sabato 20 agosto 2022

Elezioni regionali in Sicilia 2022, i simboli uno per uno

Com'è noto, il 25 settembre si voterà, oltre che per le elezioni politiche, anche per le elezioni regionali in Sicilia: ciò per scelta del presidente Nello Musumeci che, sciogliendo prima l'Assemblea regionale siciliana, ha anticipato i tempi del voto. Questo, nelle precedenti due tornate (2012 e 2017), è arrivato qualche mese prima rispetto alle elezioni nazionali, suggerendo così l'idea che la Sicilia potesse essere un laboratorio per formule e alleanze da testare in vista delle consultazioni su tutto il territorio italiano; stavolta, invece, lo svolgersi contemporaneo delle elezioni ha finito in sostanza per ripetere buona parte delle formule politiche, pur se con un'importante peculiarità tutta isolana (di cui si parlerà all'inizio dell'analisi).
Le elezioni regionali siciliane si distinguono per la previsione di un deposito dei contrassegni separato e precedente rispetto alla presentazione delle liste e dei loro documenti, nonché obbligatorio: i simboli sono stati depositati presso la sede dell’Assessorato regionale delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica - Dipartimento delle Autonomie Locali tra le ore 9 del 13 agosto e le ore 16 del 14 agosto (il 43° e il 42° giorno prima del voto, in coincidenza con le ultime due giornate di deposito per le elezioni politiche). La disciplina elettorale per la Sicilia - dettata con legge regionale n. 29/1951, modificata dalla legge regionale n. 7/2005 - prevede il divieto di presentare contrassegni "identici o facilmente confondibili con altri notoriamente usati da partiti o raggruppamenti politici o già legittimamente depositati"; le Istruzioni per il deposito dei contrassegni di lista e la presentazione delle liste dei candidati, peraltro, precisano - senza che la legge regionale indichi nulla in proposto - che per il concetto di confondibilità "è utile richiamare l'art. 14 del T.U. 30 marzo 1957, n. 361", dunque il testo unico per l'elezione della Camera, che cita - oltre che i criteri per valutare la confondibilità - anche il divieto dell'uso di immagini o soggetti religiosi o di presentare emblemi al solo scopo di precluderne surrettiziamente l'uso a chi ne ha diritto. Le stesse Istruzioni precisano che, se un contrassegno contiene nomi di persone, occorre presentare "la dichiarazione di consenso da parte degli interessati, debitamente autenticata da uno dei soggetti indicati dall’art. 14 della legge n. 53/1990" (nel suo testo vigente).
Altre particolarità riguardano il procedimento legato al deposito e alla valutazione dei simboli. Posto che la persona incaricata del deposito deve indicare un domicilio palermitano (oltre che fornire e-mail e numero di telefono), tra il 41° al 40° giorno prima del voto - quindi il 15 e il 16 agosto - i contrassegni sono rimasti visibili per i rappresentanti delle forze politiche, che potevano "segnalare eventuali identità o confondibilità" con i loro emblemi, mentre entro il giorno successivo - il 17 agosto - l'Assessorato Regionale delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica - Dipartimento delle Autonomie Locali ha esaminato gli emblemi (evidentemente tenendo conto anche delle segnalazioni dei partiti), invitando i depositanti dei contrassegni ritenuti identici o facilmente confondibili a sostituirli entro 48 ore o informando le rispettive forze politiche di eventuali difetti sanabili o meno dei documenti presentati. Dopo l'affissione - ieri - dei contrassegni ammessi, entro oggi i partiti i cui simboli sono stati esclusi (o quelli che ritengono indebitamente ammessi emblemi confondibili) possono fare ricorso all'Ufficio Centrale regionale presso la Corte di Appello di Palermo, che deciderà entro un giorno e con un'unica decisione. Entro il 24 agosto i simboli saranno trasmessi a ogni ufficio elettorale interessato e pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana.
Un particolare che colpisce del procedimento di deposito - specie dopo la scelta di consentire per legge il deposito in formato informatico dei contrassegni - riguarda la necessità di consegnare presso l'assessorato il simbolo (nel doppio formato di 10 e 3 centimetri di diametro) in "tanti esemplari" - evidentemente cartacei - "quanti sono i collegi elettorali" nei quali la forza politica intende concorrere, "oltre a due esemplari per la Presidenza della Regione ed uno per l'Ufficio elettorale centrale regionale" e, per giunta, tutte le copie del simbolo devono essere sottoscritte "dai rappresentanti del partito o gruppo, mediante firma autenticata": considerando che le province e i relativi collegi sono 9, i doppi esemplari di contrassegno da depositare, con firma autenticata del presidente/segretario del partito o del coordinatore regionale, devono essere ben 12. Il mancato rispetto di questa formalità richiesta dalla legge regionale può portare alla ricusazione del contrassegno e dunque all'impossibilità di presentare liste: una disposizione che non ha eguali in nessun altro procedimento elettorale preparatorio (nemmeno, come si sa, in quello delle elezioni politiche) e che sembra francamente anacronistica ed eccessiva, nell'anno di scarsa grazia 2022. 
Ricordato tutto ciò, si può dire che i contrassegni depositati per le elezioni regionali siciliane sono stati 38, inclusi vari doppioni (voluti) e alcuni che probabilmente non verranno seguiti dalla presentazione di liste: di seguito vengono passati in rassegna, stavolta in ordine corretto di presentazione (visto che l'analisi è fatta ex post e non occorre aggiornare la pagina come per le elezioni politiche). 

