martedì 18 agosto 2015

L'AltraItalia, senza spazio e non berlusconiana

Alla fine non solo non sarà un partito, ma quasi sicuramente non si chiamerà nemmeno L'Altra Italia. L'idea di Silvio Berlusconi di rilanciare Forza Italia e tutto il centrodestra attraverso un nuovo soggetto politico nella forma della fondazione probabilmente rimarrà, ma l'uso del nome sarà dannatamente più difficile: una bandierina giuridica su quell'espressione qualcuno ha già tentato di piantarla.
Il 30 luglio, infatti, all'Ufficio italiano brevetti e marchi risulta essere stato depositato come segno distintivo a nome di Stefania Mafalda, bellunese, giornalista  presso il Gazzettino e - questo conta di più - direttrice responsabile di www.laltraitalia.it, ossia "il primo giornale online di buone notizie". Ne ha dato notizia AdnKronos in un lancio di agenzia di Antonio Atte, ripreso per primo dal Sole 24 Ore. La domanda di marchio, ovviamente, è troppo recente per essere stata presa in carico da qualche funzionario, ma appunto si tratta pur sempre di qualcuno che - legalmente, al di là delle indiscrezioni giornalistiche - è arrivato prima a occupare il nome e il marchio usato come testata (e si vuole tutelare anche la sua versione abbreviata, cioè "la vocale 'a' di 'altra' [...] all'interno dell'immagine dell'apostrofo con coda verso destra e non viceversa come nella normalità" "la vocale 'i' maiuscola [che] rappresenta l'Italia").
La registrazione, va detto, è stata chiesta per una quantità spaventosa di beni e servizi, con un'elencazione drammaticamente dettagliata delle classi 35, 38, 42 e 45 (un elenco infinito che va dalla selezione di personale con test psico-attitudinali ai servizi di agenzie matrimoniali), quindi la politica non c'entra direttamente; resta il fatto che, a questo punto, "L'Altra Italia", con o senza spazio, c'è già. E, a dire il vero, c'era anche prima: basta cercare su Google quell'espressione ed escono altre realtà omonime o quasi, come un festival di Ascoli Piceno arrivato alla quarta edizione e un'associazione "Altra Italia" il cui sito esiste dal 2010. La mancanza dell'articolo, qui, riporta quasi alla vicenda dell'Avanti!, che morto a metà degli anni '90 come quotidiano socialista in attesa che qualcuno lo risvegliasse, finché se l'era preso Valter Lavitola trasformandolo in un foglio "liberalsocialista", aggiungendo all'inizio la "elle" e l'apostrofo, rimasto in seguito per distinguere le due testate. 
Qui ovviamente la questione è tutt'altra, ma i dubbi sul fatto che la nuova creatura politica - non partitica - legata a Berlusconi possa davvero chiamarsi "L'Altra Italia" crescono, invece che diminuire.

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