sabato 4 giugno 2022

Frosinone, simboli e curiosità sulla scheda (di Antonio Folchetti)

Il nostro viaggio fra i simboli oggi fa tappa a Frosinone, il meno popoloso dei cinque capoluoghi laziali. Già in occasione delle comunali nel 2017, la città fu oggetto di attenzione da parte di questo blog, per via di alcuni simboli piuttosto originali (ripresi anche in una gallery curata per Il Tempo). Ma anche quest’anno non mancano le particolarità, e quindi - da #drogatidipolitica quali siamo - non potevamo certo esimerci dal dedicare un focus anche a Frosinone.
Nel complesso, sono 19 le liste presentate (esattamente come cinque anni fa), a sostegno di 5 candidati a sindaco (erano 6 nel 2017). Il primo cittadino uscente Nicola Ottaviani, rieletto al primo turno la volta scorsa, non può ricandidarsi, avendo ormai esaurito il limite dei due mandati, ma il suo nome - o meglio, il suo cognome - apparirà comunque sulla scheda: fra poco si vedrà perché. In ogni caso, procediamo con ordine (quello del sorteggio, ovviamente).


VINCENZO IACOVISSI

1) Partito socialista italiano

Il primo candidato sorteggiato è Vincenzo Iacovissi, vicesegretario nazionale del Partito socialista italiano (e già segretario nazionale dei Giovani socialisti). Il nome non suonerà nuovo per chi frequenta di norma questo sito, essendo stato Iacovissi il primo ospite delle presentazioni di libri che I simboli della discordia organizza ormai dal 2020. In appoggio a Iacovissi c'è solo la lista del Psi, che schiera il simbolo ufficiale col garofano (adottato nel 2019): all'interno, peròtrovano spazio candidature espressione di altre realtà locali (lista Il cambiamento e Lista civica Segneri) e nazionali (+Europa), che hanno scelto insieme di convergere sul nome di Iacovissi, ponendosi al di fuori della coalizione ufficiale di centrosinistra. Vista la lunga tradizione di ottime percentuali che vanta il Psi in città (e in tutta la provincia), l'obiettivo minimo è entrare in consiglio comunale: in caso di ballottaggio, poi, il peso di questo gruppo potrebbe essere determinante. 

DOMENICO MARZI

2) Piattaforma civica ecologista

Dopo non poche tribolazioni interne, la coalizione di centrosinistra (tranne alcuni pezzi, come si è appena visto e si vedrà anche più avanti) alla fine ha trovato la "quadra" su Domenico Marzi, avvocato e già sindaco dal 1998 al 2007, ora appoggiato da sette liste. La prima sorteggiata è Piattaforma civica ecologista, riconducibile a Provincia in comune, movimento attivo ormai da anni nel centrosinistra provinciale, pur rivendicando l’estraneità ai partiti. Il simbolo - molto colorato, ma senza risultare sgradevole - ricorda vagamente quello della non più attiva Sinistra ecologia libertà, con l’aggiunta di un segmento azzurro in alto, a base ondulata, speculare all'analogo segmento arancione in basso, in cui trova spazio anche il nome del candidato sindaco. Curiosità interessante: il capolista è Giuseppe Patrizi, già presidente della provincia con il centrodestra, storico esponente di Forza Italia e, per una breve parentesi, militante della Lega di Salvini.

3) Polo civico

Al secondo posto della coalizione si trova una lista che i frusinati già conoscono: si tratta di Polo civico, realtà ormai ben strutturata nel panorama locale, tanto da aver eletto - lo scorso dicembre - addirittura due consiglieri provinciali. In consiglio comunale ora conta il gruppo più numeroso, ma non può sfuggire un dettaglio rilevante: Polo civico ha fatto parte per dieci anni della maggioranza di centrodestra con il sindaco Ottaviani, esprimendo anche vari assessori. Un lungo lavoro di strategia, però, ha prodotto il cambiamento del fronte: i vertici della lista lo hanno giustificato parlando di alleanze legate a singoli mandati, che dunque non prevedono un'organicità prestabilita in una data coalizione. L’emblema vede, sul taglio in alto, una riproduzione - bianca, su sfondo blu - dello stivale italiano, probabilmente a conferma di una vocazione che si spinge ben oltre i confini ciociari, come dimostra in basso la dicitura "Nuova realtà nazionale". Ora saranno le urne a stabilire se il cambio di schieramento conserverà il consenso iniziale o se la scelta sarà stata azzardata.
 

