Alla fine non sarà un partito, ma una fondazione, ma L'Altra Italia partirà a settembre (o, alla peggio, comunque in autunno), ovviamente nel nome di Silvio Berlusconi. Non lo ha detto lui, ma alcune persone a lui molto vicine, almeno politicamente, intervistate da Antonio Atte per AdnKronos.
Il progetto avrebbe due scopi in sostanza: innanzitutto rilanciare il centrodestra, in crisi cronica e in preda alla frammentazione da almeno un paio di anni, ma anche - e di riflesso - cercare di riportare in alto Forza Italia, decimata in Parlamento ma forse con maggior presa tra gli elettori rispetto alle altre neonate formazioni di Alfano, Fitto e (forse) Verdini.
La notizia avrebbe preso corpo ieri, quando Berlusconi è intervenuto all'ufficio di presidenza e al consiglio nazionale di Forza Italia e avrebbe fatto sapere di avere per le mani un gruppo di "20 campioni della società civile" che saranno al suo fianco, mentre lui stesso - scontata del tutto la sua pena - tornerà in tv per cercare di spingere in alto il partito (puntando, dice lui, a superare il 20%, soglia che per ora sembra ancora lontana).
Lo scopo della fondazione L'Altra Italia emerge innanzitutto dalle dichiarazioni rilasciate ad AdnKronos da Antonio Tajani, vicepresidente forzista del Parlamento Europeo: "L'idea è di allargare i confini del centrodestra andando a recuperare quei cittadini che non votano più e che cercano un'alternativa alla sinistra. Lo scopo è mettere insieme teste pensanti, campioni del mondo delle professioni che possano, un domani, comporre una squadra di governo. I contatti con queste personalità attualmente sono in corso. Molti personaggi con i quali il presidente sta parlando hanno già segnalato la propria disponibilità".
Che la nuova realtà peschi nelle acque tutt'altro che ristrette degli astenuti convinti lo conferma un altro esponente importante di Fi, che pure proviene da An, cioè Altero Matteoli: "Con la nuova fondazione, il presidente tenta di raggiungere un mondo che da tempo ha smesso di votare e cerca di farlo attraverso qualcosa che cammina accanto a Forza Italia. E' un tentativo apprezzabile, certo, ma io continuo a tifare affinché Fi abbia un futuro". Già, perché Forza Italia e L'Altra Italia dovrebbero restare realtà giuridiche e politiche ben distinte, con l'aspirazione di avvicinare al nuovo centrodestra ritargato Berlusconi "esponenti del mondo industriale, delle Università e delle professioni" (sempre secondo Matteoli, che tra le ipotesi mette in campo anche un possibile accordo tra L'Altra Italia e la Fondazione Einaudi).
A prescindere dai nomi coinvolti, in ogni caso, la notizia è che L'Altra Italia ci sarà, ma non sarà un partito, quindi tutt'al più avrà un logo, ma non certo un simbolo da utilizzare alle elezioni. Almeno in questa fase, visto che - nell'ottica dell'Italicum - un simbolo che riunisca tutta la coalizione dovrà comunque essere trovato: l'impresa, però, non sarà affatto facile, proprio come riportare Forza Italia al 20% e oltre.
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