* * *

1) De Luca sindaco di Sicilia - Sud chiama Nord

La prima batteria di contrassegni depositati corrisponde alla coalizione che sosterrà la candidatura alla presidenza di Cateno De Luca, già sindaco di Messina e candidato allo stesso tempo - per quanto se ne sa - al Parlamento italiano. Il primo simbolo depositato è quasi identico a quello finito nelle bacheche del Viminale già venerdì mattina: De Luca sindaco di Sicilia (invece che "sindaco d'Italia", in ogni caso con l'esportazione del ruolo di sindaco - che De Luca ha svolto a Fiumedinisi, Santa Teresa di Riva e Messina - su una scala territoriale più ampia), con la stessa struttura grafica adottata per i simboli che hanno portato alla vittoria Federico Basile a Messina. Sotto la parte gialla che contiene il nome della lista - che è un movimento guidato da Ismaele La Vardera - è riportato anche il nome del progetto politico Sud chiama Nord, che questa volta è comparso solo su questo emblema elettorale. Sarà questo il simbolo anche della lista regionale?
 

2) Sicilia vera - Verso una economia regionale autonoma

Subito dopo quello di De Luca sindaco di Sicilia è stato depositato il simbolo di Sicilia Vera, vero e proprio partito - da aprile infatti figura nel Registro dei partiti politici - nato come associazione una decina di anni fa e presieduto da Giuseppe Lombardo. Il simbolo è costituito da un cerchio blu-azzurro sfumato, con la riproduzione rossa della Sicilia (con sopra l'immagine - non facile da vedere - della Trinacria) e il nome giallo scritto coi caratteri Arial Black e Brush Script; non sfugge, nella parte inferiore del cerchio, la dicitura "Verso una economia regionale autonoma", con l'ultima parola in maggiore rilievo (del resto Vera è proprio l'acronimo di quell'espressione, intendendo che l'economia regionale autonoma è parte essenziale per raggiungere l'autonomia politica). In un primo tempo era previsto che il contrassegno contenesse anche un riferimento a Rinascimento e a Vittorio Sgarbi, ma poi questo non si è concretizzato.
  

3) Orgoglio siculo con Cateno

Anche il terzo simbolo depositato, quello di Orgoglio siculo con Cateno, ricorda gli emblemi usati dal "deluchiano" Federico Basile alle ultime comunali messinesi, ma anche quelli schierati direttamente da De Luca alle precedenti elezioni del 2018, vinte da lui stesso al ballottaggio (la sfumatura grigia a fasce però è nuova). Questa lista, come la precedente, fa riferimento alla sicilianità come caratteristica e come "mondo", ma anche come orizzonte di orgoglio da recuperare proprio grazie alla candidatura di De Luca, indicato nel simbolo soltanto con il suo nome.
  

