Nessuno a Roma conosce le procedure elettorali meglio di lui, difficile dunque pensare che si sarebbe fatto anticipare da qualcuno. Morale, in via Petroselli, dove ha sede l'ufficio elettorale, lui c'era già dalle sette di martedì mattina, con addirittura tre giorni di anticipo. Non si parla di un romano qualunque, ma di Dario Di Francesco.
Proprio lui, 56 anni, romano de Roma e creatore di Forza Roma. Lui che, nella fila per depositare i documenti per le elezioni comunali del 2001 - le prime con il simbolo giallorosso - riuscì a conquistarsi la gratitudine di depositanti, impiegati e funzionari, ristorando con casse di acqua minerale e cornetti caldi tutti quelli che erano lì dentro da ore, ormai stremati. Sempre lui che, quando era in fila davanti al Viminale nel 2008, si scoprì essere più famoso di Giuliano Ferrara, nel pieno della sua battaglia antiabortista.
Ora non c'è più bisogno di presidiare gli uffici elettorali settimane prima come in passato - ah, i bei tempi delle scazzottate tra i radicali che volevano il primo posto e i comunisti che l'avevano sempre avuto e lo pretendevano di diritto... - bastano pochi giorni, ma bisogna avere la voglia di passarli lì. Di Francesco era là, ma non solo o non tanto come "pratico elettorale": stavolta si candida a sindaco direttamente lui. E lo fa con il sostegno, per ora - sia perché c'è ancora tempo per presentare documenti, sia perché le carte andranno vagliate dai funzionari della commissione - di quattro liste, le prime in assoluto a essere presentate, già a partire dalle 8 quando l'ufficio elettorale è stato aperto.
"Io, come Spartaco, intendo guidare 'la rivolta degli schiavi' - spiega Di Francesco - la politica è servizio al cittadino, deve servire per facilitarlo, per risolvere i suoi problemi, mentre oggi non accade niente di tutto questo perché è il cittadino ad essere schiavo del potere. Sono tutti stufi di una politica che negli ultimi anni è ingrassata alle spalle di tutti noi procurando solo danno. Mi sono candidato per dare un domani diverso ai tanti che attendono un vero cambiamento che faccia di nuovo sorridere il volto della città più bella del mondo: dico ai cittadini romani di avere fiducia, perché cambiare si può votando cittadini come noi, quelli che sono davvero 'fuori dalla politica'".
Questa volta, ad accompagnare la corsa di Di Francesco Forza Roma non c'è. Non si sa se abbia fatto il suo tempo o se non si voglia rischiare la bocciatura, dopo che il Viminale ha introdotto il "comma Di Nunzio" per bocciare simboli che ricordino troppo da vicino, tra l'altro, squadre calcistiche anche nei colori». Il primo emblema, in ogni caso, è già stato sperimentato alle comunali precedenti: Viva l'Italia. Subito dopo sono stati depositati gli incartamenti per il Movimento per Roma e per due emblemi della "ditta Rabellino" (avuti, dunque, presumibilmente in delega): la Lega Centro e la Lista del Grillo Parlante - No Euro (pronta a diventare, per come è facile immaginare, Lista dei Grilli Parlanti... ma non è detto). Presidente dell'ultimo raggruppamento, tra l'altro, questa volta risulta essere Alessandro D'Agostini, che lascia da parte per una volta il suo Movimento Poeti d'Azione e si candida con Di Francesco. Ricomincio da quattro, insomma... ed è solo l'inizio.
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