Umbria con Ricci, altra lista di persone che non vivono di politica ma giorno dopo giorno affrontano le difficoltà di persone che in regione hanno conosciuto povertà e insicurezza sempre maggiori. Qui, va detto, c'è sicuramente maggiore studio grafico rispetto al primo emblema visto, con attenzione all'alternanza dei colori e quello che verrebbe da chiamare "effetto puzzle", con la regione che si trasforma in un tassello da riunire al resto del contrassegno, per avere un quadro più armonico.
La scelta della silhouette della regione la fa anche la Lega Nord (cosa che non stupisce): la piazza sotto al nome dell'Umbria e la tinge di verde, mentre tiene in bella mostra, con un certo impatto, il nome di Salvini. Il contrario della scelta fatta da Fratelli d'Italia, che invece rinuncia al nome della Meloni per mettere il cognome gigantesco del candidato presidente tra l'etichetta del partito e la "pulce" di Alleanza nazionale (ottenendo un effetto non gradevolissimo di "grattacielo ammassato" a centro simbolo: il minimo che potesse capitare, con un contrassegno già abbastanza pieno).
In casa Marini, invece, oltre al classicissimo emblema del Pd, colpisce innanzitutto l'altro contrassegno tutto basato sui quattro colori nazionali, cioè quello di Iniziativa per l'Umbria Civica e Popolare. C'è chi l'ha definita "lista della presidente", anche se il suo nome sul simbolo non c'è (come non c'è in nessuno dei quattro emblemi collegati a Catiuscia Marini): lei stessa però ha definito il raggruppamento come realtà che "vuole favorire e contribuire all'apertura della coalizione a mondi, professioni e persone che si mettono in gioco per il futuro dell’Umbria". Una didascalia che dice quanto sia variegata la lista (politicamente e civilmente) e che l'idea sia di rivolgerla a tutti lo mostra il contrassegno scelto: l'Umbria tricolore come la bandiera, il fondo sfumato blu, tipico di un partito catch all che vuole parlare all'intera regione.
Scelgono due "simboli smezzati" - nel senso di divisi in due metà orizzontali - e fotocopia nella struttura (speculare) le liste Socialisti riformisti - Territori per l'Umbria e Umbria più uguale - La sinistra per l'Umbria. La prima è un po' meno efficace della sua versione di cinque anni fa - specie nell'uso degli elementi testuali - ma inserisce l'aspetto territoriale che prima mancava; la seconda osa leggermente sull'etichetta ed estrapola il logotipo di Sel dal suo contrassegno tradizionale per inserirlo nel semicerchio bianco inferiore (ma il risultato, in fondo, è accettabile).
E gli altri concorrenti? Al solito, non guarderemo il MoVimento 5 Stelle (che candida alla presidenza Andrea Liberati) e non vale la pena di soffermarsi sul simbolo di Forza Nuova (candidato Fulvio Maiorca). Si può  segnalare la corsa solitaria di Sovranità - Prima gli Italiani, il progetto messo in campo da Casapound che a livello nazionale affianca la Lega, ma qui candida il numero due di CPI, Simone Di Stefano: "Non su tutti i territori la voglia di cambiamento [di Salvini ndb] riesce ad arrivare con la forza necessaria. - aveva spiegato in aprile - Alla Lega umbra manca coraggio, e l’Umbria è una regione emblematica per i problemi che la attanagliano: lavoro e sicurezza". 
Spostandosi decisamente a sinistra, infine, entrambe le formazioni sulla scheda hanno adottato il rosso, ma in modo diverso. L'Umbria per un'altra Europa ha utilizzato la stessa font della lista Tsipras, ma ha ribaltato in modo coraggioso il concetto, non cercando di ottenere "un'altra regione"; ma portando direttamente l'impegno dell'Umbria per cambiare l'Europa; punto interessante, peccato che la resa grafica non sia proprio all'altezza, specie sulla riga centrale. Il Partito comunista dei lavoratori, invece, piazza il suo simbolo all'interno della "Casa Rossa", nel senso che l'emblema è presentato dalle due realtà insieme: il nome della Casa lo vedrebbe anche un miope, ma soprattutto contorna l'unica falce e martello presente (il Pcdi contribuisce a Iniziativa per l'Umbria, il Prc all'altra lista di sinistra) e non fa sparire dalle schede il simbolo più votato dagli umbri nella storia.

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