giovedì 14 aprile 2016

Alfano, il cuore Ppe batterà?

Mancano tre settimane ai giorni in cui si potrà depositare la documentazione per ciascuna lista al nuovo turno di amministrative, simbolo compreso. Dalle parti del Nuovo centrodestra l'idea di utilizzare come emblema elettorale quello nuovo di Area popolare, a fondo blu con il "cuore stellato" sembra ormai una scelta codificata: lo mostrano le scelte simboliche fatte finora a Milano (con Parisi) e Roma (con Marchini), mentre già circola un Napoli popolare ancora privo del nome del candidato sindaco. 
Il "nuovo corso emblematico" lo ha spiegato giorni fa Gioacchino Alfano, coordinatore regionale di Campania popolare: "Il simbolo con cui affronteremo la sfida delle prossime amministrative di primavera richiama fortemente quello del Partito Popolare Europeo. È a quei valori di libertà a cui, con la guida del nostro leader Angelino Alfano, ci ispiriamo e su cui costruiamo ogni giorno la nostra azione politica. Inoltre, ci poniamo in diretta continuità con la coalizione di Governo che si è dimostrata vincente e sta ottenendo ottimi risultati. Siamo aperti al contributo dei movimenti civici e alla società civile. Il simbolo che è costituito da un cuore con quattro stelle su un fondo azzurro. Sarà uguale in ogni città in cui si andrà alle elezioni. L’unica differenza sarà il riferimento alla città in cui ci presenteremo. Sono le città e i territori i protagonisti della politica e delle elezioni. Nella parte bassa del simbolo, nello spazio bianco, ci sarà il nome del candidato sindaco ove possibile e condiviso".
Proprio quel richiamo così evidente al Ppe, tuttavia, potrebbe creare qualche problema. Una decina di giorni fa, infatti, il segretario generale del partito, Antonio Lopez Isturiz, avrebbe detto - nel bel mezzo di suo intervento a un'assemblea politica al Parlamento europeo - che nessun partito in Italia potrà usare il logo del Ppe nelle liste per le amministrative perché "appartiene a tutta la famiglia popolare e non a un solo partito". Il motivo dell'avvertimento, secondo Il Secolo d'Italia, sarebbe lo schieramento del partito di Alfano con Renzi; lo stesso Lopez Isturiz avrebbe aggiunto - si legge sul sito dell'Ansa che ha dato la notizia - che "il Ppe potrebbe essere costretto ad adire le vie legali contro i partiti che utilizzeranno il logo", per lo meno senza un esplicito assenso.
Di nuovo il Secolo ha ospitato la replica di Alfano, per il quale non sorgeranno problemi col Ppe "anche perché non c’è nessuna sovrapposizione tra il nostro simbolo e il loro": sarebbe stata adottata "una serie di varianti tecniche e stilistiche" sull'emblema italiano, pienamente in linea con la "ispirazione popolare" della formazione evoluzione di Ncd (l'Udc sembra avere preso una via di nuovo autonoma). Di certo al titolare del Viminale non è piaciuta la sortita di Lopez Isturiz, del quale si ricordano i rapporti cordiali con Silvio Berlusconi e Forza Italia: "Se gli ispiratori italiani e milanesi delle informazioni che sono arrivate a Bruxelles si fossero risparmiati questa fatica, avrebbero risparmiato anche un fastidio e un danno alla coalizione e a Parisi", avrebbe detto Alfano a margine di una cena elettorale proprio a sostegno del candidato unitario del centrodestra a Milano.
Premesso che del Ppe fanno parte, oltre a Ncd e Udc, anche ciò che resta dei Popolari per l'Italia di Mario Mauro, la Svp come osservatrice e - appunto - Forza Italia, difficilmente il Ppe potrebbe dare l'assenso a uno solo di questi di utilizzare il proprio emblema in elezioni nazionali (diverso sarebbe il discorso per il rinnovo del Parlamento europeo, per cui ogni partito potrebbe indicare anche graficamente il proprio soggetto politico europeo di appartenenza). Per Alfano, tuttavia, i simboli non sono sovrapponibili, proprio grazie a quelle varianti: questo è vero, ma è altrettanto vero che, per usare un'espressione che si trova più volte in giurisprudenza (anche nella lunga e mai finita vicenda contenziosa dello scudo crociato), "il risultato percettivo" dell'emblema di Area popolare e di quello del Ppe è indubbiamente e volutamente molto simile e le parole del coordinatore campano in qualche modo avvalorano la tesi. 
In un'eventuale azione legale, insomma, non è detto che il nascente partito di Alfano esca sicuramente vincitore; certo è che - come ha ricordato Cesare Maffi su Italia Oggi - "i simboli dei partiti europei hanno in Italia una scarsissima conoscibilità" e, dunque, sarebbe tutto da dimostrare il "guadagno" che l'emblema simile potrebbe apportare in termini di visibilità e di voti. Non è detto, però, che questo basti a evitare grane e carte bollate.

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