martedì 12 aprile 2016

"Ce simme sfasteriati", a Napoli si può votare?

"Sfasteriato": per chi non è nato e non vive a Napoli e dintorni, la parola è oscura, di difficile comprensione. Secondo il sito Slangopedia dell'Espresso, il termine indica "un individuo in atteggiamento di mal sopportazione o insofferenza verso qualcosa o situazione". Altrove si potrebbe dire "scoglionato" o qualcosa del genere, ma "sfasteriato" sembra comunicare qualcosa di meno generico e più autentico, anche per chi non è campano. Non stupisce, allora, che proprio all'ombra del Vesuvio, tra i simboli che finiranno sulla scheda delle elezioni amministrative, possa esserci anche la rappresentazione diretta - e solo testuale - del concetto appena visto.
"Ce simme sfasteriati", con tanto di virgolette per richiamare la ripresa dal parlato, è nata nel 2015 come associazione "con l'intento ambizioso - scriveva allora Francesca Cicatelli sul Mattino - di rivoluzionare la città e far piazza pulita delle cattive abitudini". La prima manifestazione era stata la pagina Facebook, utilizzata soprattutto per denunciare storture e proporre buone pratiche per "scuotere le coscienze" e "programmare il futuro insieme", partendo proprio da Napoli. A creare l'iniziativa, "un gruppo di imprenditori, sazi di polemiche e lamentele da bar sui disagi a Napoli e pronti a rimboccarsi le maniche, anche ricorrendo al social-marketing". "Ce simme sfasteriati - si legge nel sito - non è solo una scritta che indossiamo sulle nostre t-shirt, ma è soprattutto il nostro pensiero. Noi, ce simme sfasteriati veramente. Delle strumentalizzazioni, della politica degli affari, delle vostre beghe da salotto. Ce simme sfasteriati di chi non ama Napoli, di chi parcheggia in doppia e terza fila, di chi non ti mette in condizioni di fare la raccolta differenziata, dei lavoratori a nero, di chi evade il fisco, del lassismo e della tolleranza a convenienza. Noi ce simme sfasteriati e oggi lo gridiamo, con tutto il fiato che abbiamo in gola. E VOI?"
A un certo punto, però, il gioco sembra essersi fatto più serio del previsto, con un salto politico-amministrativo che inizialmente non era stato messo in conto. Con le settimane sarebbero cresciute le richieste di un impegno più diretto sulla scena politica locale e così sarebbe nata l'idea di presentare una lista alle elezioni di Napoli, probabilmente una corsa solitaria per accontentare tutti gli "sfasteriati" dei partiti tradizionali. Il simbolo? Né più, né meno del nome dell'associazione, più efficace di qualunque grafica. Il presidente dell'associazione, Vincenzo Caniglia, spiega così su Facebook la scelta "elettorale" del gruppo: 
Buongiorno sfasteriati, quando abbiamo deciso di scendere in campo immaginavamo di poter correre qualche rischio: il rischio di perdere di credibilità, il rischio di sentirci dire che le nostre iniziative fossero propedeutiche alla campagna elettorale per le comunali, ma abbiamo comunque deciso di intraprendere questo percorso perché ascoltando la vostra voce e il vostro invito a farlo l'entusiasmo e la passione si sono amplificati.Dico che si sono amplificati perché da sempre ho la voglia di dare un contributo alla collettività e di migliorare la nostra città, un senso civico e morale che proviene dalla mia famiglia e soprattutto dal lavoro che svolgo. Sono il responsabile di numerosi Caf (Centro assistenza fiscale) che prima di essere sportelli di consulenza sono sportelli di ascolto e credetemi quello che sentiamo quotidianamente lascia basiti. Povertà, lungaggine burocratica, ignoranza, tutte storie che meritano aiuto, rispetto e coscienza.Cinque anni fa sono stato candidato in una lista in appoggio all'attuale candidato sindaco Gianni Lettieri e come ogni cosa realizzata nella mia vita non lo rinnego o la nascondo. Non ho mica fatto torto a qualcuno? Avevo 26 anni e sono stato “mangiato, masticato e sputato” (scusate ma sono le uniche parole che rendono l'idea) dalle logiche complesse ed oscure della politica e dai partiti. Dopo quell'esperienza consideravo la mia “carriera politica” conclusa ma, quando ho visto che Ce Simme Sfasteriati ha funzionato, spinto dalle tante istanze, ho pensato di accarezzare l'idea per contribuire alla cosa pubblica con una lista civica FATTA DI PERSONE E NON DI SIMBOLI POLITICI. Ce Simme Sfasteriati resta quell'associazione apartitica fatta da amici e supportata da nuovi seguaci motivati. Io, noi, vogliamo fare seriamente qualcosa per la città. Ecco come sono e siamo arrivati ad essere degli ‪#‎sfasteriati‬.
Per Caniglia alcune cose si possono fare relativamente in pochi giorni: ne basterebbero 90 per istituire il banco alimentare per i pensionati meno abbienti, 30 di più per dare un sussidio alle famiglie degli studenti (fino al loro compimento della maggiore età); in sei mesi, poi, la manutenzione del centro storico e la creazione della guida di quartiere dovrebbe dare i primi frutti in termini di valorizzazione del turismo. Sarebbe questo, in fondo, il modo migliore per essere meno #sfasteriati.

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