lunedì 9 maggio 2016

Roma, passeggiando tra Colossei, tricolori e uccelli

Indubbiamente in queste ore a tenere banco più di ogni altra cosa a Roma è il "caso Fassina", con il Tar che dovrà decidere se le firme raccolte a sostegno delle liste dell'ex Pd, ora Sinistra italiana sono valide o meno. Nel frattempo, però, si è completato il quadro delle liste che potrebbero essere presenti sulla scheda nella Capitale e - salvo ulteriori problemi - si parla di ben 35 liste (37 se quelle di Fassina fossero riammesse), poche meno del record di 40 registrato nel 2013.
Rispetto alle elezioni precedenti, tuttavia, un primato potrebbe essere battuto, sempre che i giudici amministrativi rimettano in corsa le due liste dubbie (o, per lo meno, quella civica): saranno ben quattro le raffigurazioni del Colosseo e, per giunta, piuttosto distribuite tra le coalizioni. Oltre alla Civica per Fassina, infatti, c'è la stilizzazione tricolore che spicca in Con Giorgia Meloni sindaco, quella bianca e azzurra sulla lista Storace a sostegno di Marchini e, da ultimo, la "maschera" bianca su fondo giallo (con corona circolare giallorossa) del Movimento per Roma, una delle liste a sostegno di Dario Di Francesco: tra i candidati più citati, giusto Roberto Giachetti (oltre, per ovvie ragioni simboliche, a Virginia Raggi) non ha nella sua "squadra" nemmeno un disegnino dell'Anfiteatro Flavio.
Più presente del Colosseo, c'è solo il tricolore: a volte si tratta solo di piccoli elementi, di "complementi d'arredo" con striscette o fasce, altre volte la presenza è più significativa. C'è sullo scudo di Italia cristiana (l'associazione-partito di Francesco Verduchi), c'è in Viva l'Italia per Di Francesco, c'è nella lista messa in piedi dal Pli per la Meloni, c'è ovviamente - per costituzione - nel simbolo del Pd per Giachetti e in quello di Forza Italia per Marchini, così come ritorna un simbolo già visto alle comunali del 2013, quello del Movimento Cantiere Italia, che schiera la bandiera al vento più realistica di tutte quelle destinate a finire sulla scheda. Quella formazione, guidata da Gerardo Valentini, si qualifica come "un cantiere senza recinto dove le idee di tutti s’incontrano e si confrontano per tentare di dare risposte sensate a problemi che sono sotto gli occhi di tutti": tre anni fa ci provarono da soli e ottennero lo 0,1%, stavolta ritenteranno al fianco di Marchini.
Non è poi da trascurare un "filone zoologico", visti gli animali che spuntano qua e là. Alcuni naturalmente sono di uso tradizionale, come la tartaruga di Casa Pound; l'area più rappresentata in assoluto, peraltro, è quella degli uccelli. Lo dimostrano il gabbiano d'arcobaleno dell'Italia dei Valori (per Giachetti), lo stesso volatile - triplicato in tricolore - per l'Unione pensionati (per Di Francesco, che conta anche sulla Lista del Grillo Parlante), la rondine del Movimento politico Libertas (per Enrico Fiorentini) e, da ultima, l'aquila di Rete liberale. Il soggetto non è nuovo, essendo apparso come Rete Liberal (con la presenza di Vittorio Sgarbi) alle regionali in lazio nel 2010; ora il nome è lo stesso di un diverso gruppo, sviluppatosi anni fa attorno a Vincenzo Palumbo (per un periodo aderente al Pli), ma l'attività continua.

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