venerdì 4 gennaio 2013

Monti fa la sua "scelta civica"

La "lista Monti" alla Camera
Alla fine, con tre quarti d'ora di ritardo rispetto all'orario previsto, il simbolo l'hanno visto tutti. O meglio, l'hanno visto i fotografi delle prime file che per una manciata di intermianbili secondi hanno impedito a una pletora di cineoperatori stizziti di vedere più della parte superiore del cerchio. Nessuna agenda alla fine, sui contrassegni che Mario Monti ha scelto per distinguere la lista unica del suo schieramento al Senato e la lista di personaggi della società civile (con poche, pochissime deroghe a chi è già stato parlamentare e criteri stringenti per tutte le candidature) che lo sosterrà alla Camera, assieme a quelle dell'Udc e di Futuro e libertà.
Un contrassegno quasi di altri tempi, molto "vuoto" ed essenziale, come non se ne vedevano da anni (per lo meno tra queli con reali aspirazioni di governo): nessun fondino colorato o sfumato, quasi ad allontanare uno scaramantico horror vacui (o, se si preferisce, horror albi, visto che di bianco si tratta) che a quanto pare questa volta non c'è. Per carità, i colori nazionali ci sono tutti. C'è in qualche modo l'azzurro/blu, che si tinge color aviatore, disegna la circonferenza esterna e dà corpo a tutti gli elementi testuali; c'è il tricolore, con due striscette (una verde, una rossa) che si incrociano, quasi si intrecciano, come se volessero dare l'idea di un nastrino o di una fascia, come quelle delle inaugurazioni che stanno per essere tagliate.
Lista unica al Senato (previsione)
Ci sono soprattutto le scritte: l'elemento che sarà ripetuto alla Camera e al Senato, "con MONTI PER L'ITALIA", che riprende sostanzialmente la frase più volte annunciata in questi giorni, "depurata" come si diceva soltanto dell'agenda. Eppoi ci sono quelle due paroline, "Scelta civica", scritte in maiuscolo, più piccole rispetto al corpo cubitale del cognome del cnacidato a Palazzo Chigi, ma pur sempre ben visibili, nel simbolo che sosterrà il Presidente del Consiglio uscente alla Camera. Non ha voluto riprendere quell'espressione usurata (ma solo a livello lessicale, non certo delle persone) della "Società civile", con l'aggettivo che tra l'altro era già stato opzioanto dagli arancioni di Ingroia: Monti ha piuttosto evocato il concetto di "civico", solitamente legato alle liste locali, con specificità riconoscibili da chi le vuole vedere, in più ha chiarito che in campo c'è nettamente una "scelta". La sua, di salire in politica; quella degli esponenti civici che vorranno candidarsi e saranno ammessi nelle liste; quella degli elettori, chiamati ad aderire, se lo credono, al progetto del Professore.
Rimane però insoluto il problema delle altre due liste per Montecitorio. Già, perché Monti ha detto, nell'annunciare la presenza di emblemi di Udc e Fli, di "presumere" che nei loro contrassegni saranno presenti i nomi dei rispettivi leader di partito, ossia Casini e Fini. Potrebbe essere un "consiglio molto caldo", una moral suasion nemmeno troppo nascosta, oppure potrebbe essere una semplice opinione, che però i due partiti in questione potranno disattendere. Per quanto mi riguarda, è assolutamente confermato quanto scritto questa mattina, sulla possibilità di inserire il nome di Monti anche negli emblemi di Udc e Fli, magari sotto a quelli dei rispettivi capi dela forza politica (inteso, ovviamente, in senso atecnico): starà a loro scegliere la linea della prudenza e dare ascolto a Monti, oppure mettere in chiaro chi dovrà essere secondo loro il nuovo Presidente del Consiglio, a costo di incappare negli strilli di qualcuno.

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