venerdì 24 maggio 2019

Foggia, simboli e curiosità sulla scheda

Nel viaggio tra i capoluoghi di provincia che il 26 maggio sono chiamati a rinnovare la loro amministrazione comunale, è interessante fare tappa anche a Foggia. Anche in questa realtà, infatti, la presenza di liste è tutt'altro che trascurabile: sono in tutto 17, a sostegno di cinque candidati al ruolo di primo cittadino. La scheda è tuttavia meno affollata rispetto a quella di 5 anni fa, quando fu eletto (al ballottaggio) il candidato del centrodestra Franco Landella: le liste infatti erano addirittura 25, spalmate su 9 aspiranti sindaci.

Giuseppe Maniero

1) Foggia in testa

Il sorteggio ha collocato al primo posto uno dei candidati sostenuti da una sola lista. E che inizio col botto, considerando che il primo aspirante sindaco è Giuseppe Maniero. L'osservazione riguarda tanto il candidato, già capogruppo di Fratelli d'Italia che a gennaio si era presentato alle primarie del centrodestra ma ne era stato escluso, quanto il simbolo della sua lista (nata negli ultimi mesi del 2018 come "format politico-culturale"), Foggia in testa. Si tratta di una lista civica che non passa inosservata, e non tanto per l'indicazione "Maniero, il tuo sindaco." (con punteggiatura incorporata), ma per il berretto blu che campeggia nella parte alta, per dire che lui e la sua squadra hanno la città in testa, proprio come si tiene un cappellino.
  

Giuseppe Cavaliere detto Pippo

2) Senso civico per Foggia

Dopo Maniero, un altro Giuseppe, ossia Pippo Cavaliere, schierato questa volta dal centrosinistra, con una ricca coalizione - sei emblemi - a suo sostegno. La prima lista sorteggiata è Senso civico per Foggia, legata soprattutto al capolista, Leonardo di Gioia, già assessore regionale all'agricoltura della giunta Emiliano e candidato sindaco nel 2014. Il simbolo scelto per questa competizione elettorale raffigura una mano che raccoglie una foglia, un gesto cui verosimilmente si è sempre meno abituati negli ultimi anni; quella stessa mano, peraltro sembra prendersi cura di quella stessa foglia, che tra l'altro presenta vari colori, come se fosse allegoria dell'intera comunità cittadina, da trattare con rispetto e considerazione.

3) Partito democratico

Tra le liste della coalizione di centrosinistra c'è inevitabilmente quella del Partito democratico, che cinque anni fa risultò la lista più votata di tutte, anche se il risultato non fu squillante (pochissimo sotto il 14%). Proprio come nel 2014, il Pd ha scelto di presentarsi con il suo simbolo nazionale "liscio", senza alcuna caratterizzazione territoriale o il riferimento alla persona candidata a sindaco: una scelta che può essere interpretata come fattore di chiarezza, nel voler correre con l'immagine nazionale senza ostentare altri legami. Certo, Cavaliere, presidente della fondazione antiusura Buon samaritano, non è direttamente legato al Pd, ma il partito ha dato il suo appoggio alla candidatura e la lista promette di essere ancora la più scelta, almeno nella coalizione. 

4) Una città per cambiare

Se quello del Pd è un ritorno, tra l'altro piuttosto prevedibile, appare invece nuova la lista chiaramente civica Una città per cambiare, anche se dietro quel simbolo dovrebbero essere collocati soprattutto alcuni sostenitori "vendoliani". L'emblema, a dire la verità, non contiene elementi particolarmente riconducibili a quell'area: certamente il nome esprime la volontà di girare pagina rispetto alla gestione attuale del comune (di centrodestra), partendo dalle persone (stilizzate in verde, di dimensioni diverse) e puntando soprattutto - come si legge nel segmento terra di Siena in basso - su lavoro, ambiente e futuro. Valori che certamente collocano la lista a sinistra.

5) La città dei diritti

Dopo Una città per cambiare, la scheda prosegue con La città dei diritti, altro progetto chiaramente civico legato a Cavaliere. Anzi, il nome nasce proprio da una sua frase o, se si preferisce, dalla sua intenzione di costruire, appunto, "la città dei diritti" (anche per questo, doveva essere la civica personale del sindaco, ma non sembra essere andata proprio così). E se la struttura del simbolo può ricordare quella di Alleanza nazionale, con un segmento colorato che occupa più di metà dell'emblema, è ben diverso il colore (marrone, con un gioco di ombre), il fregio (nessuna fiamma, ovviamente, ma una bilancia della giustizia stilizzata: curioso che la lista ospiti anche vari socialisti) e l'evidenza data con il giallo al concetto dei diritti, evidentemente al centro della campagna elettorale di Cavaliere.

6) Foggia civica

Un po' come nel caso appena visto, è lo stesso nome della lista che segue a dare conto della natura civica e locale del progetto amministrativo. Foggia civica, in particolare, è stata promossa da Rosario Cusmai, indicato da più parti come il "braccio destro" di Leo di Gioia, che quindi sarebbe riuscito a sdoppiare il suo impegno elettorale, recuperando una sua lista di cinque anni fa. La grafica è piuttosto semplice ma leggermente dinamica, grazie alla corona circolare a due tonalità di blu e al cerchio eccentrico; quest'ultimo, poi, stavolta è tinto di arancione, colore da anni collegato a un'area civica (e si sarebbe tentati di usare la maiuscola) che si colloca tendenzialmente a sinistra. Cusmai, tra l'altro, è segretario regionale di Italia in Comune, ma quel partito è finito altrove...

7) Foggia popolare

Ultima sorteggiata tra le liste del centrosinistra in appoggio a Cavaliere è Foggia popolare. Si tratta, naturalmente, della declinazione locale del progetto di Puglia popolare, inaugurato e guidato da Massimo Cassano. Il simbolo, vista la provenienza di centrodestra moderata e il legame nel nome con l'esperienza del Nuovo centrodestra (poi Alternativa popolare), si presta a essere un contenitore eterogeneo, in cui hanno fatto ingresso anche vari consiglieri uscenti prima legati alla maggioranza di centrodestra - probabilmente a loro agio grazie alle pennellate che stavolta sono tricolori - ma non sono rimasti fuori nemmeno soggetti legati alla sinistra (FoggiaToday cita il socialista Riccardo Rignanese e un esponente di sinistra come Michele Sisbarra).

Franco Landella

8) Forza Italia

Se la coalizione di centrosinistra è composta da sei liste, quella del centrodestra può contare su un simbolo in più, così da portare acqua all'eventuale riconferma nel ruolo di sindaco di Franco Landella. Il caso vuole che ad aprire la coalizione il sorteggio abbia posto l'emblema di Forza Italia, che è proprio il partito cui Landella appartiene: non stupisce affatto allora che, nel solito contrassegno mutuato dalle elezioni politiche del 2018, sotto alla bandierina spinta un po' fuori dal cerchio e al cognome enorme di Silvio Berlusconi trovi posti proprio il riferimento al candidato sindaco (nonché primo cittadino uscente). Riuscirà la lista a prendere ancora il 12% abbondante?

9) DestinAzione comune

Se non è certo nuovo l'emblema di Forza Italia, può dirsi lo stesso per il simbolo di DestinAzione Comune, che gli elettori di Foggia hanno già trovato cinque anni fa nella compagine che aveva portato per la prima volta Landella a vincere (sia pure al ballottaggio e di un soffio). L'emblema - con il quale si sono candidati due assessori uscenti, Francesco Morese e Anna Paola Giuliani - è rimasto esattamente uguale a quello del 2014, a partire dal nome con la A di "Destinazione" messa in maiuscolo (chiaro indizio della collocazione nel centrodestra), dal tricolore fatto di frecce e le due tonalità di blu usate per campire il fondo (stesso discorso).

