venerdì 5 aprile 2019

Europa Verde, la lista ambientalista Possibile (anche se non si vede) per le europee

Era stata annunciata per oggi, dopo un rinvio di un paio di giorni, la presentazione del simbolo della lista legata al Partito verde europeo e così è stato: il contrassegno di Europa Verde ora è una realtà. In una conferenza stampa en plein air a Roma, in piazza Madonna di Loreto, Angelo Bonelli (coordinatore dell'esecutivo dei Verdi), Beatrice Brignone (segretaria di Possibile) e altri dirigenti e militanti hanno illustrato il nuovo emblema e il progetto elettorale che esso contrassegna. Una presentazione fatta non a caso in quel luogo (la piazza il 15 marzo è stata teatro dello "Sciopero globale degli studenti per il clima") e non a caso di venerdì, visto che "tutti i venerdì, con i #Fridaysforfuture, ci sono migliaia di giovani che dicono alla politica di fare presto, di badare alla sostenibilità del pianeta per salvarlo", come ha ricordato Brignone all'inizio, rivendicando di aver voluto costruire con Possibile e i Verdi "non una delle liste a sinistra del Pd, ma una lista ambientalista, progressista, nonché femminile e femminista, perché crediamo che queste siano le risposte che questo tempo ci chiede di dare. Nei giorni scorsi, dopo il successo di varie manifestazione, in tanti si sono dichiarati ambientalisti e anche femministi, ma qui queste posizioni sono rappresentate con coerenza".
Può sembrare piuttosto curioso che a parlare per prima sia stata la segretaria di un partito che, pur avendo concorso al progetto elettorale, non figura in alcun modo sul contrassegno, nemmeno con una "pulce" grafica o un riferimento al nome del partito, usato anche solo come aggettivo (Europa Verde Possibile). Forse si è voluto evitare l'inserimento per non dare quella connotazione di "lista a sinistra del Pd": sta di fatto che gli unici emblemi che figurano nel contrassegno sono quelli necessari per ottenere il collegamento con il partito europeo (con relativa esenzione), cioè il girasole dello European Green Party e, per chiarire quale soggetto italiano ne faccia parte, il sole che ride della Federazione dei Verdi.
Sulle schede arriverà dunque il progetto Europa Verde, che vuole mettere al centro le persone (compresi i migranti), la giustizia sociale, redistributiva, alimentare e climatica, come ha ricordato Vula Tsetsi, segretaria generale dei Verdi Europei: "sono sempre di più i governi nazionali del Nord Europa cui partecipano, ma occorre agire e incidere a livello europeo e negli stati del Sud Europa, per non lasciare campo a figure come Salvini o Orban che potrebbero distruggere l'Europa invece che cambiarla".
Se la co-portavoce dei Verdi Elena Grandi ha approfondito il concetto di sostenibilità (ambientale, sì, ma anche sociale, culturale, economica), negando che si parli di decrescita felice, Annalisa Corrado (di Possibile e portavoce con Carmine Maturo di Green Italia, che in questo modo partecipa di nuovo alla lista dei Verdi Europei, anche se stavolta il contrassegno non riporta il suo logo) ha chiesto "scelte radicali e immediate, una conversione ecologica dell'intera società", mentre "negli ultimi 15-20 anni i 'grandi partiti' non hanno assolutamente messo al centro le scelte ecologiste". Matteo Badiali, altro co-portavoce dei Verdi, ha rivendicato per il suo partito e per Possibile il ruolo di "portatori sani" della buona politica e dei valori che la lista vuole portare avanti, "dobbiamo coinvolgere tutti coloro che hanno diritto a un futuro, con la speranza verso una società sostenibile e dei diritti". Alla fine della conferenza è intervenuto anche l'attore Massimo Wertmüller, al fianco di questo progetto elettorale: "Una forza verde in qualsiasi governo del mondo, in questo momento, è necessaria: l'ecologia, ne sono convinto, è un tema transpolitico, è impossibile non pensarci".  


"C'è l'Europa in questo simbolo: in Italia anche altri simboli si richiameranno all'Europa, ma c'è una differenza sostanziale, perché noi la vogliamo libera da Ogm, infrastrutture insostenibili e trattati di libero scambio che non si preoccupano del dumping sociale": non ha usato giri di parole Angelo Bonelli, che in quest'occasione non ha detto nulla sul "rapporto non consumato tra Verdi e Italia in Comune", sciolto la scorsa settimana non senza clamore. Si può lasciare alle sue parole, riportate sopra, o a quelle di Monica Frassoni (co-presidente dell'European Green Party), riportate sotto, il racconto di ciò che è accaduto, dai primi contatti alle bozze programmatiche e grafiche di alleanza fino alla virata di fine marzo. Si può anche fare un cenno rapido alle assenze: Maurizio Ribechini di BlastingPop ha notato che all'evento non erano presenti né Elly Schlein, eletta a Bruxelles nel 2014 col Pd, poi legata a Possibile, "la quale non avrebbe ancora deciso se ripresentare la propria candidatura", né Rossella Muroni, già presidente di Legambiente, eletta deputata per con LeU ma interessata al progetto "Onda Verde Civica", consunto dopo che Italia in Comune ha preso la strada di +Europa. Di certo, al netto della lista di presenti e assenti, si può dire che il simbolo di Europa Verde (con "Verde" non scritto come "Verdi") è uno di quelli fatti meglio tra quelli visti sin qui: in questo senso, forse la presenza di Possibile avrebbe complicato la grafica, dunque la sua assenza non è del tutto negativa.

1 commento:

  1. Bravo Gabriele, ottime recensioni!Pedalerò al massimo perché il percorso è tutto in salita. Ugo Sarao per "Pensioni & Lavoro"

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