4) Impresa Sicilia

Le liste presentate a sostegno di Cateno De Luca saranno di certo almeno tre (i "pilastri" della coalizione); fin dall'inizio della pre-campagna elettorale, però, l'ex sindaco di Messina aveva annunciato la presenza di altre sei liste "di testimonianza", definite come "di impegno personale di semplici cittadini liberi e qualificati". Una di quelle quasi certe di finire sulle schede è Impresa Sicilia, con il nome riportato accanto a una "I" maiuscola gigante, il tutto su fondo carminio bordato di blu. Le persone candidate qui sono evidentemente quelle più legate al mondo imprenditoriale locale che cercano di portare il loro contributo alla corsa di De Luca a presidente regionale.
 

5) Terra d'amuri

Non è dato sapere se i simboli dal numero 5 al numero 9 finiranno sulle schede: lo stesso De Luca in un suo post ha spiegato che forse le liste di testimonianza saranno meno di sei perché "il voto è stato anticipato, ma lasceremo la possibilità fino all’ultimo a chiunque voglia aiutarci di essere inserito" (anche se viene da domandarsi come sia possibile, visto che le firme dovrebbero essere raccolte sull'elenco già  formato dei candidati). Tra i contrassegni che potrebbero finire sulle schede c'è quello di Terra d'amuri, che non è solo una dichiarazione d'amore storica per la Sicilia: è anche l'inno della campagna elettorale di De Luca, composto da lui stesso nella musica e nel testo (controllare nell'archivio Siae per credere). Il nome è collocato su uno sfondo marrone chiaro, con la lettera iniziale "T" riportata al centro in tono più scuro.
  

6) Basta mafie

Appare ancora più sobrio rispetto ai due ultimi simboli visti - e con una linea grafica differente - il contrassegno della possibile lista Basta mafie, con il nome indicato semplicemente in rosso su fondo bianco. Si è voluto indicare nel modo più diretto il riferimento alla battaglia contro le mafie, qualunque forma abbiano o assumano nel corso del tempo (e per De Luca tra queste rientra anche "che decide cosa la gente ha il diritto di sapere e cosa no", ritenendo che la propria campagna elettorale sia stata oggetto di poca attenzione da parte di alcuni media).
  

7) Lavoro in Sicilia

Le altre tre liste delle quali è stato presentato il contrassegno riprendono lo stile visto per le prime due formazioni "di testimonianza": il nome con l'iniziale principale riportata sullo sfondo. Vale, per esempio, per Lavoro in Sicilia, emblema che certamente mette al centro una delle esigenze più sentite in Sicilia ormai da molti anni, l'esigenza di creare posti di lavoro per le persone abitanti sull'isola, senza che debbano essere costrette a emigrare. Il nome della lista è scritto in marrone scuro, a fianco della lettera "L" scritta nello stesso colore su fondo bianco.
 

8) Giovani siciliani

Una struttura molto simile, pur con scelte cromatiche diverse, ha il contrassegno della possibile lista di testimonianza Giovani siciliani, con il testo scritto maiuscolo con una font stile "stencil" su fondo verde chiaro bordato di nero, mentre la "g" (stavolta minuscola) è riportata con il medesimo carattere tinto di verde scuro. Il progetto punta a valorizzare le candidature di persone giovani dell'isola, normalmente tra i soggetti che hanno meno possibilità (e, come si diceva sopra, sono costrette a cercare lavoro altrove e a emigrare per migliorare il loro futuro).
 

9) Autonomia siciliana

La struttura dell'ultimo contrassegno presentato per la coalizione di Cateno De Luca è simile a quelli già visti, ma questa volta le lettere riportate nel simbolo sono due: il concetto scelto come nome della lista, infatti, è Autonomia siciliana e le parole sono entrambe importanti, per molti siciliani e per il progetto dello stesso De Luca. Si tratta probabilmente del contrassegno più elegante, con il carattere graziato a stampa bianco su fondo blu, con le iniziali maiuscole "A" e "S" tinte di blu scuro e leggermente debordanti rispetto al cerchio blu di fondo (ma pur sempre contenute nel bordo esterno del contrassegno).
  