10) IDeA per Foggia - Moldaunia

Non capita spesso di vedere in giro per l'Italia liste presentate alle elezioni comunali da IDeA, il soggetto politico fondato a livello nazionale da Gaetano Quagliariello. A Foggia, invece, c'è, sta ovviamente nel centrodestra e riesce a non presentarsi "isolato", ma proponendo una lista in tandem con un altro progetto legato al territorio, ossia Moldaunia: si tratta di un'idea proposta da Gennaro Amodeo - tra i candidati, subito sotto la capolista - che intenderebbe separare la Daunia pugliese e unirla al Molise, creando una regione ad hoc etichettata appunto come Moldaunia. Si tratta ovviamente della prima volta che questo segno arriva sulle schede e, per chiarire bene le idee, una cartina serviva proprio.

11) Foggia vince - Landella sindaco

In questo progetto non mancano le liste civiche - nel senso che prima se n'è vista una - ma è chiaro che Foggia Vince appare ugualmente legata alle posizioni del sindaco uscente e ritentante, se non altro perché è nuova nuova e quindi può far leva anche sul lavoro fatto negli ultimi cinque anni (non a caso, in lista c'è anche Sergio Cangelli, membro della giunta uscente). Il segno di vittoria ben augurante fatto con la mano è inequivocabilmente leggibile, così come le "pezze" verde e rossa che, ai lati della mano bianca, formano il tricolore e rimandano subito al centrodestra. Anche qui è presente il riferimento al candidato sindaco, pur se in dimensioni inferiori rispetto a DestinAzione Comune.
   

12) Lega

In tanti altri comuni questa è, senza dubbio, l'elezione del debutto; non stupisce affatto, dunque, che anche a Foggia si presenti per la prima volta una lista della Lega. Certo è che alle ultime elezioni politiche il simbolo con Alberto da Giussano a spada sguainata al cielo aveva ottenuto l'8,6% dei voti, una cosa difficilmente immaginabile solo qualche anno fa (più di Fratelli d'Italia e più di Noi con l'Italia, in cui era confluito il progetto di Fitto...). Ora l'emblema presentato ai foggiani è quasi uguale a quello di un anno fa, tranne che per la sostituzione della parola "premier" con il riferimento alla Puglia. Niente nome del candidato sindaco, ma la Lega non lo fa quasi mai...

13) Unione di centro

Non poteva mancare, in una terra con una certa tradizione come la Puglia, un simbolo contenente lo scudo crociato: ecco dunque il contrassegno dell'Unione di centro, che si ripresenta dopo che nella scorsa tornata elettorale aveva fatto parte della compagine di centrosinistra (ottenendo peraltro il 5% ed eleggendo un proprio rappresentante). Dal punto di vista dei candidati non si tratta certo dello stesso partito di allora; sul piano simbolico, invece, non è cambiato proprio nulla, visto che oggi come nel 2014 è stato schierato il simbolo ufficiale nazionale, con il riferimento all'Italia nel segmento superiore rosso (senza sostituirlo con il nome del candidato, come capita di vedere altrove).

14) Fratelli d'Italia

Ultimo emblema della coalizione di centrodestra, almeno dando retta al sorteggio, è quello di Fratelli d'Italia. Un partito che, a lungo, è stato all'opposizione della giunta uscente (pur avendo ottenuto un seggio con il 2% scarso cinque anni fa proprio nella compagine di Landella), ma ora ha dovuto - così si legge sulla stampa locale - candidare due assessori uscenti (Erminia Roberto e Francesco D'Emilio) e vari componenti del consiglio comunale appena scaduto. In tutto questo, il simbolo è esattamente identico a quello che gli elettori di tutt'Italia troveranno sulla scheda delle elezioni europee, dunque con i riferimenti a Giorgia Meloni, ai sovranisti e ai conservatori (compresi, come si sa, quelli della fittiana Direzione Italia).

Giovanni Maria Giuseppe Gaetano Quadrato detto Giovanni

15) MoVimento 5 Stelle

Quella del 2019 è la seconda partecipazione alle elezioni amministrative di Foggia del MoVimento 5 Stelle, dopo che cinque anni fa la lista che aveva candidato alla guida del comune Vincenzo Rizzi si era dovuta accontentare del 6,3%, non sufficiente a mandare in consiglio un eletto oltre all'aspirante primo cittadino. Questa volta il M5S, assieme al suo candidato sindaco Giovanni Quadrato, spera di beneficiare dei risultati visti in occasione delle politiche 2018, quando lista e candidata uninominale avevano sfiorato il 50% dei consensi: il contrassegno usato sulle schede questa volta è esattamente lo stesso impiegato un anno fa, mentre l'unica differenza rispetto alle elezioni amministrative è il sito web scritto nella parte inferiore (da Beppegrillo.it a Ilblogdellestelle.it).

Giuseppe Pertosa

16) Forza Foggia

Il sorteggio ha riservato l'ultimo posto tra i candidati a Giuseppe Pertosa, consigliere uscente eletto con Forza Italia ma deciso a seguire una strada autonoma. Lo fa innanzitutto con una lista denominata Forza Foggia: il nome non è casuale, ma non si tenta in alcun modo di replicare la bandierina, al massimo c'è un tricolore sui generis. Un segno del territorio inequivocabile è costituito dalla Fontana del Sele che si vede, come sagoma, nella parte sinistra del simbolo, mentre i colori rosso e nero sono gli stessi della squadra di calcio; decisamente scarso, perché poco adatto all'uso in un contrassegno elettorale, l'uso della font Copperplate, che stona un po' con il resto della grafica.


17) Lista Pertosa

Il secondo emblema non ha alcun riferimento politico espresso, ma comunica semplicemente la vicinanza, se non l'aderenza totale al candidato sindaco. Non ci si può attendere nulla di diverso, in effetti, da una formazione denominata Lista Pertosa. Sul piano politico, a dire il vero, l'unica cosa che si può agevolmente capire è la collocazione politica all'interno del centrodestra, grazie al rassicurante fondo blu scuro e al tricolore che tinge i due archi di cerchio interni. Concepire la grafica, peraltro, non dev'essere stato troppo difficile: il carattere usato per il simbolo, il Calibri, è esattamente quello che Word propone quando si apre un nuovo documento. Il che equivale a chiudere la carrellata con un usato sicuro...

Bergamo, simboli e curiosità sulla scheda

Anche Bergamo torna al voto, dopo essere stata al centro dell'attenzione cinque anni fa perché, quasi in corrispondenza con il record percentuale del Partito democratico riportato alle europee del 2014 (il famoso 41% sfiorato e mai più visto), sindaco della città era diventato - dopo il ballottaggio - Giorgio Gori, una delle figure più vicine a Matteo Renzi e al nuovo corso dem. Allora si erano presentati 6 aspiranti sindaci, sostenuti da 17 liste; questa volta i candidati sono soltanto quattro (tutti uomini per giunta) e le liste si sono contratte ancora di più, riducendosi a 11.


Giacomo Stucchi

1) Lega

Il sorteggio ha collocato al primo posto sui manifesti e sulle schede il candidato del centrodestra Giacomo Stucchi. La sorte ha voluto che ad aprire la coalizione fosse proprio il partito dell'ex presidente del Copasir, dunque la Lega. Il simbolo con Alberto da Giussano, al solito, è quasi identico a quello che i bergamaschi troveranno sulla scheda delle elezioni europee; visto poi che siamo in Lombardia, torna anche la "pulce" stile 1992 della Lega Lombarda, oltre che il riferimento alla regione al posto della parola "Premier" sotto al cognome di Matteo Salvini. Cinque anni fa la Lega aveva preso il 9,46%, poco meno di cinque punti sotto Forza Italia: questa volta le posizioni potrebbero essere scambiate.
  

2) Forza Italia

Subito dopo il contrassegno della Lega, è stato collocato l'emblema di Forza Italia, che tenterà - non si sa ancora quanto a fatica - di difendere il suo primato di cinque anni fa. Anche in questo caso, il simbolo ha come modello il fregio adottato per le elezioni politiche del 2018, con i vertici verdi della bandierina fuori dal cerchio, il cognome di Berlusconi scritto a caratteri cubitali e al di sotto, al posto della parola "presidente", la dicitura "per Bergamo", tutta scritta in Arial Black (peraltro molto più "stirata" in orizzontale). Nessun riferimento, stavolta, al candidato sindaco, presente cinque anni fa (quello di Franco Tentorio, allora uscente): il che non stupisce, visto che Stucchi non proviene dalle file forziste. 
  