4) Frosinone in Comune

Anche la terza lista della coalizione di Marzi non è una novità. Frosinone in Comune, infatti, si è presentata già alle elezioni del 2017, in solitaria, come sintesi di soggetti civici e partiti a sinistra del Pd: il suo ragguardevole 4,8% che garantito l'elezione in consiglio all'allora candidato sindaco Stefano Pizzutelli (ora capolista). Rispetto allo scorso appuntamento elettorale, però, è cambiata la collocazione: anche Frosinone in Comune, infatti, ha aderito alla coalizione di centrosinistra. Per questo, nel simbolo, in basso appare il nome di Marzi, in blu su sfondo giallo, colori cittadini (ma anche della squadra di calcio): nella parte superiore sono riconoscibili - in versione stilizzata e ognuno di un colore diverso, ma tenuti insieme da una linea di contorno bianca - quattro luoghi rappresentativi della città (la villa comunale, il grattacielo, il campanile del centro storico e i piloni, cioè le storiche arcate site nella zona alta). 

5) Lista Michele Marini

Dopo aver saltato un turno, ricompare anche la Lista Michele Marini, legata all'ex sindaco: lui, già vice di Marzi, fu eletto nel 2007, ma non riuscì a centrare la riconferma nel 2012, peraltro ostacolato da Marzi stesso (che si ripresentò spaccando il centrosinistra). Dopo molti anni di rapporti politici di fatto inesistenti, è arrivata la riappacificazione, così Marini - pur non candidandosi in prima persona - torna in campo con una lista che porta il suo nome, il cui simbolo è quasi identico a quello della sua vecchia civica. Emerge poi una somiglianza incredibile con il fregio del Centro solidale, presentatosi alle regionali del 2018 a sostegno di Nicola Zingaretti: due semicerchi, stessi colori sia per lo sfondo che per i caratteri, e persino un tocco di rosso presente in entrambi i loghi. Si dà il caso, inoltre, che tutte e due le liste ospitino candidati di DemoS (Democrazia solidale), il partito di cattolici vicini alla Comunità di Sant'Egidio. Troppi indizi per non sospettare che la somiglianza sia stata voluta: bisogna riconoscere, però, che la lista Marini esisteva in tale forma grafica già nel 2012 (così, se c'è stata imitazione, la lista Marini in realtà non può che averla "subita").
 

6) Partito democratico 

Il Partito democratico - quinta lista estratta della compagine - schiera il suo contrassegno ufficiale, senza alcuna aggiunta locale, nonostante l'impegno diretto di numerosi big, recatisi in questi giorni a Frosinone, da Enrico Letta a Nicola Zingaretti (proprio lui ha avuto un ruolo decisivo nel convincere Domenico Marzi - inizialmente restio - a riproporsi per la carica di primo cittadino). Schierando quasi tutti i consiglieri uscenti, il Pd ambisce a un ruolo egemone nella coalizione: nel 2017 si ottenne meno del 10%, un risultato modesto pur se da contestualizzare in uno scenario complessivamente negativo per il centrosinistra, che arrivò appena al 26% dei voti di lista. Questa volta lo scopo è fare molto meglio, magari per tirare la volata a Marzi puntando al ballottaggio.

