mercoledì 11 maggio 2016

Castellammare, per cambiare basta una matita?

In terra napoletana la fantasia non manca di certo. Lo si è visto nel capoluogo, con la presentazione di 45 liste (ora non importa se ben fatte o no, sul piano giuridico), ma lo si vede anche nei comuni vicini, in cui non ci si è certo risparmiati sul piano delle idee e della loro traduzione grafica.
Si faccia un salto, ad esempio, a Castellammare di Stabia, comune di oltre 66mila abitanti alle pendici del Vesuvio (che non si fece scrupolo a colpire quelle terre, assieme a Pompei ed Ercolano, nella nota eruzione del 79 d.C.) che rinnova la propria amministrazione all'inizio di giugno. Tra i candidati c'è Salvatore Vozza, già tre volte deputato per Pds-Ds, sindaco della "sua" Castellammare dal 2005 al 2010 (aderendo nel frattempo a Sinistra democratica e a Sel) e candidato alla presidenza della Campania lo scorso anno: questa volta punta a tornare sullo scranno più alto del suo comune, appoggiato da tre liste civiche.
Non fatevi distrarre, tuttavia, dalla lista Castellammare in comune, il cui simbolo - pur essendo diverso, e contenendo il profilo della città - ricorda un po' l'emblema di Sel, la cui struttura sembra ricalcata "a colori invertiti". E non lasciatevi incuriosire troppo nemmeno da Costruiamo insieme, che spicca con un disegno anche carino della "cassarmonica" - ossia del padiglione musicale costruito all'inizio del XX secolo - sopra un fondo curiosamente tricolore su cielo azzurro: lista che nel 2005 e nel 2010 corse da sola (candidata sindaca Rosa Cuomo), mentre nel 2013 restò ferma un giro. I colori e la struttura del simbolo - è vero - tendono piuttosto all'area di centrodestra, ma appunto ... non lasciatevi incuriosire troppo, sviando l'attenzione dal centro dell'analisi.
Già, perché tutta la cura dei veri drogati di politica dev'essere monopolizzata dall'unico simbolo che porta su di sé il nome di Vozza. Non colpisce tanto l'hashtag #perCastellammare, che di fatto è il nome della lista; gli occhi devono essere puntati invece sullo slogan scelto per la formazione, "Una matita per cambiare". E lasciate perdere la forma della scritta, leggermente biconcava come una WordArt di Publisher dei tempi migliori: quel payoff è solo l'illustrazione della parte superiore dell'emblema. In quel semicerchio, infatti, qualcuno ha pensato di piazzare proprio una matita stilizzata, con tanto di gommino al sommo, praticamente quella che si mette nei fac-simile per indicare agli elettori il voto da dare. E se pensate di non vederla bene, visto che la classica matita gialla è stata piazzata proprio su un fondo giallo (Dio, o chi per lui, benedica le sfumature), state tranquilli e guardate la punta: da lì parte la Luce. Tanta Luce, alla ProLoche: perché è proprio dalla matita che - secondo Vozza - può partire la nuova era per la città e per i cittadini. Tutto si riassume lì, si concentra in quel punto, anzi, in quella punta: senza matita, senza che quella punta di grafite si muova su quel cerchietto della scheda... non si cambia, c'è poco da fare. E allora il messaggio doveva essere chiaro: "prendi una matita" e, benché non sia tutta colorata come quella della canzone di Mina, usala per cambiare. Basterà a convincere gli elettori?

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