10) Movimento italiano C21

Esauriti i simboli della coalizione di Cateno De Luca, al numero 10 si trova il contrassegno del Movimento italiano C21, più esattamente Movimento italiano Partite Iva C21, che candida alla presidenza della regione Maurizio Francesco Loritto, a lungo impegnato - oltre che come assistente parlamentare europeo - in sport motoristici e in attività manageriali (con attenzione all'internazionalizzazione delle imprese). Proprio entrambe le attività sono alla base del progetto politico, rivolto innanzitutto alle partite Iva locali (scritte, come "Movimento italiano", in un curioso carattere Cooper Black), contrassegnato dallo scudetto tricolore che evoca vittorie sportive, con l'ulteriore riferimento C21 (chiaro a chi ha la passione dei motori), il tutto collocato su fondo azzurro e con bordo tricolore.  

11) Pensiero e azione - PPA

Anche alle elezioni siciliane è stato depositato il simbolo del Movimento Pensiero e Azione - PPA, comprensivo della dicitura "Popolo partite Iva" e della miniatura del simbolo "La Politica dei Giovani", che pure è sparito in seconda battuta dal fregio elettorale depositato presso il Viminale, per la riscontrata mancata delega all'uso  Anche nel 2012 il Ppa aveva presentato il proprio contrassegno, nonché proprie liste (allora a sostegno della candidatura di Gianfranco Miccichè); questa volta sostiene come aspirante presidente della Regione Piera Maria Loiacono.
  

12) Prima l'Italia - Lega Salvini premier

Il centrodestra si presenta sparso all'appuntamento del deposito dei contrassegni. La prima delle formazioni ad avere consegnato il proprio contrassegno è stata Prima l'Italia - Lega Salvini premier, che in Sicilia ha come figura principale Nino Minardo. Il contrassegno - che potrebbe sostenere la candidatura di Renato Schifani ma non è ancora detto - inserisce all'interno del fregio elettorale schierato dalla Lega in occasione delle ultime elezioni amministrative al Centro-Sud la pulce della stessa Lega Salvini premier: del resto il gruppo all'Assemblea regionale siciliana ha come denominazione la stessa indicata per questa lista.
 

13) Pci - Partito comunista italiano

L'unico simbolo contenente la storica coppia di falce e martello depositato in occasione di queste elezioni è quello presentato dal Partito comunista italiano, che si affaccia per la prima volta in questa forma al voto regionale siciliano. Il simbolo è quello ufficiale, con la doppia bandiera dalle aste blu e la sigla riscritta e senza punti. Non è ancora chiaro se il Pci riuscirà a presentarsi, in ogni caso se lo farà correrà autonomamente, come intende fare a livello nazionale, senza aderire ad alcuna coalizione e cercando di riaffermare la propria presenza sul territorio.
 

14) MoVimento 5 Stelle

Tra i simboli depositati c'è ovviamente quello del MoVimento 5 Stelle, nell'ultima versione conosciuta - dopo le riforme statutarie del 2021 - che ha sostituito ogni riferimento a siti web con la citazione del 2050 come anno della neutralità climatica. Finora non è stata smentita l'alleanza con il Pd per sostenere la candidatura di Caterina Chinnici, ma non mancano le tensioni (anche di natura "simbolica", come si vedrà) e di certo non è priva di peso la situazione differente che si vive alle elezioni politiche, in cui le strade di Pd e M5S si sono separate fin dalle ultime battute del governo Draghi e della legislatura.
  

15) Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni

Secondo simbolo del centrodestra è quello di Fratelli d'Italia, che alle elezioni regionali sosterrà la candidatura di Renato Schifani, dopo aver sostenuto un possibile bis del presidente uscente Nello Musumeci e aver invece negato il proprio appoggio alla candidatura di Stefania Prestigiacomo. Il simbolo è lo stesso adottato alle politiche del 2018 (non alle regionali del 2017, quando il simbolo di Fdi-An era inserito accanto a Noi con Salvini) e all'interno sono confluiti anche i candidati di Diventerà bellissima, progetto politico di Musumeci lanciato nel 2017. 
  

