Non c'è pace per il centrodestra italiano, o per lo meno non ce ne dovrebbe essere, soprattutto dando retta a chi si occupa di retroscena in modo seriale. Movimenti continui interesserebbero quell'area politica già piuttosto travagliata: accanto alle geometrie variabili e piuttosto centrifughe di cui danno conto da mesi i media, starebbe già mettendo radici un disegno unitario, una tendenza al rassemblement che coinvolgerebbe gli attori principali, da Silvio Berlusconi (e coloro che sono rimasti vicini a lui) a Giorgia Meloni, fino a Matteo Salvini.
Questo sembra di capire leggendo un articolo pubblicato ieri da Affaritaliani.it, a firma Alberto Maggi, nel quale si accenna anche a un possibile emblema per il "cartello" da presentare alle prossime elezioni politiche, per acchiappare il premio di maggioranza:
Altro che divisioni a Roma e Torino, il Centrodestra già guarda alle Politiche. E se resterà questa legge elettorale sarà inevitabile un listone unico Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia. E Affaritaliani.it, in anteprima assoluta, propone la bozza di quello che potrebbe essere il simbolo elettorale della lista unitaria del Centrodestra. Il logo potrà cambiare ma questo che proponiamo è stato visionato da Berlusconi, Salvini e Meloni.
Il simbolo pubblicato ieri - il Centrodestra - Uniti per l'Italia - dunque, dovrebbe essere lo strumento elettorale da mettere in campo alla prima applicazione dell'Italicum, qualora permanesse - e così dovrebbe essere - il premio di maggioranza alla lista più votata: un "listone" di centrodestra, una federazione che permetta a quell'area di confrontarsi in modo meno sbilanciato con Pd e MoVimento 5 Stelle.
Che il centrodestra, per non suicidarsi elettoralmente, debba per forza tentare una soluzione unitaria è fuori di dubbio. Non è nemmeno impossibile che il simbolo somigli a questo, ma che sia proprio quello che si vede è lecito non crederlo fino in fondo: per giungere a questa conclusione, peraltro, basterebbe guardarlo con molta, molta attenzione e avere la fortuna di seguire la politica (sul serio, mica per finta).
Alcune cose risaltano a colpo d'occhio: innanzitutto sarebbe davvero difficile immaginare che chi ora appartiene a Fratelli d'Italia o alla Lega Nord accettasse di correre sotto un simbolo che è una clonazione evidente del vecchio Popolo della libertà. Già questo basterebbe ad avere i primi dubbi; i curiosi della grafica, poi, potrebbero insospettirsi nel vedere l'espressione "per l'Italia" tutta spostata a sinistra, con il peso visivo decisamente e immotivatamente sbilanciato, una cosa che ben difficilmente si vede nei contrassegni studiati a tavolino a livello nazionale.
Al vero drogato di politica, poi, la prima vista del simbolo pubblicato da Affaritaliani.it provoca un flash immediato, un'inevitabile sensazione di déjà vu. Pochi secondi di ricerca mentale e viene in mente che l'8 maggio si è rivotato a Bolzano per eleggere sindaco e consiglio comunale e giusto domani si terrà il ballottaggio. Uno dei due contendenti, Mario Tagnin, era sostenuto dalla Lega Nord e - guarda un po' - da il Centrodestra - Uniti per Bolzano, stessa identica grafica. Anzi, se si allarga a dovere l'emblema divulgato ieri, si nota che all'inizio dell'espressione "l'Italia", in corrispondenza delle prime tre lettere, è rimasta una linea chiara discontinua: sovrapponendo i due contrassegni, si scopre che corrisponde esattamente all'ingombro delle lettere "BOL" del contrassegno originale.
Se davvero di emblema allo studio si tratta, si deve ammettere che è piuttosto frettoloso, grossolano e (anche per questo) poco credibile. Ma in politica, specie in Italia, non si può mai dare per scontato nulla e l'impossibile o l'improbabile può concretizzarsi quando meno lo si aspetta...
Nessun commento:
Posta un commento