3) Bergamo ideale - Stucchi sindaco

Al terzo posto è stato collocato l'unico contrassegno che non ha natura politica, o per lo meno non del tutto. Perché Bergamo ideale, nome chiaro di una lista dalla natura civica, è inserito in un cerchio blu che contiene il simbolo di Stucchi sindaco, con il nome in blu e, sotto, una croce di san Giorgio rossa tracciata a gesso (o a pastello a cera, chissà). Questo emblema è chiaramente parente della prima "lista del presidente" presentata nel 2013 a favore di Roberto Maroni in Lombardia, poi trasmessa anche al suo successore Fontana (e comunque la grafica è pur sempre legata alle candidature proposte in Lombardia dalla Lega e condivise dal resto del centrodestra).

4) Fratelli d'Italia

Chiude la compagine di centrodestra, come ultima sorteggiata, la lista di Fratelli d'Italia, alleata a livello locale di una forza con cui prima su scala nazionale sembrava avere piena sintonia, almeno fino all'esperienza del governo giallo-verde, che ne ha allontanato le strade. Sui territori, tuttavia, i legami non sono stati messi in discussione, quindi non stupisce la presenza di Fdi. Il contrassegno, peraltro, è esattamente identico a quello che gli elettori bergamaschi troveranno sulla scheda delle elezioni europei: ci sono i riferimenti ai sovranisti, ai conservatori e a Giorgia Meloni, senza che sia citata in alcun modo la candidatura dell'ex presidente del Copasir. 

Nicholas Anesa

5) MoVimento 5 Stelle

Il secondo candidato sorteggiato in questo turno elettorale è Nicholas Anesa, aspirante sindaco proposto dal MoVimento 5 Stelle, che è dunque alla sua seconda partecipazione elettorale a Bergamo (nel 2009, infatti, non si è presentata nessuna Lista CiVica a 5 Stelle). Alle scorse comunali il M5S aveva ottenuto l'8,26%, riuscendo a eleggere due persone, compreso il candidato sindaco Marcello Zenoni; la percentuale si era raddoppiata alle elezioni politiche dello scorso anno, ma ovviamente comunali e politiche non sono assimilabili. Unica novità grafica rispetto a cinque anni fa è la sostituzione del sito internet nella parte inferiore dell'emblema, da Beppegrillo.it a Ilblogdellestelle.it. 
 

Francesco Samuele Macario

6) Bergamo in Comune

Il centrosinistra che sostiene Gori sembra non poter dire che tutta la sinistra si è ritrovata lì: una parte non trascurabile si riconosce nella lista autonoma Bergamo in Comune, che appoggia la candidatura di Francesco Samuele Macario, già assessore all'edilizia della giunta guidata da Roberto Bruni (2004-2009) e attuale segretario locale di Rifondazione comunista. Il concetto di comune (come istituzione) si fonde con quello di comunità e di "messa in comune"; sullo sfondo spicca la sagoma dei monumenti principali di Città Alta, mentre al di sotto è particolarmente evidente il logo della Sinistra europea - la stella-freccia rossa che punta a sinistra - senza alcuna indicazione testuale.
  

Giorgio Gori

7) Giorgio Gori sindaco

La coalizione che appoggia il tentativo di riconferma di Giorgio Gori è la più nutrita di tutto questo turno elettorale, essendo composta da cinque liste. La prima a essere sorteggiata, Giorgio Gori sindaco, evidentemente la "civica personale" del primo cittadino uscente e riaspirante, era già presente cinque anni fa (con un ottimo risultato, pari al 13,76%) e torna ora, giusto con una minima differenza: il nome della lista - scritto su tre righe e con il cognome del candidato scritto a caratteri cubitali - viene ridotto leggermente, sul fondo blu sfumato, per lasciare il posto nella parte inferiore del cerchio alla dicitura "lista civica", forse per sottolineare il carattere non politico della formazione (ma ce n'era bisogno?) e attenuare un po' l'impatto del nome. 

8) Patto per Bergamo - Italia in Comune

Altro ritorno, sia pure in una forma un po' diversa, riguarda la lista Patto per Bergamo, che aveva partecipato alle elezioni del 2014 come Patto civico: le bandierine al vento con i colori cittadini, il rosso e il giallo, sono le stesse di allora, ma il nome e i vessilli sono inseriti all'interno del simbolo di Italia in Comune: a seguito dell'alleanza tra le due forze, il logo del partito di Federico Pizzarotti si è ridotto un po' di dimensioni e ha tinto parte della circonferenza-agorà in giallo, per "bergamizzare" in pieno il contrassegno. Nel cerchio, peraltro, c'è anche una miniatura della rosa del socialismo europeo, per sottolineare la partecipazione di alcuni candidati del Psi alla lista.


9) Partito democratico

Non poteva naturalmente mancare in questa coalizione una lista del Partito democratico, ossia della formazione che cinque anni fa aveva ottenuto il risultato migliore (con il suo 23,55%; certo le condizioni sono cambiate e non sarà affatto facile confermarlo questa volta, anche se alle politiche era comunque arrivato il 28,5%). Il simbolo utilizzato in questo appuntamento elettorale somiglia a quello del 2014, anche se con qualche modifica significativa: lo spazio dedicato al logo del Pd diminuisce (solo il semicerchio superiore), mentre nella parte inferiore c'è la dicitura "Gori sindaco", con il cognome in grande evidenza, anche se cinque anni fa era più imponente. In qualche modo la grafica è parente di quella utilizzata da Gori alle regionali dello scorso anno, anche se allora il segmento verde era più piccolo e il nome era in corsivo.  

10) +Europa

Tra le forze politiche che sostengono la ricandidatura di Gori c'è anche +Europa, che presenta una delle sue ultime versioni del contrassegno, con il nome proposto nella grafica già nota dalla fine del 2017 e al di sotto la bandiera europea al vento, con una delle stelle tinta del tricolore; in alto non manca il riferimento a Gori, segno che la lista più di altre sembra condividerne il progetto. Alle scorse elezioni politiche il 5,53% dei bergamaschi aveva scelto la formazione di Della Vedova, Bonino e Tabacci, ma la quota era scesa al 3,11% alle contemporanee elezioni regionali; non è escluso, comunque, che il contributo della lista possa essere positivo e trovi riconoscimento in seguito.  


11) Ambiente partecipazione futuro

Chiude la coalizione di Gori e la scheda la lista Ambiente partecipazione futuro, che raccoglie parte della sinistra che sostiene il programma del sindaco uscente, pur non risparmiando critiche ad alcuni suoi punti e impegnandosi ad agire sulle carenze dell'amministrazione in scadenza. "Siamo - si legge sulla pagina Facebook della lista - per una città aperta, europeista, che metta al centro le persone. Solidale, impegnata a rendere sviluppo ed economia compatibili con l'ambiente, attenta alla tutela del suo patrimonio, che sappia investire in cultura, formazione e diritti civili". Il simbolo, molto semplice, comprende il nome della lista - piccolo ma evidente - e un triangolo rosso che funge da freccia, che punta ovviamente a sinistra.

giovedì 23 maggio 2019

Firenze, simboli e curiosità sulla scheda (di Antonio Folchetti)

Non poteva mancare, nel viaggio de I simboli della discordia, la più popolosa tra le città chiamate a rinnovare il 26 maggio la propria amministrazione comunale. Parliamo di Firenze, che - forse in virtù dei retaggi rinascimentali - ancora garantisce una discreta produzione simbolica, per la gioia di chi segue questo blog. Sul piano quantitativo, il numero delle liste è leggermente diminuito rispetto alle comunali del 2014, da 23 a 20, spalmate su un totale di 9 candidati sindaci (erano 10 nel 2014). Andiamo a conoscere meglio i loghi che in queste settimane tappezzano le strade fiorentine, procedendo sempre rigorosamente in ordine di sorteggio.