16) Siciliani liberi

Torna nelle bacheche della Regione Siciliana e si prepara a finire di nuovo sulle schede anche il contrassegno di Siciliani liberi, soggetto politico che nel 2017 e nel 2022 aveva candidato a sindaco di Palermo Ciro Lomonte, mentre alle regionali del 2017 aveva proposto come presidente regionale Roberto La Rosa, mentre stavolta l'aspirante presidente è Eliana Esposito. Il simbolo è lo stesso di allora, in cui il movimento sovranista - che vuol costituire uno Stato di Sicilia "dotato di piena indipendenza e sovranità, per una libera nazione che dovrà riacquistare il posto che le spetta tra i popoli liberi, crocevia nel Mediterraneo tra popoli e culture" - si fa rappresentare da una stilizzazione della Sicilia (tre linee blu non collegate) con "una fascia orizzontale ondeggiante e sfumante alle estremità" rossa e gialla, con due aquile d'oro ad ali spiegate.
 

17) Partito liberale italiano

Tra i contrassegni depositati per le elezioni regionali siciliane figura anche quello del Partito liberale italiano, identico a quello visto nelle bacheche del Viminale per due volte quest'anno (dunque con la sigla blu e la bandiera stilizzata, con il nome integrale riportato a fianco). A quanto si apprende, l'emblema è stato depositato da Grazio Trufolo e, visto quanto pubblicato sulla pagina dello stesso, dovrebbe essere stato delegato a ciò dalla parte di Pli riconducibile a Stefano De Luca (dunque quella che al momento si è vista chiedere la sostituzione del contrassegno alle elezioni politiche).
 

18) Unione di centro

Tornando nella coalizione ufficiale del centrodestra in appoggio a Schifani, è stato depositato il simbolo ufficiale dell'Unione di centro, che anche in passato ha puntualmente partecipato alle elezioni regionali, di solito nel centrodestra (ma dieci anni fa era nella coalizione che elesse Rosario Crocetta, di centrosinistra). Questo emblema, dunque, è quello che contiene lo scudo crociato in primo piano (sopra le vele di Democrazia europea e del Ccd) e, nel segmento rosso superiore, il riferimento all'Italia, presente da oltre dieci anni nell'emblema ufficiale. Più avanti, però, si incontrerà una diversa versione del simbolo.
 

19) Identità siciliana

Il secondo simbolo contenente l'immagine della Trinacria è quello del soggetto politico denominato Identità siciliana, nato nel 2020 puntando sull’autodeterminazione democratica dei popoli e sul rispetto delle identità (a partire da quella siciliana), nella centralità politica del Mediterraneo per la crescita della Sicilia, del Sud come di tutta l'Italia e dell'Europa, ritenendo fondamentali il "valore pattizio dei rapporti tra lo Stato e la Regione Siciliana e nella urgenza della piena attuazione dello Statuto Speciale unita a quella di un suo aggiornamento che ne aumenti le aree di intervento con la identificazione di adeguati strumenti di garanzia, compreso quello del referendum istituzionale", volendo anche adeguare le infrastrutture e i servizi per una comune crescita per giungere alla coesione tra i popoli. Il simbolo contiene nella parte inferiore il nome e la Trinacria su fondo rosso e giallo sfumato, mentre nella parte superiore c'è un elmo con cimiero di profilo.
 

20) Fiamma tricolore

In Sicilia al Movimento sociale Fiamma tricolore è riuscito il deposito del contrassegno per le elezioni regionali, dopo che nel 2017 aveva presentato - pur senza poi presentare liste in seguito - il contrassegno Fronte dei Siciliani insieme a Forza Nuova. Questa volta il fregio elettorale - depositato dal coordinatore regionale del partito Daniele Mammino - non è stato presentato in condominio ed è semplicemente riproposto l'emblema con "acronimo di goccia tricolore" con bordi seghettati, vale a dire il simbolo impiegato da quasi vent'anni dal partito fondato nel 1995 da Pino Rauti contemporaneamente alla "svolta di Fiuggi".
 