7) MoVimento 5 Stelle

Come penultima lista a sostegno a Marzi si trova il MoVimento 5 Stelle. Nel 2017, a Frosinone, i candidati del M5S si presentarono in autonomia, come praticamente avveniva in tutta Italia (l'idea di coalizzarsi non era minimamente concepita, specie con il centrosinistra - in quella fase a trazione renziana). Ma i tempi sono cambiati, e anche nel capoluogo ciociaro - analogamente a quanto si è visto in quasi tutte le grandi città esaminate finora - il centrosinistra ha aperto le sue porte al partito dell'ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Il MoVimento si presenta con quello che è diventato il suo emblema ufficiale, con il 2050 della neutralità climatica che abbiamo ormai imparato a conoscere.

8) Marzi sindaco

Nel chiudere con le liste della coalizione di centrosinistra, ci si imbatte in un altro grande ritorno: la lista civica Marzi sindaco. Anch'essa riappare dopo dieci anni, con il medesimo simbolo del 2012: esso raffigura la Villa Comunale inaugurata durante il secondo mandato di Marzi, che separa l’azzurro del cielo (considerando i livelli di smog cittadino e il costante primato tra le città italiane più inquinate, c'è da augurarsi che sia di buon auspicio) dal verde del prato che circonda la villa stessa e fa da sfondo alla restante parte del logo; lì "svetta" il cognome del candidato sindaco e trova spazio anche il nome della città di Frosinone, scritto in corsivo. Curiosamente, come per il Polo civico e la lista Marini, il verde, il blu e il bianco risultano essere i colori dominanti.
 

GIUSEPPE COSIMATO

9) Cosimato sindaco

Sorteggiata al nono posto la lista civica presentata a sostegno di Giuseppe Cosimato, avvocato e già consigliere nelle fila di Alleanza nazionale dal 2005 al 2007, con un recente trascorso in Fratelli d'Italia, ma ora in corsa da indipendente (terza candidatura in ordine di scheda). Il simbolo si contraddistingue per un'evidente essenzialità, con il nome Cosimato sindaco in bianco (e in font Helvetica, diversa rispetto alla prima utilizzata) su fondo arancione, nel semicerchio inferiore. Sul livello superiore, invece, troviamo una doppia silhouette in grado di generare l’effetto "tricolore", riprendendo così il panorama del centro storico (si riconosce chiaramente il campanile) come visibile dalla zona bassa della città. 
 

RICCARDO MASTRANGELI

10) Forza Italia

Arriviamo ora al centrodestra, che ha scelto il proprio candidato sindaco lo scorso marzo ricorrendo a uno strumento di solito praticato dalla coalizione avversa: le primarie. Il vincitore - o meglio, il trionfatore assoluto con il 70% - è stato Riccardo Mastrangeli, presidente provinciale dell'Ordine dei Farmacisti e negli ultimi dieci anni assessore comunale al Bilancio. La prima lista sorteggiata della coalizione è quella di Forza Italia, il partito cui un tempo era iscritto lo stesso Mastrangeli (che la rappresentò anche alla Camera dei Deputati nella breve legislatura 1994-1996). Ad ogni modo, il simbolo depositato a Frosinone non presenta adattamenti territoriali: la storica bandiera disegnata da Cesare Priori viene semplicemente ridotta, per far spazio in basso al solo cognome di Berlusconi (si tratta del contrassegno proposto per le europee del 2014). 

11) Lista Ottaviani

Dopo il piccolo spoiler annunciato all'inizio, ecco finalmente la notizia completa. Pur non potendosi ricandidare, infatti, Nicola Ottaviani ha fatto solo un passo di lato, presentando direttamente la lista civica con il suo nome, che nel 2017 risultò la più votata in assoluto. Il simbolo della Lista Ottaviani, su sfondo blu notte, non contiene immagini né orpelli di alcun genere, privilegiando il marcato riferimento al primo cittadino uscente, il cui nome giallo è collocato esattamente nel mezzo del cerchio; in basso si trova lo slogan "Prima Frosinone", ad arco e scritto in bianco. Per Ottaviani - che è anche coordinatore provinciale della Lega - il successo o il fallimento di questa lista - che ha i colori cittadini, ma anche quelli attuali della Lega - rappresenterà una posta in gioco importante, rappresentando forse il tassello definitivo per l'agognata candidatura in Parlamento. Qualche acuto osservatore della politica locale, però, ha già notato che, se la lista Ottaviani dovesse superare - magari con ampio margine - la lista ufficiale della Lega, a Via Bellerio (e forse anche a Roma) potrebbero non prenderla molto bene…