Fabrizio Valleri

1) Libera Firenze 

Al primo posto la lista Libera Firenze, che candida a sindaco Fabrizio Valleri, consigliere del quartiere 1 (giova ricordare che Firenze è suddivisa in cinque quartieri – corrispondenti alle circoscrizioni o ai municipi romani – che a loro volta eleggono un consiglio e un presidente), e nasce dall'incontro di varie realtà civiche, che avevano in parte sostenuto nel 2014 la candidatura dell'indipendente Cristina Scaletti. Il simbolo vede alternarsi bande bianche e rosse (i colori ufficiali dello stemma cittadino), con in basso una silhouette che riproduce uno scorcio panoramico del centro città, in cui si distinguono chiaramente Palazzo Vecchio e il Duomo. Completa il tutto il nome della lista colorato in viola, con una legittima strizzatina d’occhio ai tifosi calcistici, sperando in prestazioni migliori di quelle che la Fiorentina ha riservato quest’anno.

Ubaldo Bocci

2) Forza Italia

Subito dopo la lista di Valleri, troviamo la coalizione di centrodestra, che - dopo lunghe trattative e più di qualche scontro interno sul nome del candidato - ha trovato la quadra intorno al nome di Ubaldo Bocci, manager e imprenditore al suo debutto in politica, sostenuto da cinque liste. La prima che compare sulla scheda è Forza Italia, che ancora una volta ripete lo schema del "Berlusconi per" seguito dal nome del candidato sindaco (stavolta scritto in Arial Black come "per"). In quel di Firenze, i forzisti hanno sempre ottenuto risultati ben al di sotto della media nazionale (e regionale): dal 9,8% delle comunali 2014 all'8% delle politiche 2018. C'è da giurare che sperino che questo appuntamento possa invertire il trend negativo, Salvini permettendo.

3) Popolari & liberali

Ed ecco il primo simbolo che cattura l’attenzione dei #drogatidipolitica. È quello della lista Popolari & Liberali, un progetto civico-politico che coinvolge tre realtà, i cui loghi sono riprodotti in versione "pulce" nel contrassegno della lista: ritroviamo il Partito liberale italiano (che di tanto in tanto rispunta in occasione di appuntamenti elettorali locali) e l'Unione di centro (nella versione nazionale Udc-Italia con lo scudo crociato, utilizzata dal 2012), ai quali si aggiunge l’associazione Attiva Firenze. Il simbolo della lista non nasconde una certa somiglianza - sia nella struttura, giusto a colori invertiti, che nelle scelte cromatiche - proprio con quello di Attiva Firenze: unire le forze servirà ad agguantare l'ambìto seggio?

4) Fratelli d'Italia - Firenze in Movimento

Anche l’emblema di Fratelli d'Italia si presenta a Firenze in una veste rinnovata. In alto campeggia sempre il nome di Giorgia Meloni, mentre in basso il logo con il nome del partito e la fiamma tricolore si spostano a sinistra (solo metaforicamente, sia chiaro) per lasciare spazio a un altro simbolo più piccolo, quello di Firenze in Movimento, in cui troneggia un leone intento a custodire il giglio, con la facciata principale del Palazzo della Signoria sulla sfondo. In realtà, l’accordo tra i due soggetti politici è frutto di un’intesa nata in consiglio comunale: Firenze in Movimento (e qualcosa di simile, anche nella struttura del simbolo, lo si è visto anche a Livorno), infatti, nasce per volontà di Arianna Xekalos, giovane consigliera eletta con il M5S e poi transitata tra i banchi del centrodestra. Una spolverata di civismo per aumentare i consensi e tentare il sorpasso su Forza Italia.

5) Lega

Potrà destare sorpresa il fatto che il simbolo presentato dalla Lega per le elezioni comunali a Firenze sia esattamente identico a quello per le europee. Eppure, c'è da giurarlo, non si tratta di una scelta casuale. Non è un mistero che Matteo Salvini consideri quella fiorentina una sfida di estrema importanza, anche e soprattutto in vista delle regionali 2020, quando tenterà l’impresa di prendersi l’intera regione (e questa volta, da quel che dicono gli esperti, il traguardo potrebbe non essere così lontano). Così, sfumata l’indicazione del candidato a sindaco (il leader leghista aveva puntato sulla costituzionalista Ginevra Cerrina Feroni), è presto tracciata la nuova rotta: nessun riferimento alla città, né alla Toscana, tantomeno al candidato sindaco. E poiché all'aumentare delle dimensioni di una città aumenta la plausibilità di una lettura politica del voto amministrativo, "Salvini premier" anche alle comunali può essere un modo per dire di volerci mettere la faccia. 

6) Lista civica Firenze - Bocci sindaco

Ultimo dei cinque simboli della coalizione di centrodestra è la Lista civica Firenze - Bocci sindaco. Composta da imprenditori, professionisti, rappresentanti delle associazioni, si tratta senza dubbio della lista meno "partitica" della coalizione (sebbene ospiti al proprio interno alcuni esponenti del Popolo della Famiglia): in quanto tale, punta ad allargare il bacino del centrodestra, tradizionalmente molto ridotto in città. Il simbolo si presenta secondo caratteri di sostanziale immediatezza: scritte in bianco, salvo il nome del candidato sindaco (in rosso), su uno sfondo tra l’indaco e il viola; poco efficace la presenza di un ampio giglio, che viene quasi del tutto oscurato dalle diciture sparse. 

Gabriele Giacomelli

7) Partito comunista

Pur non mancando - come si vedrà - un'ampia offerta politica a sinistra, gli unici a poter vantare la falce e martello sul simbolo sono gli esponenti del Partito comunista di Marco Rizzo, che a Firenze propongono come primo cittadino uno studente universitario, classe '95: Gabriele Giacomelli. Il contrassegno presentato è il classico "quadrato" ormai attivo da anni, quindi leggermente differente da quello che gli elettori troveranno sulla scheda per le europee, in cui appaiono le affiliazioni ai gruppi europei, che sono state essenziali per poter presentare le liste senza raccogliere le firme. Si sa, da queste parti una falce e martello (chiunque ne sia l’ispiratore) conta ancora qualcosa, o comunque più che altrove: ma per poter entrare in consiglio comunale serve il 3%, e la sfida sarà molto ardua.

Roberto De Blasi

8) MoVimento 5 Stelle

C’è poi il MoVimento 5 Stelle, che anche in questo caso conferma il simbolo standard, senza modifiche di alcun genere rispetto a quello impiegato alle europee e inaugurato l'anno scorso. Candidato sindaco è l'architetto Roberto De Blasi, iscritto da anni al MoVimento ma finora privo di esperienza amministrativa; non sfugge invece il nome del capolista, Ubaldo Nannucci, già procuratore capo a Firenze ed ex presidente cittadino dell'Anpi. Nel fortino renziano per eccellenza, il M5S proverà a ritagliarsi un suo spazio, guardando - più che al 9,5% di cinque anni fa - al 19% delle politiche dello scorso anno. E ora che anche il fu non-partito è nel pieno del processo di istituzionalizzazione, sarà interessante vedere quanto avrà pesato in termini di preferenze la fuoriuscita della già citata Xekalos, che rappresentava un terzo del gruppo consiliare.

