Dovrebbe essere così... |
Che il Nuovo centrodestra, come nome (e come simbolo), fosse destinato prima o poi alla rottamazione sembrava chiaro da tempo. Il varo della denominazione Area popolare, in qualche modo, ne era la chiara dimostrazione, ma nemmeno quello probabilmente doveva essere l'approdo finale. Non si tratta di una voce da retroscenisti, bensì del risultato di una ricerca che chiunque può fare nel database dell'Ufficio italiano brevetti e marchi.
Il primo a farla - o, per lo meno, a renderla pubblica - è stato Donato De Sena, in un articolo uscito ieri su Giornalettismo.it: la banca dati, infatti, restituisce sei depositi di marchi tutti datati 25 marzo, simili nella struttura e nel contenuto: le richieste di registrazione di marchio non mostrano il nome del titolare, ma il fatto che siano state trovate cercando come titolare Angelino Alfano la dice lunga. I marchi sono stati registrati per le classi 35 (pubblicità; gestione di affari commerciali; amministrazione commerciale; lavori di ufficio), 41 (educazione; formazione; divertimento; attività sportive e culturali) e 45 (servizi giuridici; servizi di sicurezza per la protezione di beni e di individui; servizi personali e sociali resi da terzi destinati a soddisfare necessità individuali).
Benché le immagini non siano disponibili, la descrizione mostra che si tratta sempre di "un quadrato blu al cui interno nella parte destra viene riportato un cuore con bordo giallo il cui lato è formato da quattro stelle gialle di dimensioni diverse" e, al centro del quadrato, una delle seguenti denominazioni, scritte in bianco: "Italia Popolare", "Unione Liberale Popolare", "Unione Popolare", "Unione per l’Italia", "Unione Popolare Italiana" e "Unione Popolare Liberale"; le scritte sono su due o su tre righe a seconda della lunghezza della dicitura.
Da un certo punto di vista, tuttavia, la notizia potrebbe già essere un po' datata (e non certo per colpa di chi l'ha data per primo, che invece ha ben cercato e trovato). A ben guardare, infatti, le richieste di registrazione marchi sono state depositate una settimana dopo la "prima apparizione" del simbolo di Area popolare con il cuore "stellato" (datata 17 marzo) e un paio di settimane prima che il segretario generale del Partito popolare europeo chiedesse ad Alfano di rimuovere dal logo ogni riferimento grafico all'emblema del Ppe, invito accolto poco meno di un mese fa con la rimozione delle stelle, almeno dai contrassegni destinati all'uso nelle prossime elezioni. Per questo, è probabile che tutti gli emblemi di cui si parla siano poi ritoccati con il cuore intero, senza stelle.
L'articolo di De Sena nota che altri nomi emergono dai siti "bloccati" per conto di Alfano, come emerge da altre esplorazioni della rete: "Davide Tedesco, spin doctor di Alfano, già intestatario di Nuovocentrodestra.it e Angelinoalfano.it, il 20 aprile si è impossessato di Unionedeipopolari.it e Unionedeipopolari.com, e contemporaneamente anche di Popolariitaliani.it". Unione dei popolari e Popolari italiani, tuttavia, non rientrano tra le combinazioni depositate come marchi.
Anche tra gli emblemi proposti come marchi, peraltro, qualcuno ha meno possibilità di essere impiegato. Il riferimento è innanzitutto a Italia popolare, soggetto politico fondato nel 2004 da Alberto Monticone, che da anni utilizza - soprattutto a livello locale - una rielaborazione del vecchio simbolo del Ppi (dal gruppo registrato come marchio) e che già aveva impedito l'uso dello stesso nome a Gianni Alemanno (che poi ripiegò su Prima l'Italia). Potrebbe però essere fuori mercato anche Unione popolare, trattandosi di un movimento che depositò il proprio contrassegno e candidature alle elezioni politiche del 2013: ne era segretaria Maria Di Prato e in rete si può ancora leggere il programma di allora. Onde evitare guai, diffide e accuse, Alfano e i suoi farebbero bene a ripiegare su altre scelte...
Benché le immagini non siano disponibili, la descrizione mostra che si tratta sempre di "un quadrato blu al cui interno nella parte destra viene riportato un cuore con bordo giallo il cui lato è formato da quattro stelle gialle di dimensioni diverse" e, al centro del quadrato, una delle seguenti denominazioni, scritte in bianco: "Italia Popolare", "Unione Liberale Popolare", "Unione Popolare", "Unione per l’Italia", "Unione Popolare Italiana" e "Unione Popolare Liberale"; le scritte sono su due o su tre righe a seconda della lunghezza della dicitura.
Da un certo punto di vista, tuttavia, la notizia potrebbe già essere un po' datata (e non certo per colpa di chi l'ha data per primo, che invece ha ben cercato e trovato). A ben guardare, infatti, le richieste di registrazione marchi sono state depositate una settimana dopo la "prima apparizione" del simbolo di Area popolare con il cuore "stellato" (datata 17 marzo) e un paio di settimane prima che il segretario generale del Partito popolare europeo chiedesse ad Alfano di rimuovere dal logo ogni riferimento grafico all'emblema del Ppe, invito accolto poco meno di un mese fa con la rimozione delle stelle, almeno dai contrassegni destinati all'uso nelle prossime elezioni. Per questo, è probabile che tutti gli emblemi di cui si parla siano poi ritoccati con il cuore intero, senza stelle.
Anche tra gli emblemi proposti come marchi, peraltro, qualcuno ha meno possibilità di essere impiegato. Il riferimento è innanzitutto a Italia popolare, soggetto politico fondato nel 2004 da Alberto Monticone, che da anni utilizza - soprattutto a livello locale - una rielaborazione del vecchio simbolo del Ppi (dal gruppo registrato come marchio) e che già aveva impedito l'uso dello stesso nome a Gianni Alemanno (che poi ripiegò su Prima l'Italia). Potrebbe però essere fuori mercato anche Unione popolare, trattandosi di un movimento che depositò il proprio contrassegno e candidature alle elezioni politiche del 2013: ne era segretaria Maria Di Prato e in rete si può ancora leggere il programma di allora. Onde evitare guai, diffide e accuse, Alfano e i suoi farebbero bene a ripiegare su altre scelte...
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