21) Noi con l'Italia

Tornando alla coalizione di centrodestra, ha scelto di depositare il simbolo - partecipando per la prima volta alle elezioni regionali - anche Noi con l'Italia, formazione guidata da Maurizio Lupi ma di cui è vicepresidente nazionale Francesco Saverio Romano, già a capo dei Popolari di Italia domani e poi di Cantiere popolare. Il contrassegno è quello ufficiale nazionale, con il nome in evidenza su fondo color carta da zucchero sopra una pennellata tricolore; più avanti, tuttavia, si incontrerà anche per Noi con l'Italia una variante, anche nominale.
 

22) Partito democratico

Tra le liste che sostengono la candidatura di Caterina Chinnici c'è anche quella del Partito democratico, benché lei prima di essere eletta - nel 2014 - europarlamentare con i dem fosse stata assessora dal 2009 al 2012 della giunta formata da Raffaele Lombardo. Il contrassegno riduce di dimensioni il simbolo del Pd per lasciare spazio, nel segmento rosso inferiore, alla dicitura "Chinnici presidente": proprio questo è stato motivo di attrito con il MoVimento 5 Stelle, che aveva chiesto ai dem di non indicare il nome nel simbolo per configurare una candidatura super partes. Come si vede è andata diversamente e le tensioni - già presenti per le diverse scelte di posizionamento a livello nazionale - si sono acuite.
 

23) Caterina Chinnici presidente

Subito dopo la lista del Pd in bacheca si può notare il simbolo molto semplice, senza alcuna connotazione di natura politica (anche solo cromatica), della lista Caterina Chinnici presidente. La presenza dell'espressione "lista civica" farebbe pensare di essere di fronte a una "lista della presidente" (in cui far confluire soprattutto Psi e +Europa), dunque di diretta espressione della persona candidata; l'aspetto molto sobrio e quasi anonimo (fondo blu azzurro e cerchio tangente interno azzurrino, con il nome e il cognome non particolarmente marcati) fa però pensare che si tratti piuttosto della lista regionale, solitamente poco appariscente come simbolo per evitare di sottrarre voti alle liste provinciali di partito.
 

24) 
Autonomia siciliana trasporti

Di tutti i simboli presentati, non può passare inosservato quello di Autonomia siciliana trasporti, una forza politica guidata da Tania Andreoli e Giuseppe Neri che - come recita il "sottotitolo", propone "Soluzioni per le sfide del trasporto" ed è nato poche settimane fa per difendere "l'autotrasporto siciliano", che invece sarebbe "al collasso e necessita di pronte risposte", per cui occorrerebbe dialogare con istituzioni e imprese. Il simbolo - che contiene un Tir, una stilizzazione dell'Etna e la Trinacria - ha però la forma di un ellisse e non si è nemmeno fatto il tentativo di stringerlo per ridurlo alle dimensioni regolari di un cerchio.
 

25) Cento passi per la Sicilia

Va ricondotta all'alleanza di centrosinistra "ampio", a sostegno di Caterina Chinnici, anche la lista Cento passi per la Sicilia, ripresentata da Claudio Fava dopo l'esperienza con lo stesso nome condotta nel 2017, in quell'occasione come candidatura autonoma a sostegno dello stesso Fava come aspirante presidente. Sopra al nome di Fava, nella parte rossa del contrassegno (l'unica a essere mutata), sono indicati gli aggettivi "progressistǝ", "ecologistǝ" e "civicǝ": si tratta probabilmente del primo contrassegno elettorale di una competizione almeno regionale a contenere la schwa.
 

26) Democrazia cristiana

Anche in Sicilia è stato depositato senza problemi il simbolo della Democrazia cristiana, legato al partito guidato da Renato Grassi e che nell'isola ha come coordinatore Salvatore Cuffaro; del resto, il simbolo con la bandiera/vela crociata è stato "varato" proprio da lui alle amministrative siciliane in passato - pur somigliando a quello presentato dalla Dc-Fontana nel 2018 alle politiche in seconda battuta - ed è stato visto anche pochi mesi fa a Messina e altrove. La scelta di Totò Cuffaro di sostenere Schifani, tuttavia, ha creato malumori nel partito, che in parte intende sostenere piuttosto Gaetano Armao.