Mustafa Watte

9) Firenze punto e a capo

Corre in solitaria anche la lista Firenze punto e a capo, civica (ma di area centrosinistra) che candida a sindaco il farmacista di origini siriane Mustafa Watte. Ma il deus ex machina è Graziano Cioni, che per trent'anni ha ricoperto svariate volte l’incarico di assessore comunale, suscitando spesso polemiche per le dure misure adottate in materia di sicurezza e decoro urbano (tra i promotori c'è anche il giornalista Nicola Cariglia, già vicesindaco di Firenze). Nel simbolo della civica in questione, oltre alla sempre attraente immagine di Palazzo Vecchio, il “Punto e a capo” si regge su due linee rette, la seconda delle quali assume la forma di una freccia che va verso destra: non sarà mica un messaggio subliminale? Certo, è innegabile che Watte abbia un recente trascorso politico tra i Fratelli d’Italia. Diceva qualcuno che a pensar male si fa peccato: come continua la frase, è noto…

Dario Nardella

10) Firenze + verde

Sei sono le liste che supportano il sindaco uscente Dario Nardella, trionfalmente eletto al primo turno nel 2014 con quasi il 60% dei voti. La prima prende il nome di Firenze + verde, ed è, come facilmente immaginabile, una civica di orientamento ecologista. Si segnala in particolare la posizione favorevole (in netta minoranza dunque tra le realtà ambientaliste) rispetto a un tema che è stato oggetto di feroce contrapposizione negli ultimi anni: l'ampliamento dell'aeroporto di Peretola. Il simbolo, oltre al nome della lista (un po' nero e un po' verde, vedi il caso...), contiene una riproduzione stilizzata della cupola di Brunelleschi, percorsa da una serie di sfumature (ovviamente) verdi. 

11) Sinistra Civica

Un simbolo a dir poco essenziale per Sinistra Civica, la seconda lista della coalizione pro-Nardella: semplicemente il nome della lista, in bianco, su uno sfondo rosso. Parliamo di un'aggregazione che raccoglie varie personalità slegate dai partiti (tra i capilista troviamo l’autrice Angela Staude, moglie di Tiziano Terzani, ma anche il politologo Massimo Morisi) e si pone lo scopo di spostare a sinistra l'asse della coalizione. Ma guai a parlare di lista civetta. I promotori lo precisano a chiare lettere sul sito ufficiale, ribadendo al contempo tutta la distanza da quel "moderatismo conservativo che è una delle espressioni tipiche del renzismo" su cui è stata "spesso improntata l’azione amministrativa" di Nardella.

12) Partito democratico

Proseguendo in ordine di estrazione, ecco il Partito democratico che nel 2014, contestualmente all'exploit delle europee, aveva polverizzato ogni record superando il 47%: mai, nella storia delle elezioni comunali di Firenze, un singolo partito aveva raggiunto una percentuale simile. Oggi gli obiettivi sono realisticamente ridimensionati: riconfermarsi prima forza in città (meglio ancora se con ampio margine rispetto al secondo partito, probabilmente la Lega) e trainare la riconferma di Nardella, se possibile già al primo turno. Il simbolo non subisce significative variazioni rispetto alla comune fattispecie riadattata per le comunali: è aggiunto in basso il segmento con "Nardella sindaco", in bianco su uno sfondo dal viola "incerto" (perché potrebbe essere anche simile al blu di Siamo europei). 

13) Avanti Firenze

Un viola di ispirazione apertamente calcistica è invece quello che domina l'emblema di Avanti Firenze, una lista che appare civica, ma che è contraddistinta da una chiara matrice politica: tra i fautori di Avanti Firenze, troviamo Gabriele Toccafondi (ex Forza Italia, poi Civica Popolare, eletto nel collegio maggioritario lo scorso anno) e Riccardo Nencini, storico leader socialista, ex viceministro del governo Renzi, oltre ad altri esponenti di area centrista. Tutti loro hanno trovato una sintesi nella dicitura bianca "Moderati e riformisti" che appare sul simbolo, anche se con un corpo piccolo; l'emblema si tinge anche di giallo (nel bordo del cerchio, nella parola "Avanti" e nei tre triangoli ruotati a 90° verso destra, come una sorta di pulsante di "avanti velocissimo") e vede sullo sfondo la presenza del giglio, molto sfumato (forse troppo, per essere stampato bene).

14) +Europa

Sarà della partita anche +Europa, che difficilmente scende in campo con proprie liste per consultazioni elettorali amministrative. Il simbolo differisce in parte da quello che sarà sulla scheda per il Parlamento europeo: in basso ci sono le bandiere dell’Italia e dell'Ue ondulate dal vento, mentre mancano ovviamente i loghi di Italia in comune e del Partito democratico europeo. L’unico precedente sul quale +Europa può basarsi è il 6% ottenuto in città il 4 marzo 2018: un dato incoraggiante, sebbene le elezioni comunali siano tutta un'altra storia. Sicuramente, più che le preferenze, si evocherà il voto di opinione, confidando nella risposta positiva che questo storicamente riscontra nei grandi contesti urbani, ma anche in un possibile effetto-trascinamento grazie alla concomitanza con le elezioni europee.

15) Lista Nardella sindaco

L’ultima delle sei liste del centrosinistra è la Lista Nardella sindaco: la civica ufficiale, comprendente personalità del volontariato, dell’associazionismo, delle professioni; anche qui si punta sui giovani, infatti la capolista ha appena 23 anni. Nel contrassegno trovano posto soltanto due colori (il bianco e l’amaranto) e di nuovo il giglio, che stavolta però è ben visibile e domina incontrastato, pur se oscurato alla base per fare spazio al nome della lista. La sua corrispettiva del 2014 (completamente differente sul piano grafico, con un disegno del Ponte Vecchio e dell’Arno) sfiorò il 9% e portò a Palazzo Vecchio ben tre consiglieri: la formazione civica gigliata saprà fare di meglio?

Antonella Bundu

16) Sinistra italiana

Passiamo ora alla coalizione che appoggia Antonella Bundu, storica attivista, fiorentina di madre sierraleonese e unica donna tra le persone che ora aspirano alla guida del comune. La prima lista è Sinistra italiana, che torna sulle schede con il suo contrassegno ufficiale, quello delle linee atte a formare l’acronimo “SI”, che effettivamente non ha mai convinto (e che, anzi, suscitò non poca ilarità, come ricorderanno gli affezionati lettori). Non è possibile stabilire confronti diretti con il passato: di certo l'obiettivo minimo è raccogliere un seggio e non allontanarsi troppo dal 4,2% di Sel del 2014, quando la sinistra radicale, presentandosi sempre in una coalizione di tre liste, portò in Consiglio comunale tre rappresentanti. 

17) Potere al popolo!

Conta di riportare una buona performance anche Potere al Popolo!, che proprio a Firenze nel marzo 2018 ha ottenuto uno dei suoi migliori risultati tra le città capoluogo (oltre il 3%), radicandosi nei mesi successivi e sposando in pieno il progetto di Bundu. D’altra parte, prendere parte alle elezioni di Firenze (lo abbiamo detto all'inizio, il comune più importante tra quelli al voto) va vista anche come un'occasione importante di visibilità, un modo per avvertire tutti che PaP ancora c’è, malgrado non sia in corsa per le europee. Anche perché spesso, a sinistra, un nuovo simbolo dura il tempo di una sola campagna elettorale: se questo fa gioire i divoratori compulsivi di simboli, di certo non rallegra gli elettori, compresi quelli più assidui. 

18) Firenze città aperta

Il terzo simbolo della coalizione di sinistra radicale è il più civico. O forse, sarebbe più corretto dire il meno partitico. Perché, come avranno subito notato gli esperti, ricorda molto il logo depositato per le europee da La Sinistra: in effetti la somiglianza è evidente e certamente voluta. Tuttavia, mentre nel semicerchio superiore troviamo la dicitura Firenze città aperta, che è il nome della lista, in quello inferiore - oltre ad "Antonella Bundu sindaca" (declinata al femminile) - c’è anche la stella della Sinistra europea, stavolta non accoppiata al logo e alla sigla del Gue/Ngl, il gruppo della sinistra all'Europarlamento. Firenze città aperta (appoggiata anche da Rifondazione Comunista, Possibile, Diem25 e Mdp) punta a dare lo slancio che manca alla coalizione per arrivare alla tanto sognata doppia cifra.