12) Mastrangeli sindaco - Per Frosinone

Al terzo posto della coalizione di centrodestra, ecco la lista riconducibile all'aspirante primo cittadino, Mastrangeli sindaco - Per Frosinone. Non mancano elementi di analogia tra questo simbolo e quello che lo precede sulla scheda: anche qui non troviamo disegni, immagini o riproduzioni; anche qui il cognome è posto in alto, mentre lo slogan in basso; anche qui domina l'abbinamento giallo-blu (sebbene con tonalità più accese rispetto alla lista Ottaviani), con contorni di bianco in funzione di alleggerimento cromatico. Essendo l'unica lista della coalizione in cui appare il nome di Mastrangeli, sarà ancora più interessante conoscerne il risultato, nonché - per i #drogatidipolitica di categoria premium - il tasso di voti senza preferenza che sarà in grado di ottenere: non bisogna mai dimenticare che anche il voto di opinione vuole la sua parte.

13) Lega

In quarta posizione nella compagine di centrodestra segue la Lega, anch'essa con il simbolo ormai "stabiilizzato" (dopo le elezioni politiche del 2018): al centro Alberto da Giussano e, sotto, il riferimento a "Salvini premier" (sulla correttezza di quest'ultima parola, sul piano giuridico-costituzionale, ci sarebbe ovviamente molto da dire…). Ad ogni modo, come si è già fatto intendere poco fa, la Lega punta a un risultato importante alle comunali di Frosinone. Ciò non solo perché Ottaviani ne è il coordinatore provinciale, ma soprattutto perché - nel marzo 2019 - lui si è iscritto al Carroccio, diventando il primo sindaco leghista di un comune capoluogo di provincia del Centro-Sud. Dopo questo primato, che si inserisce perfettamente nel solco nella strategia di "meridionalizzazione" del partito portata avanti in questi anni da Matteo Salvini, ora la Lega vorrebbe evitare di "sfigurare", essendo peraltro già provata (a livello tanto nazionale quanto locale) dalla concorrenza interna di Fratelli d'Italia.

14) Lista per Frosinone

Ed eccoci arrivati al simbolo più longevo fra quelli che gli elettori frusinati troveranno sulle schede domenica prossima: quello della Lista per Frosinone. Si è di fronte a una vera e propria "istituzione" cittadina, come d'altronde lo era il fondatore della lista stessa, Gennarino Scaccia, membro del Consiglio comunale ininterrottamente dal 1969 al 2015, anno della sua scomparsa. L'emblema apparve per la prima volta nel 2002 e non ha mai subìto modifiche: impossibile non riconoscere il leone, cioè l'animale con cui si identificano molti frusinati, specie i tifosi del Frosinone calcio, essendo la fiera che appare sia sullo stemma cittadino che in quello del club. Completano il cerchio un segmento tricolore a sinistra e il nome della lista riprodotto con uno stile grafico - in gran parte in carattere Matura - che, a voler essere onesti, sarebbe opportuno aggiornare. Ad ogni modo, in una fase in cui le liste civiche nate ad hoc durano il tempo di una consultazione elettorale (e spesso non un minuto in più), quello della Lista per Frosinone rimane un significativo esempio di tenacia e passione.
 

15) Fratelli d'Italia

La sesta casella disponibile per la coalizione del centrodestra è stata destinata a Fratelli d'Italia, che in questa sfida non nasconde certo l’ambizione di allargare le proprie fasce di elettorato. Lo dimostrano anche le candidature messe in campo, due in particolare: il capolista Paolo Fanelli (già sindaco della città fra il 1995 e 1997, sfiduciato da un gruppo di consiglieri che facevano riferimento proprio a un allora giovanissimo Nicola Ottaviani) e l'attuale consigliere Christian Bellincampi (candidato a sindaco per il M5S cinque anni fa, avvicinatosi agli ambienti della sinistra lo scorso inverno e poi protagonista di un audace cambio di rotta). Come per Forza Italia e per la Lega, il simbolo presentato da Fdi non contiene varianti locali, limitandosi a riportare il nome di Giorgia Meloni come accade dalle elezioni politiche del 2018.