27) Insieme

Ha scelto di depositare il proprio simbolo con la catena blu e rossa e con le stelle d'Europa anche in Sicilia il partito Insieme, probabilmente sia per farsi conoscere anche lì, sia per cercare pure in quel caso di tutelare il proprio nome, come il partito di Giancarlo Infante ha inteso fare con la presentazione al Viminale del simbolo dopo la scelta di Luigi Di Maio di denominare i propri gruppi parlamentari "Insieme per il futuro". A proposito, nella bacheca siciliana non si è visto l'emblema di Impegno civico, che dunque i siciliani potranno votare solo sulle schede delle elezioni politiche.
 

28) Democrazia liberale

Dopo avere depositato il proprio simbolo al Ministero dell'interno, Democrazia liberale è presente anche nelle bacheche della Regione Siciliana (dove in fondo la forza politica ha iniziato a svilupparsi, sotto la presidenza di Enzo Palumbo; proprio lui, del resto, nel 2017 aveva fatto depositare l'emblema di LiberaItalia, soggetto politico di cui era stato tra i fondatori). Il simbolo a fondo blu, con le dodici stelle d'Europa e una striscetta tricolore leggermente ondulata probabilmente non finirà sulle schede, ma ha marcato la presenza tanto a livello nazionale quanto a livello regionale.
 

29) Popolari e autonomisti

Tra le formazioni certamente a sostegno della candidatura di Renato Schifani alla presidenza della Sicilia c'è la lista Popolari e autonomisti, che schiera una colomba bianca su una sorta di bandiera gialla e rossa. Si tratta, per chi ha buon occhio e come lo stesso nome di fatto suggerisce, della crasi dei simboli del Movimento per l'autonomia di Raffaele Lombardo e di Cantiere popolare di Saverio Romano (la bandiera ora gialla e rossa era tricolore). La lista, peraltro, dovrebbe contenere anche candidati del Movimento Via e di Ora Sicilia.
  

30) Forza Italia

Si arriva così a Forza Italia, il partito in cui per molti anni ha militato Renato Schifani (arrivato poi a ricoprire la presidenza del Senato da membro del Popolo della libertà, salvo poi passare per due anni e mezzo tra le file del Nuovo centrodestra con Angelino Alfano, prima di tornare tra i forzisti). Il partito di Silvio Berlusconi ha scelto di depositare addirittura tre contrassegni, tutte "variazioni sul tema". La prima, in ordine di tempo, contiene la bandierina che in parte fuoriesce dal cerchio, con il cognome di Berlusconi al di sotto (si trattava di una delle versioni "ufficiali" per le elezioni amministrative).
 

31) Schifani - Forza Italia - Berlusconi

La seconda versione depositata del contrassegno di Forza Italia è più simile all'emblema impiegato nel 2017 a sostegno di Nello Musumeci, sempre con il cognome di Berlusconi al di sotto (ma in questo caso un po' più stretto rispetto alla bandiera, qui tutta contenuta nel cerchio elettorale), ma stavolta con anche il riferimento al candidato presidente, disposto ad arco nella parte superiore del tondo, tra il bordo blu del simbolo e la bandiera, a costo di sembrare almeno in parte "incastrato" in quella posizione (dando, in generale, un'impressione di "precarietà"). 
 

32) Forza Italia - Berlusconi per Schifani

Quanto alla terza versione del contrassegno di Forza Italia, segue anch'essa uno dei modelli impiegati dal 2018 per le elezioni amministrative, con la bandierina in alto con i vertici superiori al di fuori del cerchio, il cognome di Berlusconi in grande evidenza al di sotto e il riferimento "per Schifani" al di sotto. Non è dato sapere come sia riuscito il partito a depositare addirittura tre emblemi, se li abbia depositati la stessa persona (cosa che non sarebbe consentita) o se si tratti di varianti ammessi nella prassi regionale (per cui si dovrebbe rinumerarle in 30, 30 a e 30 b). In ogni caso, se ne prende atto.