Saverio Di Giulio

19) CasaPound Italia

Prima volta alle comunali fiorentine anche per CasaPound, che presenta il logo classico, senza aggiunte né modifiche, al fine di rendere sempre ben riconoscibile il proprio marchio. Il candidato a sindaco è Saverio Di Giulio, che era già stato candidato alla Camera nel collegio maggioritario 01 (ricordiamo che parte della città fa collegio con Scandicci e altri tre comuni dell’hinterland) riportando lo 0,7%. Anche a Firenze, la presenza di CasaPound ha scatenato non poche proteste da parte di altri candidati (Watte, Bundu ma anche lo stesso Nardella), i quali in diverse occasioni hanno disertato i confronti pubblici proprio a causa della presenza anche di Di Giulio.

Andrés Lasso

20) Federazione dei Verdi

Il sorteggio ha riservato l’ultima posizione ai Verdi, che tornano al vecchio sole che ride (il simbolo è identico a quello che appariva nella seconda metà degli anni ’90). Non avendo raggiunto un accordo con Nardella, i Verdi hanno deciso di correre in autonomia, candidando a sindaco Andrés Lasso, biologo di origini panamensi, che conferisce ulteriore eterogeneità a questa competizione. Da segnalare qualche stoccata nei confronti della lista Firenze + verde, accusata dai Verdi fiorentini di scorrettezza poiché finalizzata "a confondere gli elettori". I seguaci di lunga data di questo blog conoscono bene i danni che le liste verdi hanno subìto nel tempo a causa di professionisti di simboli "tarocchi". Stavolta però, a onor del vero, va detto che i due emblemi che si contendono il consenso ambientalista in quel di Firenze sono molto differenti tra di loro e di certo la qualifica di "Verde" non è esclusiva di nessuno.

Nocera Superiore, simboli e curiosità sulla scheda (di Arturo Famiglietti)

In queste settimane che precedono le elezioni amministrative, si è scelto di dare spazio ai tanti comuni capoluoghi di provincia chiamati al voto: ciò non significa che, tra gli altri comuni superiori, non ci siano casi interessanti o perfino eclatanti. Uno di questi è rappresentato da Nocera Superiore (Sa): non arriva a 30mila abitanti, ma è riuscito a schierare addirittura 26 liste. Un numero quasi da record, che meritava uno sguardo prima che si aprissero le urne. Per narrare questo "strano caso", cedo volentieri spazio ad Arturo Famiglietti, anche lui tra i follower storici del sito (lui lo ha visto nascere in università) e suggeritore di vari argomenti da me sviluppati. Stavolta Arturo, dopo la segnalazione, ha accettato di scrivere: ecco il suo debutto come autore, cosa di cui gli sono grato.

Il voto del 26 maggio vedrà protagonista anche la cittadinanza di Nocera Superiore, comune dell’agro nocerino-sarnese di poco meno di 25000 abitanti, ma dalla storia importante, già dai tempi dei sanniti e poi dei romani. Si torna regolarmente al voto dopo cinque anni: è il settimo appuntamento con l'elezione diretta del sindaco, dopo che nella Prima Repubblica i sindaci eletti in consiglio comunale sono quasi sempre stati della Democrazia cristiana (tranne all'inizio degli anni '50, quando governava una lista civica di destra; alla fine degli anni '60, con un'amministrazione a guida prima socialdemocratica, poi socialista; alla fine degli anni '80, di nuovo con un sindaco socialista durato meno di due anni). Da quando sono i cittadini a votare direttamente il primo cittadino, si sono avvicendati il centrosinistra (dal 1993 al 2001, sia pure in diversa composizione) e il centrodestra (dal 2001 al 2014, con l'apporto di varie formazioni civiche), fino alle elezioni di cinque anni fa, vinte da Giovanni Maria Cuofano - allora non ancora trentenne - sostenuto da una coalizione totalmente civica, mentre il centrodestra si era diviso tra due aspiranti sindaci.
Quest’anno a contendersi la guida del comune ci saranno cinque candidati (lo stesso numero del 2014) e ben 26 liste (8 in più rispetto alla scorsa tornata elettorale). 

Raffaelina Ferrentino

1) Movimento legalità e trasparenza

Il sorteggio ha riservato le prime posizioni all'unica donna aspirante sindaca, Raffaelina Ferrentino (per tutti Raffaella), avvocata, già candidata alla guida del comune per l'Udc nel 2006, nonché assessora alle politiche sociali e vicesindaca tra il 2009 e il 2013. Oggi si presenta a capo di una coalizione civica di quattro liste e la prima sorteggiata è il Movimento Legalità e trasparenza, che lei stessa ha fondato e ha partecipato alle elezioni del 2009 nel centrodestra (ottenendo un seggio) e del 2014 a sostegno di Andrea Monetti (divenuto consigliere). Nell'emblema, però, non ci sono più né la bilancia della giustizia, né il nome evidente della fondatrice: ora al centro c'è il nome del movimento (in giallo oro e blu), mentre la parte superiore richiama il tricolore nazionale (nell'arco e in un segno centrale che dà il senso di dinamicità); la parte inferiore, dominata dal blu, è caratterizzata dal disegno di una mano le cui dita richiamano di nuovo il tricolore.


2) Teniamoci per mano

La seconda lista sorteggiata - della coalizione di Ferrentino e dell'intera scheda - è Teniamoci per mano. Su questa lista si sa di meno (tranne il fatto che è parte, come le altre, di una coalizione che ha per motto "II cittadino prima di tutto"), quindi ci si limita a raccontare il simbolo, che è piuttosto semplice: il nome in blu copre ad arco il semicerchio superiore, mentre otto sagome umane di colori differenti - che però, in sfregio al nome, non si tengono per mano - sembrano fare un girotondo "intorno al mondo", anzi no, a un cerchio centrale. Immagine non sgradevole a vedersi e con la persona al centro, anche se - per come è costruita - sembra quasi la superficie di un compact disc.


3) Lega per l'Italia

La terza lista è quella della Lega per l'Italia, movimento politico nazionale nato nel 2011 e presieduto da Luigi Pergamo (storicamente legato al Pri e già candidato altre volte nel salernitano), che ne è anche il capolista ora. Il simbolo presenta un cerchio con una corona celeste in cui trovano posto il nome e la dicitura "Movimento presidenzialista". Nel cerchio centrale c'è, in alto, l'Italia divisa in regioni (il Nord è verde, il Centro bianco, il Sud rosso) con i riferimento al 1861 e al 2011 (che, oltre che l'anno di nascita del partito, sarebbe quello del 150° anniversario della nascita dell’Italia, ma questo sembra un dettaglio...) e, sotto la scritta "Orgoglio italiano", un semicerchio tricolore con la bandiera europea ridotta a un quadratino.


4) Senso unico

La quarta lista che completa la coalizione a supporto dell’avvocata Ferrentino è Senso unico. Il simbolo, anche a uno sguardo molto superficiale, appare più come un cartello stradale che come un cartello elettorale. A dominarlo, infatti, oltre al nome della lista scritto a caratteri cubitali, è una freccia bianca in un cerchio blu rivolta verso l’alto: questa, ovviamente, non rappresenta il senso unico di marcia - anche perché il cartello sarebbe stato diverso... - ma forse la necessità di cercare in alto qualcosa in più, o forse l'idea di andare sempre avanti verso i cittadini, indicati come unico soggetto rilevante per la lista. Toccherà agli elettori, forse, trovare il senso (unico, naturalmente).


Giovanni Maria Cuofano

5) +Rete

Secondo candidato estratto è il sindaco uscente Giovanni Maria Cuofano, già consigliere dal 2006 al 2008, che tenta la riconferma con l’ausilio di sei liste civiche (lui, tra l'altro, pur essendo considerato vicino a Renzi non ha mai aderito al Pd, partito che stavolta non si presenta). La prima formazione sorteggiata, +Rete, è una new entry nel panorama cittadino. Il simbolo su fondo bianco mette in evidenza il nome della lista col segno + in rosso e la scritta Rete in corsivo azzurro, corredata dalla dicitura "Cuofano Sindaco" (che si ripete identica, tranne che nel colore, in tutte le liste a sostegno del candidato). Tra i candidati ci sono due consiglieri e un assessore uscenti legati a L'altra Nocera, lista che stavolta non si è ripresentata: che +Rete ne sia l'evoluzione?


