mercoledì 12 agosto 2015

Libertas, la colomba crociata figlia della Dc


Dare attenzione alle vicende collegate direttamente o indirettamente allo scudo crociato dà sempre soddisfazione: piaccia o no, quell'emblema sembra una fonte inesauribile di storie e di sigle. Una delle ultime - non certo l'ultima, si intende, è proprio impossibile mettere la parola "fine" in questo ambito - porta il nome di Movimento politico Libertas, che fin dal nome richiama l'antica ispirazione democristiana, senza però utilizzare ufficialmente né il nome né il simbolo storici. Il movimento, nato a settembre del 2014, ha come presidente Antonio Fierro, ex dirigente dell'Iri e già alla guida di un altro movimento dal nome latino e di matrice cristiana, Veritas.
Anche chi segue seriamente la politica e i suoi movimenti, a questo punto, potrebbe essere colto da dubbi. D'accordo, Fierro da presidente del Movimento politico Veritas aveva indicato sé stesso come capo della forza politica alle elezioni del 2013 (anche se poi in nessuna circoscrizione corsero liste con quel simbolo). Poco più di un anno dopo, tuttavia, esattamente al primo mattino del 6 aprile 2014, mentre due giovani donne da almeno un giorno avevano tenuto il posto nella fila davanti al Viminale proprio a nome di Veritas - posso testimoniarlo personalmente, avendo dato io il numero alle signore al posto di Mirella Cece, che mi aveva chiesto di sostituirla per un po' - a prendere la loro posizione era stata la Democrazia cristiana che si riconosceva nella segreteria politica di Angelo Sandri. 
Europee 2014: Fierro al Viminale
A depositare l'emblema dello scudo crociato arcuato su fondo bianco, nella "delegazione" guidata dallo stesso Sandri, a fianco dell'allora presidente del consiglio nazionale Anna Ciammetti c'era proprio Antonio Fierro, visto che il suo movimento Veritas nei mesi precedenti aveva stretto un accordo con la Dc-Sandri: quel giorno, probabilmente, Fierro aveva in animo di presentare anche il suo simbolo, anche se poi deve aver cambiato idea (non a caso, in bacheca, dopo lo scudo "sandriano", nello spazio con il n. 11 rimasto a lungo vuoto è apparso un foglietto con la scritta "non presentato").
Cosa ha portato, nel giro di poco tempo, Fierro da una collaborazione con la Dc-Sandri (nella quale ha rivestito incarichi apicali, compreso quello di vicesegretario nazionale) al varo di una nuova formazione politica? Ce lo spiega lui stesso: "Ricordo che nel 2013 fui chiamato da Sandri che aveva letto un mio articolo, alla fine di quell'anno partecipai anche al congresso di Perugia con cui "riabilitai" Sandri come segretario, ma in seguito compresi che non poteva ricoprire quel ruolo, tant'è che alle regionali di fatto finì per dare sostegno a Fratelli d'Italia. Per quanto riguardava me, io ero un iscritto alla Dc del 1992-1993, come coordinatore del comitato avevo avuto la delega a riportare all'interno delle Camere la Democrazia cristiana e su questo non ho mai cambiato idea".
Se al momento Fierro non milita all'interno di un partito che abbia quel nome storico, c'è un motivo ben preciso: "Ho capito che con la Dc non si può fare assolutamente nulla, dopo gli approfondimenti che sono stato costretto a fare: in pratica, tutti i deputati e senatori che hanno preso i soldi o gli immobili, dopo la fine del partito avevano e hanno tutto l'interesse affinché la Dc non cammini più". Occorreva un sistema per far rivivere la Dc senza la Dc, ma come?
Una possibile soluzione venne riguardando al passato: "Va ricordato che un gruppo nutrito di persone che ai tempi aderivano alla Dc giovanile era iscritto anche alle organizzazioni sportive che la Dc aveva nelle varie città, il cui nome era Libertas - nota Fierro -. Un giorno questi vecchi iscritti si sono riuniti e sono venuti a prendermi, mentre ancora stavo analizzando il "problema" della Dc. Quando ho capito che non c’era modo di arrivare in Parlamento in quelle condizioni, chiamai questa cinquantina di persone e ci rivedemmo: spiegai loro che con nome e simbolo tradizionali non ci si poteva candidare, così abbiamo costituito il Mpl, facendo nascere una realtà cui per decenni nessun altro era riuscito a dar vita". a che è quello che non erano riuscito a fare per decenni". 