33) Italia sovrana e popolare

Non è oggetto di alcuna variante, essendo stata depositata in una sola versione, il contrassegno di Italia sovrana e popolare, unico emblema della cosiddetta "area del dissenso" a essere finito nelle bacheche delle elezioni regionali siciliane (nessuna traccia, in particolare, di Alternativa per l'Italia, di Vita, di ItalExit). Il simbolo è identico a quello visto al Viminale, senza nessuna variante locale: c'è dunque il nome scritto su campo bianco (con "e popolare" quasi manoscritto), la stellina rossa sulla seconda "I" di "Italia" e uno scorcio di bandiera italiana nella parte inferiore.
 

34) Azione - Italia viva - Calenda

Il nome della forza politica che ha depositato il contrassegno numero 34 (il quintultimo, a conti fatti) è ufficialmente Azione - Italia viva - Calenda e la struttura è identica al simbolo visto nelle bacheche del Ministero dell'interno, ma in realtà il nome di Calenda è stato inserito nel tondo che ospita il simbolo integrale di Azione; nella parte inferiore del cerchio grande, invece, c'è il cognome di Gaetano Armao, vicepresidente della Regione Siciliana ma candidato alla presidenza per il "terzo polo", pur provenendo da Forza Italia (che invece ufficialmente sostiene il suo candidato Schifani).
 

35) Noi con Schifani presidente

Si è già visto prima il contrassegno depositato da Noi con l'Italia; l'emblema presentato con il numero 35, Noi con Schifani presidente ne è un'evidente variante, probabilmente non realizzata nel migliore dei modi (sarebbe stato meglio forse usare lo stesso carattere Impact impiegato per scrivere "Noi", piuttosto che un Twentieth Century, "bastoni" sì ma visibilmente diverso). Non sembra impossibile che il partito si sia riservato fino all'ultimo di scegliere quale dei due emblemi usare per contrassegnare le proprie liste. Lo stesso ragionamento di Forza Italia e non solo.
 

36) Coraggio Italia

Anche Coraggio Italia, il partito guidato da Luigi Brugnaro, ha scelto di depositare il proprio simbolo in vista delle elezioni regionali della Sicilia. Sembra in effetti improbabile che la forza politica presenti liste (non bisogna dimenticare che la legge elettorale siciliana impone a ciascuna lista di superare la soglia del 5% a livello regionale per poter partecipare alla ripartizione dei seggi); è però significativo che il partito di Brugnaro abbia comunque voluto prendere parte a questo momento iniziale del procedimento elettorale regionale, depositando il proprio simbolo in solitaria (mentre a livello nazionale, come è noto, concorrerà nella lista Noi Moderati con Noi con l'Italia, Italia al Centro e Udc).
 

37) Presidente Renato Schifani

Al numero 37, penultimo tra i contrassegni depositati, si trova l'emblema di una lista denominata Presidente Renato Schifani: il simbolo non è altro che il nome stesso della lista, con la parola "Presidente" arancione e il nome del candidato di colore bianco su fondo nero (mentre il segmento inferiore del cerchio è tinto anch'esso di arancione). Si è sostenuto che questo emblema potrebbe contrassegnare una lista "del presidente"; più facilmente potrebbe identificare la lista regionale a sostegno di Schifani, sapendo che l'emblema non ha particolare appeal, valendo lo stesso discorso fatto per la lista Chinnici. 
 

38) Unione di centro - Schifani presidente

Chiude l'elenco dei contrassegni depositati, con il numero 38, una nuova versione del simbolo dell'Unione di centro. Rispetto a quella vista prima, l'unica differenza è la sostituzione della parola "Italia" nel segmento rosso con l'espressione "Schifani presidente", proposta con lo stesso carattere Arial Black. Tre partiti del centrodestra, insomma, hanno voluto tenere pronti i simboli con e senza nome del candidato, tenendosi liberi fino alla presentazione delle liste con la relativa descrizione e riproduzione del contrassegno ufficiale. Il dubbio non riguarda Fratelli d'Italia e Lega, che il nome di Schifani non l'hanno proprio inserito. 

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