6) AncOra!

La seconda lista è denominata AncOra! ed è la trasformazione della lista Ora! che, nel 2014, conquistò la palma della formazione più votata della coalizione di Cuofano; la lista richiama anche esplicitamente lo slogan #xfareancora che caratterizza la campagna elettorale del sindaco. Il simbolo è in prevalenza rosso carico, con il nome diagonale "ancora!" bianco minuscolo (ma scritto con una font imponente): la O, peraltro, diventa una freccia circolare che punta verso l’alto (e in questo, a ben guardare, ricorda un po' la grafica renziana di "cambia verso"), In basso, in un segmento blu, l'immancabile scritta "Cuofano Sindaco", molto più leggera.

7) La Nostra Terra

Il terzo simbolo a sostegno di Cuofano è una vecchia conoscenza dei #drogatidipolitica locali. La Nostra Terra, infatti, è stata presente - ovviamente con una grafica più elementare - alle elezioni comunali del 1993 e nel collegio uninominale della Camera di Cava de' Tirreni (che comprendeva anche Nocera Superiore) alle elezioni politiche del 1994. Il candidato era l’ideatore di quella lista, Pasquale Cuofano, noto politico locale (già Dc, poi Cdu, fondatore dei Cdl di Formigoni e attualmente parte della Dc-Grassi) nonché padre dell'attuale sindaco. La lista è già stata sulle schede elettorali anche nel 2006 nella coalizione di centrosinistra con cui fu eletto Cuofano junior. Qui il riferimento al sindaco appare in alto e si vede un promontorio con due torri e il nome della lista; in primo piano, un albero non ben identificato si appoggia sul mare.


8) Viva Nocera Superiore

La quarta lista, invece, a differenza di quella appena vista, è una novità assoluta per il comune che ci interessa, anche se il concetto di esaltazione della città, espresso da Viva Nocera Superiore, non è certo qualcosa di inedito. Il simbolo presenta nella parte superiore tre strisce orizzontali color verde scuro, così come in basso si intervallano i colori giallo e bianco. Il centro dell'emblema, in fondo, è proprio il nome stesso della lista, qui riprodotto con la tecnica del "vuoto", come se si fosse usato un timbro che lascia il vuoto delle lettere: ecco dunque la scritta VIVA con il fondo viola (e le lettere staccate tra loro) e il resto del nome su un livello più scuro, il tutto su fondo bianco (lo stesso che ospita il ricorrente "Cuofano Sindaco".

9) Città libera

La quinta lista della compagine di Cuofano era già stata presentata nella scorsa tornata elettorale ma fu l'unica, di quella coalizione, a non conquistare seggi in consiglio comunale. Città libera è caratterizzata dai colori della bandiera italiana ben distribuiti nell’emblema e al centro si vede un albero sempreverde con le radici ben visibili; stavolta il nome è tutto collocato in alto, per lasciare spazio a "Cuofano Sindaco" in basso (peccato che il bordino verde del testo sia molto esile e renda il cognome del candidato illeggibile per metà...). In questa lista sono candidati il segretario cittadino del Pd, il candidato sindaco della coalizione di centrosinistra del 2014 che sfidò Cuofano al ballottaggio (Bartolomeo Pagano) e il presidente del consiglio comunale, già candidato sindaco di una coalizione civica.

10) Comunità Italia

L’ultimo simbolo, già presente alle scorse comunali a sostegno di Cuofano, sembra essere legato al mondo del centrodestra, almeno graficamente parlando. Visivamente c'è un cerchio blu sfumato con cornice bianca e due fregi tricolori (pennellati o "gessati"?) in alto e in basso; al centro il nome del comune - piuttosto compresso in orizzontale - è "racchiuso" dal nome della lista, Comunità Italia, mentre in basso trova posto il solito riferimento al candidato sindaco. A quanto pare Comunità Italia è un movimento nazionale, nato nel 2012, di cui è coordinatore nazionale proprio Pasquale Cuofano, padre del sindaco: l'Italia, insomma, passa da Nocera Superiore.


Carlo Mandara

11) MoVimento 5 Stelle

In basso a sinistra nella scheda elettorale fa il suo ingresso alle comunali di Nocera Superiore il MoVimento 5 Stelle: si tratta infatti della prima consultazione elettorale locale in cui il soggetto politico guidato prima da Beppe Grillo e ora da Luigi Di Maio si presenta con una propria lista. Il M5S propone come proprio candidato sindaco un insegnante di scuola superiore, il professor Carlo Mandara: sul piano grafico, sulle schede ovviamente arriva lo stesso simbolo utilizzato per le europee e inaugurato con le elezioni politiche dello scorso anno, dunque l'ultima versione con il sito internet Ilblogdellestelle.it adagiato "a sorriso" nella parte inferiore del simbolo. 


Giuseppe Fabbricatore

12) Nocera civica

La quarta coalizione è quella più numerosa: ben otto liste a sostegno di Giuseppe Fabbricatore, appoggiato dal centrodestra e da quattro civiche. Il maggior competitor di Cuofano è consigliere uscente (e lo è stato anche con Forza Italia, An e Pdl nelle consiliature precedenti), ha compattato il centrodestra nocerino (a differenza del 2014) e ha allargato la coalizione a esponenti civici già sostenitori di Cuofano. La prima lista sorteggiata è facile da collocare: su uno sfondo azzurro cielo si vede un gruppo di persone esultanti, quasi in stile concerto, che sostengono il nome, Nocera civica; sotto c'è il riferimento al candidato sindaco e, in basso, una striscia tricolore che richiama la fascia del sindaco (ma in una sua piega cita espressamente la bandiera italiana, a favore d'occhio).


13) La nostra Nocera Superiore

La seconda lista - sempre civica, il sorteggio ha finito per privilegiare queste formazioni - ha un emblema diviso tra due colori, azzurro e bianco. Nella parte superiore la scritta bianca ombreggiata su sfondo azzurro richiama il nome della lista, La nostra Nocera Superiore, con la parola "Nocera" proposta in corpo molto più evidente; in basso, in perfetto contrasto con la parte superiore, la scritta azzurra "Fabbricatore Sindaco" emerge su sfondo bianco. Il cerchio è contornato da una linea tricolore, con il verde un po' più spesso nella parte superiore (e l'abbinamento con l'azzurro, altro colore nazionale, porta subito aria di centrodestra, leggera ma percettibile).

14) Un amico in Comune

La terza lista sceglie un colore per certi versi inatteso, visto che l'arancione negli ultimi anni ha caratterizzato essenzialmente le esperienze civiche di centrosinistra, l’arancione; l'aggiunta di una strada-arcobalenino tricolore, tuttavia, diversifica il simbolo e rende più evidente il riferimento al centrodestra. Al centro del logo c'è il nome della lista, Un amico in Comune, con gli articoli in dimensioni ridotte, mentre sotto c'è il riferimento al candidato sindaco in bianco (con la carica quasi invisibile). Dal punto di vista grafico, non sfuggono in alto i tre omini bianchi stilizzati (e quasi sembrano bambini) che rappresentano una comunità che si aggrega intorno all'amico sindaco o va incontro a lui a braccia aperte.

15) Figli della Nostra Terra

La quarta (e ultima) lista civica a supporto di Fabbricatore è Figli della Nostra Terra, con colori divisi a metà tra l'azzurro cielo che tinge la parte superiore (dove sta anche il nome della lista) e un marroncino che in basso richiama il terreno (e ospita la scritta "con Fabbricatore sindaco", con il cognome più evidente). Il contrassegno è diviso da una sinusoide tinta del tricolore sfumato. Proprio in corrispondenza del bianco, si staglia l'immagine di una mano, anch'essa bianca: questa sembra nascere dalla terra per fiorire verso il cielo oppure offrire - con un gesto quasi biblico-evangelico - i "figli" come frutti di quella stessa terra. Un simbolo soft, che sembra quasi un marchio.


