martedì 1 gennaio 2013

La protesta di Beppecirillo.it (ovvero come intercettare il voto grillino)


Ci sono ancora almeno 10 giorni di tempo per concepire nuovi simboli da presentare alle elezioni, fossero anche strambi e più o meno "decettivi" (parolone per nascondere il fatto che traggono in inganno): l'abbassamento per decreto del numero di firme necessarie per presentare le liste, tra l'altro, faciliterà di molto il compito dei farloccatori - per passione, per professione o, talvolta, entrambe le cose - che prima provvederanno a depositare simboli il più possibile ingannevoli, sperando che il Ministero dell'interno o le commissioni competenti li accettino, poi completeranno l'opera presentando pure le liste, così quei contrassegni finiranno sulle schede e potranno davvero abbagliare più di qualche elettore.
C'è ancora una decina di giorni, dicevo, ma qualcuno si è messo avanti con il lavoro. Intorno a Natale, sulle pagine della Nuova Gazzetta di Caserta sarebbe apparsa un'inserzione elettorale davvero singolare del Movimento 5 Stelle, che il blog Non leggerlo ha ripreso (su suggerimento di Giuseppe Di Monaco). Al suo interno campeggiava, debitamente crocettato, (ma per eliminarlo, non per votarlo) un contrassegno che a un occhio attento fa sorridere, a un occhio poco allenato rende perplessi, a un occhio "grillino" fa montare la rabbia. Già, perché la lista "Voto di protesta" sembra proprio un'imitazione, nient'affatto casuale, dell'emblema scelto da tempo da Beppe Grillo. Nessun problema, ovviamente, per la denominazione della formazione (anche quello per i "grillini" può essere un voto di protesta, certamente, ma non si può certo immaginare un'esclusiva su quell'espressione a beneficio di qualcuno), così come per la dicitura sottostante "Diritto alla dignità"; lascia più dubbi una stellina gialla, piazzata leziosamente come puntino della I, non lontano dalla posizione in cui trovano posto le stelle del contrassegno del M5S (anche se, naturalmente, il numero è diverso).
Il vero tocco di genio (del male o del bene, a piacimento di chi valuta) è però alla base del contrassegno: lì è riportata la dicitura "BEPPEciRILLO.IT", che pur essendo in un font diverso è decisamente somigliante all'indirizzo web dell'ispiratore del M5S. La "ci" è l'unica differenza tra i due elementi ed è stata scritta in minuscolo proprio per eludere l'occhio (ma se fosse stata invece "Ci" sarebbe stata ancora più insidiosa, perché avrebbe "clonato" meglio la G maiuscola). Manco a dirlo, a quel dominio non corrisponde nessun sito, ma si tratta della "firma" dell'autore del simbolo, una vecchia conoscenza per chi si occupa di emblemi elettorali: il padrino della lista non è altro che Giuseppe ("Beppe", per l'occasione) Cirillo da Caserta, già noto come Dr. Seduction del Partito delle Buone Maniere (lo presentò addirittura alle europee del 1999), l'ideologo degli Impotenti esistenziali (che, peraltro, fu anche un film diretto da Tinto Brass), il profeta dei Preservativi gratis (molto, ma molto meno molesto di Gabriele Paolini, soprattutto per gli inviati dei tiggì).
La sua carriera di presentatore inesauribile di simboli merita ben altra attenzione e presto l'avrà, ma nel frattempo è proprio il Dr. Cirillo a vincere il premio del Prototarocco di queste elezioni: probabilmente quasi tutto l'emblema (che non si sa ancora in quali circoscrizioni potrebbe effettivamente vedersi) potrebbe essere ritenuto valido, ad eccezione del vero guizzo, cioè del sito farlocco, che obiettivamente potrebbe indurre in errore (e non certo per caso) l'elettore, un po' per la scrittura molto simile, un po' per la posizione "a sorriso" in cui è stato collocato. Riuscirà Cirillo a convincere della bontà del suo contrassegno i funzionari del Viminale? Vale la pena di aspettare una decina di giorni per saperlo.  

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