16) Frosinone capoluogo

Chiudiamo con il centrodestra analizzando il simbolo di un'altra lista che non è alla prima esperienza. Parliamo di Frosinone capoluogo, che meritò l’attenzione del nostro sito già cinque anni fa per la scelta di inserire nel proprio contrassegno il nuovo stadio cittadino, inaugurato da poco e motivo di vanto dell’amministrazione Ottaviani che si riproponeva per un secondo mandato. Quest'anno l’emblema non cambia nella sua struttura generale (permangono il verde e l'azzurro con le scritte bianche), ma al posto dello stadio troviamo una versione stilizzata di Palazzo Munari, il prestigioso edificio che un tempo ospitava la Banca d’Italia e che è stato recentemente acquisito dall'amministrazione e adibito a nuova sede comunale. Anche in questo caso parliamo di un’immagine altamente simbolica, tesa a ribadire un messaggio chiaro e immediato in direzione dell'elettore.

MAURO VICANO

17) Azione

L’ultimo candidato a sindaco sorteggiato è Mauro Vicano, medico e manager Asl di lunga esperienza, che - dopo essere stato per qualche mese il candidato in pectore della coalizione di centrosinistra - ha scelto di correre in autonomia sostenuto da tre liste. La prima, sempre in ordine di sorteggio, è quella di Azione, il partito di Carlo Calenda che debutta alle comunali di Frosinone con l'intento di ottenere un seggio e fare da traino alla coalizione Vicano. Il contrassegno riprende a grandi linee il simbolo ufficiale (quello modificato lo scorso ottobre, contenente le sfumature verdi), ma il nome del leader nazionale è collocato in alto, sotto il nome del partito, per far spazio - nel semicerchio inferiore - a quello del candidato a sindaco.

18) Vicano sindaco per Frosinone

La seconda lista in supporto a Mauro Vicano è la civica da lui allestita: Vicano sindaco per Frosinone. Il simbolo si caratterizza per una grafica minimale (ma non sgradevole), assorbito per oltre la metà dalla dicitura "Vicano sindaco" in bianco su sfondo arancione. Sul taglio basso, trova posto anche il giallo-blu tanto caro a gran parte della popolazione per i motivi calcistici di cui si è già detto, con la scritta "per Frosinone”; più in fondo ancora c'è lo slogan adottato dalla coalizione per questa campagna elettorale, "Se Vuoi si fa" (con il "Vuoi" scritto in maiuscolo). Efficace e diretto, si spera che questo slogan non venga preso troppo seriamente da qualche elettore afflitto da desideri e aspirazioni megalomani…

19) Unione di centro - Progetto Lazio - Autonomi e Partite Iva

Chiude l’approfondimento su Frosinone un simbolo che al suo interno racchiude tre aggregazioni sempre in appoggio a Vicano. (Ri)troviamo l'Unione di centro, che si riconosce chiaramente in alto a sinistra; al suo fianco - seppure in scala decisamente più ridotta - troviamo anche il logo rossoverde del movimento Autonomi e Partite Iva, soggetto politico guidato dall'ex senatore Eugenio Filograna e che in provincia vede a capo Fabio Vicano, fratello del candidato a sindaco. Proprio sopra il movimento Autonomi e Partite Iva, si nota un'altra sigla: quella di Progetto Lazio, associazione politica fondata dall'ex ministro Mario Baccini (ricordate la Rosa Bianca?), che guarda alla regione Lazio come "il centro propulsivo economico e sociale dell’intera nazione". Privo per il momento di un emblema ufficiale, Progetto Lazio ha voluto attestare comunque la sua presenza, trovando ospitalità in questa variegata lista elettorale.

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