16) Unione di centro

Esaurite le civiche a sostegno di Fabbricatore, inizia la carrellata dei simboli di partito. Il primo a essere sorteggiato - in quinta posizione, tra quelli del candidato di centrodestra - è quello dell’Unione di centro: la struttura del contrassegno, ovviamente, è quella classica del partito di Lorenzo Cesa, con lo scudo crociato in evidenza - elemento fondamentale in Campania - e con le vele del Ccd e di Democrazia europea in filigrana. La parte superiore del simbolo, cioè il segmento rosso che normalmente ospita il riferimento all'Italia (e prima, a lungo, il cognome di Casini), questa volta contiene la dicitura (un po' compressa) "Fabbricatore sindaco", a testimoniare il supporto al candidato del centrodestra.

17) Forza Italia

Dopo la lista dell'Udc segue quella di Forza Italia, il cui simbolo è uno di quelli indicati dal nazionale per le elezioni amministrative. Stretto parente dell'emblema visto alle politiche del 2018 (con i vertici verdi della bandierina finiti fuori dal cerchio), sotto al nome di Silvio Berlusconi ben visibile al centro si trova la dicitura "per Nocera Superiore", inspiegabilmente con una font differente, del tutto incoerente rispetto al resto del contrassegno. In questa lista trovano spazio sia ex consiglieri comunali che hanno sostenuto Cuofano, sia l'avvocata Adriana Greco, già candidata sindaca del centrosinistra nel 2001 e ideatrice di una propria lista civica parte del centrosinistra nel 2009.

18) Fratelli d'Italia

La coalizione di centrodestra continua con il simbolo di Fratelli d'Italia, di cui Fabbricatore è dirigente provinciale. L'emblema è molto simile a quello che gli elettori troveranno sulla scheda delle elezioni europee: mantiene infatti i riferimenti ai sovranisti e conservatori ai due lati del simbolo nazionale che contiene la vecchia fiammella del Msi senza più  base. In compenso, però, al posto del nome di Giorgia Meloni, nella parte alta del contrassegno, in testo giallo su fondo blu, c'è il riferimento al candidato sindaco. E, considerando la sua appartenenza a Fdi e il suo ruolo nel partito, questa scelta - fatta, come si è visto, anche in altri comuni, non stupisce affatto.

19) Lega

Per la prima volta sulla scheda elettorale per le comunali di Nocera Superiore appare il simbolo della Lega: finora gli elettori l'avevano potuto votare solo alle elezioni politiche del 2018 (in quell'occasione, però, l'aveva scelto solo il 3,22% dei votanti), mentre questa volta l'emblema in cui domina Alberto da Giussano in primo piano e con il cognome di Matteo Salvini a caratteri cubitali arriva anche sulla scheda azzurra (unica differenza, il riferimento alla Campania al posto di "premier"). Questa lista, peraltro, trova l’appoggio di Giuseppe Manzo, già sindaco e amministratore locale: non a caso, tra i candidati nelle liste dell'ex Carroccio c'è il figlio, Nicola.

Domenico Oliva detto Mimmo

20) Navigando

Ultima coalizione sulla scheda è una compagine di sette liste a sostegno di Mimmo Oliva, sindacalista di lungo corso con la Cgil, poi assessore (per soli due mesi nel 2014) nella prima giunta Cuofano, è attualmente responsabile nazionale delle politiche sociali di Confunisco (Confederazione e unione di sindacati autonomi). Il suo slogan è "Navigando Controvento" (mutuato da una nota canzone di Arisa, Viaggiando controvento) che si fa in due sulla scheda: la prima lista sorteggiata, infatti, è Navigando, che come simbolo riporta una barca a vela con il drappo di colore amaranto gonfio (il vento viene da est), mentre la base somiglia a un boomerang nero. 

21) Conoscere

Segue la seconda lista, Conoscere, che pone nel simbolo - un disegno a matita, come se lo avesse fatto proprio un bimbo - la silhouette nera di un bambino che impugna un palloncino a forma di lampadina di colore giallo (meno male che è accesa...) e una pila di libri, a testimoniare l’importanza della cultura per lo sviluppo del paese. Da notare che qui, come del resto in tutti gli altri emblemi della coalizione, non c'è il nome del sindaco in primo piano: una scelta non casuale, quasi a voler testimoniare che l'impegno di questa coalizione civica si identifica più con un progetto plurale che con un uomo solo al comando. Una decisione coraggiosa: pagherà?

22) Emersione

La carrellata di simboli elementari - come difficoltà o come scuola? - prosegue con la lista Emersione, la cui dicitura appare in alto in un simbolo se possibile ancor più bianco e "vuoto" del precedente. All'interno della circonferenza rossa è tracciato il profilo di due promontori con al centro un burrone dal quale emergono - e solo il nome fa capire che salgono e non stanno sprofondando - alcune emoticon: un bloc notes con matita, una mano con una lampadina, il balloon dei fumetti, una stretta di mano, le maschere del teatro, note musicali e tavolozza di colori (ma tutto rigorosamente in bianco e nero). Un effetto grafico minimal ma certo poco d'impatto.


23) Polis SA

La coalizione si sviluppa ancora con la lista Polis SA, legata all'associazione Polis Sviluppo e Azione (di cui Oliva è fondatore e portavoce nazionale), che ha tra le sue attività anche una casa editrice (Polis Sa Edizioni). L'unico elemento grafico di quest'emblema è una doppia ellisse tangente, con quella più grande colorata di rosso, mentre il nome è ospitato all'interno della forma più piccola, bianca. Una curiosità: accanto al nome stesso si nota anche la ®, tipica del marchio registrato; in effetti il marchio registrato risulta, ma se lo si guarda bene, la struttura dei due ellissi non può non ricordare il marchio di Barilla, soltanto a colori invertiti (il bianco più grande per l'uovo, il rosso più piccolo per richiamare il tuorlo).


24) Azione

La quinta lista della coalizione, secondo l'ordine indicato dal sorteggio, è Azione. Sul piano grafico, questa è caratterizzata da due figure umane stilizzate, una di colore nero, l'altra amaranto, rappresentate ai lati di due ruote dentate incastrate tra loro. Il primo uomo è in piedi, l'altro è sottosopra. come se fosse stato travolto dagli ingranaggi o vi fosse finito dentro. E se in questo simbolo la storia sindacale del candidato sindaco potrebbe aver giocato un ruolo importante, è molto probabile che l'autore o l'ideatore del simbolo avessero in mente una delle scene più note e amaramente irresistibili dell'ultimo film-capolavoro di Charlie Chaplin, Tempi moderni.


25) Controvento

La coalizione ha il sostegno anche della lista Controvento: il sorteggio ha spezzato la continuità dello slogan, ma almeno non ha fatto lo scherzetto di invertire le due parole. Qui la scritta di colore amaranto è collocata nella parte bassa del simbolo, ma divisa tra le due parole che non sono sulla stessa riga e in parte si sovrappongono. L’emblema richiama la ruota di un mulino a vento, ma è stata disegnata come una girandola, un "soffione" o altri giochi simili per i bambini. La scelta delle tonalità di tre colori simili riesce a dare il senso di movimento e di dinamicità: certo, era difficile mostrare che l'oggetto sta girando in senso inverso, ma non si può pretendere troppo...


26) da Sud

Ultimo simbolo sulla scheda, oltre che della coalizione che sostiene Oliva, è quello di da Sud (con la minuscola iniziale, come si legge nel contrassegno). Lì appare una cartina muta del Meridione d'Italia con i confini regionali colorati di amaranto, accanto, si nota il disegno di una penna stilografica - o forse, visto il gusto retrò, è un cannello con pennino - che macchia con l'inchiostro il centro dell’emblema. Il simbolo (uno dei migliori della compagine, graficamente parlando) sembra quasi una lettera, come suggerisce anche l'elegante font in stile handwriting, inviata da quelle zone o a quelle terre, a o da qualcuno che è emigrato e ha nostalgia. Idea originale, oggettivamente non male, anche come chiusura.