mercoledì 30 gennaio 2013

Avvinta (alle bacheche) come l'edera

A volerla sparare un po' grossa, è l'Highlander della simbologia politica italiana. Non c'è nulla di più inoffensivo, calmo, quasi aggraziato di una foglia, verde peraltro. Eppure, una foglia d'edera, quasi come quella della canzone cantata da Nilla Pizzi, è rimasta avvinta alle schede (o, per lo meno, alle bacheche del Ministero dell'interno) per oltre sessant'anni di Repubblica italiana: l'edera in questione, ovviamente, è quella del Partito repubblicano italiano. Qualcuno aveva pensato di non vederla quest'anno, visto che fino alle ultime ore negli uffici del Viminale non era arrivato nessuno a portarla; si sbagliava ovviamente, visto che col numero 211 (al quartultimo posto) un funzionario del partito si è diligentemente presentato e ha fatto collocare il simbolo al posto che ha sempre avuto, ad ogni elezione di rilievo nazionale, dunque in bacheca insieme agli altri.
A guardare bene l'emblema, non si può proprio negare che l'edera repubblicana si sia conservata quasi per intero: anche le venature, in fondo, sono cambiate pochissimo rispetto alla prima raffigurazione della foglia che era riprodotta già sulle schede stampate per eleggere l'Assemblea Costituente (la versione ora in uso è stata introdotta nel 1972, ovviamente in bianco e nero). Da allora il simbolo è sopravvissuto a tutto: usura del tempo, cambi di iscritti e dirigenti (da Pacciardi a Nucara, passando per i La Malfa e Bogi), fine della prima Repubblica, accuse di tangenti, scissioni, ricomposizioni. Il Pri è l'unico soggetto politico a non avere mai cambiato nome e simbolo in tutta la storia della Repubblica italiana: un sopravvissuto ad ogni effetto, che ha cambiato nettamente diffusione e dimensioni ma non è scomparso in nessuna fase.
Negli ultimi anni, a dire il vero, qualche cambiamento era stato proposto: nella loro vita politica "ordinaria", i repubblicani usano un simbolo più moderno, con nome e sigla su fondo verde e rosso e con una foglia d'edera vera, altro che disegno a mano e a china degli inizi. Quando è il momento delle elezioni, tuttavia, rispunta sempre l'antico disegno, basato solo sul verde: "Non ce la sentiamo di cambiare, anche solo per la nostra 'nuova' foglia - spiegano dalla direzione del partito - perché è proprio quel disegno sempre uguale che ci permette ogni volta di dire che quel simbolo è solo nostro e nessuno può copiarlo". Non cade foglia che Dio non voglia; l'edera, a quanto pare, è destinata a non cadere mai.

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