Di cosa parla Fierro? "Da quando abbiamo iniziato le nostre attività, a settembre del 2014, abbiamo raccolto iscritti in tutta l’Italia: ci sono regioni in cui potremmo essere tranquillamente il primo partito, come in Campania, Sicilia, Lucania, molti consiglieri e assessori stanno passando con noi. Abbiamo costituito una squadra valida a livello nazionale, ma non abbiamo alcuna intenzione di dare voce a senatori e deputati del passato: chi vuole partecipare può farlo solo come persona per bene".
Il primo simbolo adottato
"Se la Democrazia cristiana dovesse avere un figlio, dovrebbe chiamarsi Movimento politico Libertas", aveva dichiarato ad aprile uno degli aderenti del nuovo soggetto politico a un quasi incredulo Franco Bechis, che ad aprile a Roma si era imbattuto in un banchetto del Mpl e non si capacitava di avere scoperto la nascita dell'ennesimo movimento. "Oggi fare politica è una vocazione - dichiarava in modo risoluto il giovane - se ce l'hai prendi i voti, se non ce l'hai non li prendi". In effetti a Somma Lombardo non è andata benissimo (Massimiliano Bersi, candidato sindaco, ha preso 70 voti, lo 0,95%), ma si è trattato pur sempre dell'esordio. 
In quel caso, tuttavia, il gruppo non ha potuto avvalersi del simbolo che inizialmente era stato ideato, che si basava pur sempre su una rielaborazione dello scudo crociato, sia pure con colori diversi e il tocco di due uccelli stilizzati ad ali spiegate: "In effetti avevamo elaborato un primo simbolo - spiega Antonio Fierro - ma sono andato direttamente al Ministero dell'interno, ho chiesto una sorta di parere preventivo a chi si occupa normalmente dei contrassegni e mi è stato detto che alcuni particolari erano da cambiare, così ci siamo regolati di conseguenza". Ogni accenno diretto allo scudo crociato è sparito, per cui ora l'emblema è così descritto: "Cerchio bordato di blu a fondo azzurro sfumato verso il bianco, contenente al centro uno scudo riportante alla testa convessa di colore blu la scritta 'Movimento Politico Libertas'; al centro dello scudo la colomba bianca e rossa su fondo azzurro sfumato sovrapposta alla fascia arcuata tricolore nazionale; alla punta dello scudo l'acronimo MPL verde, grigio chiaro e rosso". 
Con il nuovo emblema il gruppo intende fare politica attiva ("Sapesse quante pressioni ho per non andare avanti", assicura Fierro) e ha in mente qualcosa di ben preciso per far saltare il banco: "Il movimento Politico Libertas - si legge sul sito del Mpl - sta preparando un attacco concentrico alle istituzioni che non intendono portare il Paese alle elezioni politiche in brevissimo tempo, nonostante le due sentenze della Corte di Cassazione n.8878 del 04/04/2014 [quella che ha riconosciuto la lesione del diritto di voto a causa dell'applicazione del Porcellum, ndb] e della Corte Costituzionale [si tratta della nota sentenza n. 1/2014, con cui la stessa legge elettorale è stata parzialmente dichiarata incostituzionale e su cui si è appoggiata la Cassazione nella pronuncia vista prima]. Il Movimento Politico Libertas scriverà in breve tempo a tutti i Paesi della C.E. perché non riconoscano i rappresentanti politici italiani in quanto non eletti legittimamente. Sarà comunicato alla Comunità Europea che, qualora e in qualsiasi momento dovesse avvenire un cambiamento politico nel Paese, gli atti firmati dai governanti non eletti o eletti illegittimamente non saranno assolutamente riconosciuti per cui nulli. Lo stesso dicasi per gli atti firmati in Italia".
Sarà interessante capire come andrà a finire (e sapere, tra l'altro, come il movimento Libertas legga la sentenza della Consulta nella parte in cui "salva" la legittimità del Parlamento in carica); nel frattempo, la colomba crociata del Mpl continuerà a volare, altezza e meta la decideranno iscritti ed elettori.

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